lunedì 24 dicembre 2012

SEGNALIBRO: DAL PIAVE AL DON di GIUSEPPE ROTOLO, Tre guerre nella vita di un chirurgo






Ogni tanto fa bene leggere libri come questo.
Debbo ringraziare la Prof.ssa Margherita Lipari, mia zia e vedova del compianto zio Giacomino Alonge, gentiluomo d’altri tempi, nonché Preside benemerito della Scuola Santi Bivona di Menfi, per averlo posto alla mia attenzione.
Partiamo dall’autore.
Giuseppe Rotolo è stato un figlio illustre di Menfi. E’ uno dei ragazzi del ’99. Uno di quei giovani, come dice nell’introduzione del libro Giulio Bedeschi, “nati a cavallo del secolo” che “appartengono ad una generazione decisamente sventurata: dalla guerra di Tripoli, alla prima grande guerra, dalle guerre di Abissinia e di Spagna alla seconda guerra mondiale, i giovani di quella generazione, chi più chi meno, tutti vennero coinvolti in quei tragici e sconvolgenti avvenimenti”.
Rotolo ci conduce per mano in tre di quelle guerre che lui ha vissuto “come soldato e come chirurgo” e lo fa con uno stile asciutto ed elegante, mai retorico, pieno di intense connotazioni, metaforicamente legate a tre fiumi-simbolo: il PIAVE della “grande guerra” affrontata da lui, ancora studente di medicina, con i gradi di ufficiale dei bersaglieri subito dopo Caporetto e fino a Vittorio Veneto. Poi c’è il SAMRE’ dell’Abissinia, una guerra vissuta da ufficiale medico, con toccanti esperienze umane trascorse in sale operatorie e con strumenti più o meno di fortuna, sino al DON, l’infernale “fronte russo” dove Rotolo conoscerà anche la triste e defatigante esperienza di prigioniero del lager, chiamato anche lì a dare sollievo medico e clinico ai suoi compagni di sventura, detenuti in una landa dove la temperatura scende a meno 35° sotto zero ed il cui unico pensiero è solo quello di “sopravvivere”.
Dopo la prigionia ritorna nella Milano che lo aveva visto crescere professionalmente e che lo accoglie come una terra promessa.
Rotolo parte per l’avventura della sua vita dalla nostra Menfi, “stagnante borgo contadino”, in cui nei primi anni del secolo, “la povertà regnava sovrana ed era così connaturata con la vita degli abitanti che quasi nessuno se ne accorgeva: tutti vivevano nella rassegnata e ottusa convinzione che così aveva disposto il buon Dio”.
Fanno riflettere le parole del dottor Rotolo.
Oggi viviamo in una Nazione cresciuta sulle rovine della seconda guerra mondiale.
I nostri padri hanno combattuto per la nostra Patria, per la libertà dalla dittatura. Hanno affrontato sacrifici indicibili per riscattare la nostra terra da questa “povertà” fatale e rassegnata. Viviamo in un relativo benessere economico e sociale. Viviamo nella pace.
Ma tutto questo non vuol dire avere scarsa memoria.
Giovanni Spadolini, che firma la prefazione del libro, afferma che l’autore nel libro è spinto a “condannare e ad allontanare tutti quei miti irrazionalisti che hanno alimentato l’odio bellicista negli anni solcati dalla minaccia totalitaria devastatrice dell’Europa civile.”
E Rotolo lo fa con chi ha subito sulla sua pelle la furia rovinosa della guerra e della morte.
Leggere il libro del dottor Rotolo significa così, anche dare il giusto tributo a tutti coloro che hanno reso grande la nostra Patria con i loro sacrifici personali, ma significa soprattutto non dimenticare l’orrore della guerra, il degrado e la devastazione che produce, l’odio che fomenta.
Perché non accada mai più.
Buon Natale a tutti in nome della Pace.
By M. 

mercoledì 19 dicembre 2012

FESTA DEI 150 ANNI DEL TRIBUNALE DI SCIACCA




Parterre d’eccezione ieri sera nella gremitissima Aula della Corte di Assise del Tribunale di Sciacca. Un pubblico attento ha seguito le relazioni del Presidente del Tribunale, Dott. Andrea Genna, e del Procuratore della Repubblica, Dott. Vincenzo Pantaleo, sulle tematiche della giustizia locale e sulle prossime sfide future che attendono la struttura giudiziaria saccense, non ultima, quella del processo telematico. Entrambi i magistrati hanno posto l’accento sulla efficienza del Tribunale di Sciacca e sulla sua peculiarità, quale insostituibile presidio di legalità nel territorio, congiuntamente alle Forze dell’Ordine ed alle componenti della società civile.
E’ stata lodata la sinergia che vede coinvolti quotidianamente magistrati, avvocati, funzionari nell’amministrazione della giustizia nello sforzo di assicurare una giustizia rapida  ed equa, funzionale ai bisogni della cittadinanza. Ricordata anche la recente istituzione del Centro Antiviolenza che ha promosso, a livello interdisciplinare, la tutela da tutte le forme di violenza, sia fisica che psicologica, delle fasce più deboli della società. Il Centro, a cui collaborano anche professionalità esterne al Tribunale, prima fra tutte la psicologa Elina Salomone, ha portato a vivo la triste realtà, sino ad oggi seminascosta, di quelle violenze perpetrate fra mura domestiche o con l’abuso di legami parentali o amicali, fornendo un pronto e completo sostegno alle vittime.
Accanto alla riflessione su temi importanti, si respirava un vivo clima di festa comune all’intero uditorio composto, oltre che da centinaia di avvocati, anche da alunni delle scuole primarie e secondarie del circondario e relative famiglie, coinvolte nel tradizionale appuntamento con il concorso multimediale su “Scuola e Legalità”. Tante le opere premiate e realizzate in modo originale dagli alunni e dagli studenti sul tema della legalità: filmati in DVD ed una varietà di elaborati grafici e cartelloni esposti per l’occasione lungo le pareti dell’Aula.
Per gli avvocati ha relazionato l’Avv. Luigi Alessi che, con toni coinvolgenti, conditi da un filo di sapiente ironia ed “amarcord”, ha ripercorso la plurisecolare storia del Tribunale di Sciacca, dalle curie fondate dai normanni sino alle vicende dei nostri giorni che hanno posto il Tribunale all’attenzione dei massimi vertici governativi nei progetti di riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie.
Una storia movimentata, quella della curia saccense, sempre in bilico tra la riaffermazione della sua necessaria esistenza ed il bisogno di giustizia nel territorio, ma anche una storia ricca di personaggi eccellenti, costellata di magistrati impegnati che si sono sempre distinti per doti di grande equilibrio ed umanità e di eccellenti professionalità, sia nel campo civile che penale.
Toccante l’episodio di giustizia civile che ha riguardato la ripartizione dei latifondi nel secondo dopoguerra e l’impegno di Accursio Miraglia, sindacalista trucidato dalla mafia.
A concludere i lavori è stato il presidente del Consiglio dell’Ordine, Avv. Filippo Di Giovanna che, con una relazione di ampio respiro, ha catalizzato l’attenzione dell’uditorio sul ruolo dell’avvocatura nell’ambito della società civile.
Moderatore capace e misurato l’Avv. Giuseppe Livio, ormai un punto di riferimento per l’avvocatura saccense per l’organizzazione di eventi formativi non relegati solo al tecnicismo professionale ma estesi a tutte le componenti sociali.
Riteniamo doveroso, a margine di questi appunti, rivolgere il nostro ringraziamento a tutti coloro che si sono battuti ed impegnati per il mantenimento della struttura giudiziaria saccense. Primi fra tutti i politici che, nella ultima e delicatissima fase di confronto con il Ministro Severino, hanno saputo bene rappresentare le esigenze del territorio saccense.
Mi riferisco soprattutto ai parlamentari della maggioranza Giuseppe Marinello, Giuseppe Ruvolo ed il segretario Angelino Alfano che, nel fotofinish finale, hanno saputo imporre al governo con fermezza le esigenze del sottese al mantenimento del Tribunale, smentendo con i fatti le critiche (e noi per primi ne facciamo ammenda) che in un primo momento erano state loro rivolte.
Un grazie va anche al Sindaco di Sciacca, Avv. Fabrizio Di Paola, che ha saputo costantemente seguire le tormentate vicende della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, dando impulso alle necessarie iniziative istituzionali per raccordare l’impegno della popolazione con i vertici delle rappresentanze politiche territoriali.
Un ultimo e meritato saluto va alla cittadinanza ed a tutti i movimenti e le associazioni professionali, di categoria e della società civile che si sono ritrovate in modo coerente, compatto ed unitario nella difesa del presidio giudiziario saccense, a dimostrazione che l’impegno civile e la passione esternata non erano frutto di un’effimera pulsione campanilistica, quanto piuttosto la necessaria riaffermazione di prerogative inalienabili e della concreta esigenza di mantenere in un territorio di frontiera un forte segnale della presenza dello Stato e delle sue Istituzioni, a tutela, IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, dei principi democratici, di libertà e di giustizia su cui si fonda la nostra Repubblica.  
By M. Barbera

martedì 18 dicembre 2012

STORIA SICILIANA DEL GIALLO E DEL NOIR: UN BELLISSIMO SAGGIO DI SALVATORE FERLITA




Da tempo seguo il prof. Salvatore Ferlita e l'impegno che ha profuso nella "riscoperta" (chiamamola così) della letteratura siciliana contemporanea. 

Salvatore Ferlita



Ferlita è uno studioso ed un critico letterario che ha preso a cuore le sorti di quella che, troppo spesso a torto, viene definita letteratura "minore". Insegna all'Università di Enna ma è essenzialmente quello che potremmo definire un "talent scout" a rovescio: uno, cioè, che cerca di riscoprire uomini e talenti dimenticati della nostra Sicilia.
Si tratta delle "arance non raccolte", come lo stesso Ferlita ha intitolato una sua preziosa opera dedicata agli autori siciliani contemporanei misconosciuti.
Occasioni letterarie perdute, alla ricerca di coloro che sono relegati - più o meno ingiustamente - in un limbo letterario che poi si traduce in uno spietato dimenticatoio. 
In questo post voglio linkarvi un bellissimo saggio pubblicato dal "Camilleri Fans Club" ed anche sul sito "GenovaLibri" dedicato alla storia siciliana del giallo e del noir. 
Con uno stile coinvolgente per il lettore, Ferlita ci accompagna ad una riscoperta di nomi, personaggi, scene, che hanno fatto in Sicilia il giallo. 
E' una carrellata destinata a sorprendere il lettore non solo per la mirabile capacità di sintesi e per la ricchezza dei contenuti, ma anche per la profondità e la passione che Salvatore Ferlita infonde nel suo scritto. 
LEGGERLO è un imperativo. Non solo per gli amanti del genere. E non solo per i siciliani.



Buona Lettura.
By M. 

mercoledì 5 dicembre 2012

SE... di Rudyard Kipling


SE...


Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!

“RIGOR MONTIS” E LA CONGIURA DEI BANCHIERI: NO AL MONTI-BIS



Capiamoci bene, alla fine, questa crisi non è “economica” ma “finanziaria”.
Cercherò di sintetizzare al massimo.
Ad essere sinceri, fino a quando nel 2011 non è esploso il famigerato “spread” la crisi in Italia era vista e vissuta con un certo distacco. La politica dei governi del centro destra è stata improntata all’incentivazione dei consumi, sperando che questo potesse far bilanciare i conti. Così non è stato.
Ma vediamo il perché.
Che Berlusconi non riscuotesse simpatia in Europa era un dato di fatto. Che da più parti si volesse causare la sua caduta è un dato di fatto.
Un altro dato di fatto, messo in luce dall’ex-ministro Brunetta e da altri economisti indipendenti, è che nel 2011 la Banca Centrale Tedesca aveva in mano una quantità considerevole di titoli italiani. Proprio così: la Germania investiva nel debito pubblico italiano. Lo spread era ai minimi.
Ad un certo punto questo equilibrio è saltato.
“Qualcuno”, e precisamente a giugno dello scorso anno, nella stanza dei bottoni del massimo istituto tedesco ha deciso di vendere una quantità iperbolica di titoli italiani ( si parla di otto miliardi di euro) intossicando il mercato, svalutando i titoli italiani e… spedendo Berlusconi a casa con un pesante “foglio di via”.
Arriva Monti, il quale – prima di accettare ogni incarico di governo – pensa di “blindarsi” e viene nominato dal Presidente Napolitano “senatore a vita” due giorni prima di assumere l’incarico di Presidente del Consiglio.
Monti non ha fatto alcuna politica economica o di sviluppo. Il suo obiettivo, l’unico, era quello di recuperare i rapporti con l’estero e con la Germania in particolare, evitando che i titoli italiani diventassero “spazzatura”. In altri termini, far vedere che l’Italia era “coperta ed allineata” ai diktat finanziari europei e della Germania.
Per fare questo Monti ha dovuto e voluto porre in essere l’unica cosa possibile: rastrellare quanto più contante possibile, spremendo gli italiani e facendo leva sulla paura dei partiti politici e del popolo di finire come in Grecia o in Spagna.
Di fatto, l’inasprimento della politica fiscale ha tolto energie vitali al Paese e fiaccato ogni aspirazione di sviluppo economico.
E’ stato un bene tutto ciò? NO.
Perché da un estremo si è passati ad un altro: è calata la fiducia dei consumatori, il fabbisogno pubblico ed il debito pubblico è aumentato, la produttività e gli investimenti sono crollati, la disoccupazione è schizzata a livelli record.
Monti nel suo rastrellamento si è comportato come un bravo segugio. Ha riportato l’Italia in condizioni di poter dialogare finanziariamente con gli altri Stati Europei, ha pagato e sovvenzionato gli aiuti agli Stati deboli, ha messo il sistema bancario italiano in condizioni di poter contare sul tesoretto e sugli interessi del debito pubblico italiano.
Oggi l’Italia ha una finanza pubblica forte, in grado di rastrellare fino all’ultimo centesimo nelle tasche degli italiani, ma ha un sistema economico assai debole e deficitario.
E tutti lo sanno che senza ripresa dei consumi e investimenti l’economia italiana è destinata a morire.
Monti ha fatto bene il suo ruolo e speso bene i soldi degli italiani, ma si è guardato bene dal realizzare anche una sola riforma seria: non ha toccato i privilegi della casta politica, non ha fatto nulla contro i grandi poteri industriali e bancari, si è sempre supinamente chinato ai poteri forti arrivando persino ad approvare per l’ILVA una norma che contrasta con il diritto alla salute dei cittadini di Taranto.
Monti, di fatto, ha commissariato l’Italia per conto dell’Europa, anzi per conto dei poteri finanziari dell’Europa che con la faccenda dello spread hanno guadagnato qualche miliardo di euro alla faccia del popolo italiano.
Ora basta.
Se alle prossime elezioni non ci sarà una classe politica “mezza seria” che si occuperà di svoltare pagina, di ridare fiducia alle famiglie ed alle imprese, di spazzare via la paura del terrorismo fiscale e della sudditanza ai poteri finanziari europei, occulti o meno che siano, l’Italia vivrà il prossimo quinquennio in modo estremamente oscuro e misero, in cui l’economia reale subirà ulteriormente una regressione fatale.
Potremo dimenticarci di essere una potenza industriale e l’Europa, anziché un terreno fertile di scambi economici diventerà per gli italiani un giogo difficilmente sopportabile. Per questo va scongiurato ogni possibile tentativo di un “Monti bis” che perpetuerebbe il “rastrellamento fiscale”, acuendo la crisi economica.
Né bisogna farsi illudere dalle belle parole di Monti e dalle lacrime di coccodrillo della Fornero.
L’economia reale ha subito un tragico tracollo da quando Monti è al governo.
La classe politica dovrebbe avere l’orgoglio di riscattarsi dalla “tecnocrazia” apparente. I nostri politici dovrebbero riappropriarsi del loro ruolo e dare una svolta al Paese con una politica di incentivazione della domanda e dei consumi e fare ricrescere, così - piano piano - gli investimenti. Monti non ne è stato capace, né è detto che lo voglia fare.
Ci vogliono idee e uomini nuovi. Ci vogliono parlamentari e governanti che, pensino, una volta tanto, seriamente a governare il Paese guardando  al futuro dell’Italia. Ma, soprattutto, degli italiani. 
By M.

venerdì 9 novembre 2012

ISTITUITA LA FESTA DEL 17 MARZO: GIORNO DELL’UNITA’ NAZIONALE, DELLA COSTITUZIONE, DELL’INNO E DELLA BANDIERA



Fa bene, ogni tanto, occuparsi di qualcosa che fa intravedere un lumicino di speranza nel buio del degrado politico nazionale.
Il Senato ha approvato il ddl che ha istituto la festa del 17 Marzo.
Un colpo d’ala della politica che invita al rispetto delle istituzioni, della nostra storia, e – perché no – al tanto bistrattato patriottismo.
Essere italiani significa anche questo: riconoscersi in valori, idee, simboli, canti, consacrati sull’altare dei sacrifici dei nostri partigiani, dei nostri eroi risorgimentali, delle nostre grandi figure politiche, dei ragazzi che in questo momento difendono i valori propugnati dall’Italia nelle lontane terre del Medio Oriente e dell’Asia centrale.
Un pensiero va anche ai due marò ingiustamente detenuti in India.
L’Italia è stato ed è un paese forte. Grazie agli Italiani.
Ed è giusto che le nuove generazioni apprezzino, con lo studio ed il dovuto rispetto, i valori ed i simboli su cui si fonda la nostra Patria.
L’inno di Mameli non è solo una canzonetta da cantare allo stadio quando la Nazionale fa gol.
I suoi versi trasudano il sangue di millenni di lotte, di giovani morti, di vite offerte nelle trincee per unire la nostra Penisola e per liberarla dal giogo e dal dominio straniero.
Condivido appieno l’istituzione di questa Festa Nazionale ed invito tutti a celebrarla con l’attenzione e, scusate, la devozione che richiede.
Non sarà la polemica sterile di qualche groppuscolo pseudo-politico, inutile, vacuo ed antipatriottico, ad offuscare la gloria della nostra storia. Si ricordino, questi vermiciattoli della politica, che se loro, con le loro idee balzane possono sedere in un Parlamento e dare sfogo alle loro cretinerie antipatriottiche, rubando e mangiando nello stesso piatto dove sputano, lo possono fare perché si trovano in un Paese libero e democratico.
Si ricordino costoro della grande lezione di Voltaire: “Non condivido le tue idee, ma mi batterò sino alla morte affinché tu le possa esprimere”: il sacrificio dei nostri eroi di ieri e di oggi serve anche e soprattutto a salvaguardare la libertà, oltre che nostra, anche di costoro.
W L’Italia.
By M.

martedì 30 ottobre 2012

IL DISEGNO DI LEGGE N.3491: L'ENNESIMO TENTATIVO DI METTERE IL BAVAGLIO ALLA RETE


In Senato si sta discutendo il disegno di legge n.3491, meglio conosciuto come la legge sulla "diffamazione". 
Una delle implicazioni che sembrano volere essere approvate è quella che impone ad ogni sito WEB, quindi anche blog di natura personale, l'immediata rettifica dei contenuti a semplice richiesta di chiunque possa sentirsi in qualche modo "leso" dai contenuti di un post, e ciò a prescindere dalla verità o meno dei contenuti del post o della pagina WEB.
In pratica, ogni blogger e/o ogni internauta che eserciti il proprio diritto di critica o riferisca fatti o persone di attualità o di realtà rischia di essere fatto segno di immediata richiesta di rettifica, sotto pena di salatissime sanzioni che possono arrivare sino a centomila euro. 
La tutela immediata e " a semplice richiesta" di fatto snaturerebbe l'esercizio del diritto di manifestazione di pensiero connaturato ai singoli blog e legittimerebbe chiunque, anche solo per una presunta lesione della privacy, a richiedere la rettifica o addirittura l'eliminazione della pagina web. 
C'è bisogno di dire altro?
Questo altro non è se non un becero strumento per impedire la libera circolazione di informazioni, l'esercizio del diritto di critica e di opinione. 
Su questo blog, nel mio piccolo mi sono occupato anche di farmi voce per tematiche che hanno riguardato centinaia se non migliaia di cittadini e di internauti. 
Ho accettato le critiche, i dissensi e le opinioni dei miei "lettori" su problemi a volte non semplici né delicati. 
E' ovvio che se una legge di quel tipo passasse non sarebbe più possibile occuparsi di  personaggi e fatti che  sono all'attenzione nel Web nell'interesse dei milioni di utenti, questioni - anche di una certa gravità -  che oggi si ritrovano pure all'attenzione della Magistratura.
Per farci tacere dovrebbero semplicemente mandarci una e-mail. 
E noi dovremmo autocensurarci. 
Non denunciare più niente e nessuno. 
E il paradosso che questo verrebbe fatto... IN NOME DELLA LEGGE!
By M. 


lunedì 29 ottobre 2012

ELEZIONI REGIONALI SICILIA. AFFLUENZA FERMA AL 47%: LA MAGGIORANZA DEI SICILIANI NON E' ANDATA A VOTARE!


Il dato è tanto triste ed angosciante quanto significativo: alle 22.00 di ieri sera, dati alla chiusura delle urne, la maggioranza dei siciliani non è andata a votare.
La lezione che dovrebbero trarne le centinaia di candidati e, sopratutto, la futura amministrazione regionale - quella che sarà - è sopratutto una: l'inganno è stato scoperto.
Le elezioni sono viste come una sorta di maxi-concorso, dove i candidati altro non sono che peones alla ricerca del posto privilegiato in uno scranno di Palazzo d'Orleans.
Così, la gente ha imparato a diffidare dalle vuote promesse e dalle palesi presi in giro fatte dal candidato di turno.
La politica è una cosa seria.
Una volta i partiti, prima di proporre un qualsiasi nominativo all'interno di una lista, valutavano la portata che quella candidatura poteva significare.
Si valutava la coerenza con il programma, con l'ideologia, il contato con la base.
E l'onorevole Tizio avrebbe rappresentato sempre quel simbolo, quel partito.
Il mandato elettorale era sempre quello. La base sapeva che il tale onorevole era il punto di riferimento del territorio e gli andavano a rompere le scatole se ritenevano che lui poteva fare qualcosa per quel territorio, per i suoi elettori.
Oggi tutto questo ha perso significato.
Nell'epoca del magna-magna tutti cercano di ottenere se non proprio un posto al sole, dato dalla lotteria delle urne, quanto meno un pezzettino di gloria, un posto di sottogoverno, un favore contraccambiato dal voto, una qualsiasi utilitas che giustifichi il gesto di alzarsi dalla poltrona la domenica, compiere qualche centinaio di metri ed apporre sulla fatidica scheda un paio di croci e scrivere un nome.
Altrimenti, come hanno detto in molti, non ne vale la pena.
Ma è davvero così?
Si è detto che un esempio vale più di mille parole.
Ed allora, l'invito, il migliore invito che possiamo fare alla squadra che andrà a guidare il Governo Regionale nella prossima legislatura è quello di svolgere bene il compito a cui sono stati demandati. Riscattare la figura del politico, effettuare quelle riforme che servano a risanare la politica, riducendo posti e privilegi, ma, sopratutto, perseguire l'obiettivo fondamentale della politeia, che i Greci hanno istituzionalizzato più di duemila anni fa: il bene del popolo.
M.

mercoledì 24 ottobre 2012

PUBBLICATA L'ANTOLOGIA "STORIE FANTASTICHE" NE "I LIBRI DI CARMILLA": DISPONIBILE IN CARTACEO E E-BOOK



E' finalmente uscita l'attesissima Antologia "Storie Fantastiche" per "I Libri di Carmilla". 
Il racconto "Linda Stevens", una mia piccola creatura, lo trovate a pag. 35, in compagnia di tanti altri racconti stimolanti e ben scritti. Tutti da leggere e da gustarsi. 
Ecco la recensione del libro nella Quarta di copertina: 

In questa antologia l’elemento fondamentale della fantasia si è sbizzarrito e ha dato vita a sogni e incubi che caratterizzano la nostra esistenza, con parole e pensieri che riescono a toccare il lettore, in superficie come in profondità, in modo indelebile e suggestivo. Nelle nostre Storie Fantastiche troverete una scelta variegata e suggestiva di personaggi in cui potrete immedesimarvi, dal fatto quotidiano che diventa surreale all’ eroe che combatte per un mondo migliore, dal sentimento di vendetta a quello di giustizia, da quello di odio a quello di amore, attraverso il ricordo e il rimpianto. Ogni lettore riuscirà a trovare la storia a lui più congeniale, proprio per l’eterogeneità di questi racconti. Vi coinvolgeranno e appassioneranno ma soprattutto, ne siamo certi, entreranno a far parte di voi.

Il libro cartaceo, piuttosto corposo (bel tomazzo da 444 pagine) è disponibile sul sito lulu.com, così come pure l'e-book: 



Consiglio di visitare il sito anche per gustarsi una piccola anteprima del libro. 
Alla prossima 
M.


martedì 23 ottobre 2012

E' NATA LA TERZA REPUBBLICA... SUL FALLIMENTO DELLA SECONDA




Inutile girarci attorno. Nei dibattiti politici che si susseguono al ritmo incalzante delle elezioni impellenti, c'è voglia di respirare aria nuova. 
Non ne possiamo più di politici-maiali che si ingozzano e divorano famelicamente tutto quel che hanno attorno. 
Questa classe politica, nata dopo "Mani Pulite" non ha imparato nulla dalla storia. 
Anzi, sembra aver fatto tesoro (anche in senso materiale!) di tutto quello che c'era di più becero, illegale, corruttibile della Prima Repubblica. 
La storia, per la seconda volta, con un micidiale richiamo ai corsi e ricorsi di vichiana memoria, ha abbassato la sua scure sulle ingordigie e sugli intrallazzi di questi "repubblichini" (chiamamoli così in senso sminuitivo e dispregiativo). 
Un trasversalismo che non ha risparmiato nessuno, nemmeno quella "Italia dei Valori" di dipietresca fondazione che sembrava immune dagli scandali. 
La "sindrome della tavola imbandita" ha colpito tutti indistintamente. 
Soldi, tanti soldi, troppi. 
Nemmeno Monti, con la sua pseudo-austerità è riuscito a scalfire i privilegi della potente casta politica. 
Ed, ancora una volta, dobbiamo prendere atto che solo grazie all'incisiva azione della tanto vituperata Magistratura s' è arginato il malaffare, il concubinaggio tra politica sporca e basso malaffarismo. 
Il tutto mentre al "Paese" (vedi il solito popolino) continuavano a chiedersi sacrifici e rinunce. 
Oggi ne sono tutti convinti. 
Il Governo Tecnico di Monti e gli scandali politici hanno travolto e finito la seconda repubblica che finirà miseramente alla storia per via del "bunga-bunga" e del "magna-magna". 
Ma è davvero finita?
Un amletico dubbio dal Vs. M.



martedì 16 ottobre 2012

GFOREX E LA GTL DI RIAZ: L’ATTENZIONE SULLO SCACCHIERE SVIZZERO

Waseem Ashraf: il manager inglese di origine pachistane, amministratore e liquidatore della GTL svizzera. Collaboratore di spicco nell'entourage di Riaz.





Era l'HSBC la Banca svizzera su cui Riaz ed i suoi collaboratori hanno trasferito  i quasi trenta milioni di dollari dei risparmiatori italiani?



L’attenzione sempre crescente verso lo scandalo di GFOREX che ha privato dei propri risparmi 400 famiglie italiane si arricchisce ogni giorno di più di nuovi particolari.
Sono arrivate dalla Svizzera le conferme ad alcune indiscrezioni:   informazioni assai interessanti su una società della galassia di RIAZ che ha avuto una parte, riteniamo non secondaria, nello sfascio della GFOREX.
Ma andiamo per ordine.
Da fonti confidenziali vicine ai risparmiatori era emerso da tempo che Riaz aveva propri uomini di fiducia in Svizzera, fra i quali pare che vi fosse un certo STEPHEN HOWARTH un soggetto vicino all’ambiente bancario della HSBC. Costui avrebbe curato per conto di Riaz transazioni e trasferimenti di denaro all’estero in modo non proprio "regolare". 
Sempre in Svizzera aveva sede la GLOBAL TRADEWAVES S.A., una società iscritta nel registro delle imprese svizzero  dal 16/04/2007 e cancellata in data 06/06/2011, con sede in Meyrin del Cantone di Ginevra.
La cosa interessante di questa Società è che figura tra le firmatarie del famoso “accordo-prestito” dell’11/05/2010, di 20 milioni di dollari intercorso tra la GForex e Riaz. E’ tra le firmatarie, però, stranamente, non compare nel frontespizio del contratto.
Forse perché dal 14/08/2009 la società era in liquidazione! 
Dunque, Di Fonzo si è fidato di Riaz che ha fatto firmare l’accordo di prestito ad una società in liquidazione che, ovviamente, nulla poteva garantire e che, probabilmente, non poteva neanche firmare l’accordo né avallare il suo adempimento.
Ma Di Fonzo poteva essere così ingenuo da ignorare la circostanza che la GTL svizzera fosse in liquidazione? E che dal 07/10/2009 era scaduto il termine ufficiale per potere rivendicare i propri crediti dal liquidatore?
Evidentemente, c'è qualcosa che non quadra. Ed è qualcosa che Di Fonzo (se già non l'ha fatto) dovrà riferire ai magistrati.
La GTL svizzera era verosimilmente una società-ponte fiduciaria per le transazioni facenti capo a Riaz. Ed assai verosimilmente, pur nella stasi dell’attività dovuta alla liquidazione, la GTL svizzera disponeva di liquidità e di mezzi finanziari. 
Quanti? Come? Sono domande a cui per il momento non sappiamo rispondere.
La liquidazione, in un primo tempo, viene affidata allo studio legale degli avvocati Lecocq, con sede in Ginevra, Route de Frontenex n.42. Liquidatore è la persona di  Lecocq  Dominique.
Dal 29/04/2010, però, qualche giorno prima dell’accordo-prestito, la liquidazione della GTL svizzera, viene di colpo revocata a Lecocq ed affidata a WASSEEM ASHRAF, uno strano tipo di manager che opera prevalentemente in ambito finanziario sull’asse LONDRA-DUBAI, e che risulta conoscenza fidata di RIAZ e che si occupava sin dal 01/09/2008 della GTL svizzera come amministratore.
Il liquidatore Ashraf ha poteri di firma singola. E’ sua la firma in calce all’accordo-prestito di 20 milioni di dollari?
In prossimità della dichiarazione di  fallimento della GFOREX, la GTL svizzera, in persona del suo liquidatore, dichiara che la liquidazione è stata completata ed in data 06/06/2011 la Società viene cancellata dal registro del commercio.
Che ne dite?
Non è interessante che questa Società sia comparsa a fianco di Riaz per avallare l’accordo-prestito?
Ed i bilanci di questa Società… Non sarebbe interessante darci una sbirciatina? Così come ai suoi rapporti bancari?
Qualcosa di sicuro potrebbero saperne il sig. CORBI PAOLO o, piuttosto, FREY CHRISTIAN o anche lo stesso WASSEEM ASHRAF, consiglieri di amministrazione della disciolta GTL svizzera e quest’ultimo anche liquidatore.
Quali legami aveva realmente Di Fonzo e la GFOREX con la GTL svizzera?
Era da questa strana società con sede nel cantone ginevrino che i soldi degli italiani truffati hanno spiccato il volo verso Dubai o verso le Isole Vergini, magari con l'ausilio del sig. STEPHEN HOWARTH e della sua HSBC ?
Riaz dovrà rispondere anche di questo.
Alla prossima puntata...


venerdì 5 ottobre 2012

IL PATTO “SEGRETO” TRA LA GFOREX DI FONZO E LA GTL DI RIAZ: DOCUMENTATO UN "PRESTITO" DA VENTI MILIONI DI DOLLARI




L’affaire “GFOREX”, dopo l’arresto di qualche giorno fa dell’amministratore Di Fonzo, si arricchisce di un nuovo capitolo. Abbiamo atteso da mesi che qualcosa di smuovesse e finalmente pare che per la tutela dei 400 risparmiatori si sia giunti ad una svolta decisiva.
Ma la vicenda è ben lungi dall’essere conclusa.
Da ulteriori sviluppi dell’indagine l’interconnessione tra Di Fonzo e le Società del gruppo di Riaz risultano ancora più strette di quanto a  prima vista sembrava.
Un ulteriore anello di congiunzione tra il pachistano RIAZ e la GFOREX è costituito da una scrittura privata di “prestito” (settlement & loan agreement) , redatta – a quanto sembra – nel maggio del 2010 tra la GFOREX e la GLOBAL TRADEWAVES LTD, l’ennesima società di Riaz con sede nelle Isole Vergini Britanniche e sottoscritta pure da GLOBAL TRADEWAVES con sede in Svizzera e da GLOBAL TRADING DMCC, con sede negli Emirati Arabi Uniti. Inutile dire che tutte le Società sono evidentemente riconducibili a Riaz.
Per quanto è dato sapere, nella scrittura la GLOBAL TRADEWAVES (Riaz) “a seguito di certe operazioni”, non meglio specificate,  si dichiara debitrice della GFOREX del notevole importo di venti milioni di dollari.
Questa sarebbe la prova provata che Riaz (tramite la GTL) si è infine appropriato di queste somme ed ha riconosciuto il debito nei confronti della GFOREX s.p.a..
La cosa assai strana (per la verità di “stranezze” ve ne sono fin troppe in questa vicenda) è che la GFOREX s.p.a. non poteva certo “prestare” i soldi dei risparmiatori a chicchessia.
Ancora più strano è che questo “prestito” viene in pratica fatto sulla parola, senza – cioè – che Riaz o le sue società offrano la benché minima garanzia reale o fideiussoria circa la restituzione del prestito. E stiamo parlando di venti milioni di dollari!
Anzi, viene riconosciuto loro espressamente da GFOREX il diritto di continuare l’attività in modo da ripagare il prestito.
Né appare chiaro il riferimento ad altri “creditori” delle società di Riaz che avrebbero dovuto partecipare alla ripartizione degli utili di Riaz e delle sue società.
In ultima analisi, è evidente che fin dal 2010 la GFOREX è rimasta “incagliata” con le società di Riaz perdendo dallo stesso anno la somma riconosciuta e documentata di venti milioni di dollari.
Due altre clausole vale la pena evidenziare che risulterebbero fare parte del contratto: l’una di assoluta riservatezza sui contenuti del contratto, l’altra è che Riaz a seguito della sottoscrizione del prestito si sarebbe dimesso dal consiglio di amministrazione di GFOREX, obbligandosi a trasferire le sue azioni ad una terza persona designata da Di Fonzo.
Certo non deve aver fatto molti sforzi Riaz, dopo essersi impossessato di venti milioni di dollari, a dimettersi dal board di GFOREX ed a cedere le sue azioni ad un terzo soggetto!
Meno male, comunque, che il contratto è sottoposto alla giurisdizione italiana. Il che spiegherebbe i tentativi di Riaz (o meglio della GTL) tramite un avvocato di Roma di contattare la Curatela del Fallimento per proporre una transazione.
Secondo chi scrive, se il contratto di prestito è effettivamente conforme a quello che risulta nel suo testo, la Curatela ha ampie possibilità di realizzare il credito puntando ad un’azione di recupero anche internazionale che colpisca le società di Riaz e lui medesimo, atteso che essere destinatari di un provvedimento cautelare restrittivo, automaticamente fa cadere lo schermo legale delle società a responsabilità limitata. Fermo restando che dovrebbe farsi luce a pieno sulla condotta di Riaz in merito ai venti milioni di dollari documentati.
Una nota a margine. Nei quotidiani dove è stata diffusa la notizia dell’arresto di Riaz è stata paventata a mò di gossip un’ipotesi investigativa che mirerebbe ad accertare la giustificatezza degli investimenti e la legittimità dei risparmi.
E’ senz’altro lecito che la Procura di Milano o la Guardia di Finanza investighino su tutte le ipotesi di reato possibili ed immaginabili. Ma è anche vero che non si può confondere il risparmiatore che confidando nella proposta di investimento fatta da un promotore finanziario con tanto di carte e documenti, gli affida il denaro con chi, come gli amministratori di GFOREX o il Riaz hanno utilizzato detto denaro in modo anomalo, appropriandosene e spogliandone i titolari.
Del resto, da quel che sembra agli atti, è stato agevole ricostruire i passaggi, tramite i versamenti ed i bonifici che dal singolo risparmiatore conducono a GFOREX e che si sono conclusi – in atto – con l’ammissione allo stato passivo dei singoli risparmiatori.  
Quello che è stato arduo, defatigante e, talvolta adombrato di mistero, è stato ed è sapere che fine ha fatto realmente il denaro affidato alla GFOREX, anche se gli sforzi investigativi della Procura di Milano ogni giorno sembrano svelare sempre più quello che, anziché un sapiente gioco di alchimia finanziaria, risulta essere un maldestro marchingegno per appropriarsi dei soldi altrui, carpendo la buona fede di tante famiglie.
Come sempre ho voluto utilizzare il mio blog, nato per tutt’altri fini, per dare il giusto rilievo mediatico e di trasparente informazione a questi eventi che hanno colpito anche persone a me vicine.
Invito tutti i lettori a rappresentare la propria disavventura in modo pubblico, reclamando di fronte alla Procura della Repubblica la giusta sollecitudine nelle indagini al fine di recuperare quanto più presto possibile il denaro dei risparmiatori GFOREX  e facendo valere i propri diritti di persone offese davanti le Autorità. 

venerdì 14 settembre 2012

ELEZIONI REGIONALI SICILIA: IL DECLINO DI UNA TERRA TRA TECNICI DI CORDATA E POLITICI ALLA DERIVA


E’ inutile negarlo: le elezioni regionali della Sicilia rappresentano un importante banco di prova per le forze politiche e un test importante per le elezioni nazionali.  
Lo sanno tutti. Ma fanno finta di non saperlo.
La Sicilia è una regione allo sbando.
Il governo tecnico di Lombardo è stato un chiaro fallimento. Sotto tutti i punti di vista.
Intanto, ha perso ogni sostegno politico. L’amministrazione “tecnica” ha risentito di una cattiva regia politica. Milioni di euro di risorse comunitarie sono andati persi per “incapacità” di spesa da parte della Regione. Vi è stato un profondo scollamento con il governo nazionale, chiamato a “censurare” lo stato finanziario della Regione.
E questa è una circostanza oggettiva, assai grave e censurabile.
Si è assistito poi al progressivo sfaldamento delle forze politiche di fronte all’ostinato ed ipocrita tecnicismo di Lombardo.
Oggi il panorama politico in Sicilia è profondamente cambiato. Ed in modo preoccupante.
Il PDL – quello del 61 a zero - non esiste più: Micciché, alfiere delle vittorie berlusconiane in Sicilia, ha preferito fondare un partito (autonomo?)  facendo leva sulle istanze regionalistiche e sfruttando il vento di un sottile razzismo. Alfano naviga in cattive acque nazionali stretto tra un governo di Monti che ha soffocato le forze politiche e il peso ingombrante dell’eredità del signor B.
Ma se a destra non si ride, a sinistra si piange. Il PD (senza L) appare incapace di costituire una valida forza di governo, preferendo adagiarsi su candidature di bandiera e su cavalieri solitari, predestinati a salvare la Sicilia da uno sfacelo totale.
Preferiamo tacere sui cosiddetti movimenti autonomistici. Oggi più che mai sembrano personaggi in cerca d’autore. Non basta proclamare di essere “siciliani” per vincere le elezioni. Ma soprattutto, per governare. Lombardo docet.
Infine, c’è il sorgere (o l’insorgere) di movimenti e groppuscoli politici che paiono avercela con il mondo intero, ma che – chiaramente – non hanno alcun fondamento programmatico. Si tratta di partiti di protesta che cavalcano l’onda lunga di una crisi che in Sicilia ha assunto il volto amaro di un’economia nel baratro. Passata la furia della protesta quel che rimane è assai poco.
Insomma, il quadro è tutt’altro che chiaro e definito.
Ma gli elettori, tra poco più di un mese dovranno scegliere.
Il meno peggio.
Incrociamo le dita.
By M. 



lunedì 27 agosto 2012

LINDA STEVENS IN "STORIE FANTASTICHE"



Il resoconto di un giornalista che indaga sulla strana morte di una bambina...
Ecco l'estrema sinossi del racconto horror "Linda Stevens".
L'opera, per la gioia mia e di chi mi segue nelle personali scorribande letterarie, è stata selezionata dalla redazione dell'Associazione "I Sogni di Carmilla" per la pubblicazione in un'antologia che, scorrendo l'elenco degli autori dei racconti, si presenta come un gustoso "spicchio" della letteratura italiana contemporanea.
I redattori di "Carmilla" già nel recente passato si sono segnalati per la cura di antologie di racconti noir e di genere veramente interessanti e che hanno catalizzato l'attenzione dei fans di tutta Italia. 
Auguriamo ai redattori dell'Associazione che quest'ennesima produzione letteraria abbia il successo che merita!!!
Ecco di seguito il link alla lista degli autori e dei racconti selezionati: 


L'antologia sarà pubblicata da LULU EDIZIONI a metà settembre.
By M.

SCIACCA MANTIENE TRIBUNALE E PROCURA


Mezza provincia di Agrigento ha tenuto duro e scalpitato per il paventato "taglio" (che brutta parola!) del Tribunale di Sciacca. 
Da un paio di settimane la paura è passata. Il Governo Monti ha "gentilmente" concesso che la struttura giudiziaria di Sciacca, tribunale e procura, rimanesse al suo posto. 
Ripenso ai momenti di angoscia (sì!) passati durante le mattine in Tribunale in cui si succedevano - a toni alterni - messaggi di speranza e notizie sconfortanti. Un'altalena di emozioni che ha messo a dura prova le coronarie della gente che frequentava il Palazzo di Giustizia.
L'annuncio che il Tribunale era "salvo" è arrivato per bocca di quei politici tanto denigrati e criticati (io per primo l'ho fatto su questo blog) che adesso si sono "battuti" per salvare la struttura giudiziaria. 
Non ho voluto commentare subito la notizia. Ho aspettato che i clamori trionfalistici si fossero sopiti. 
Ho fatto bene. 
Oggi posso parlare con più libertà e serenità.
Ha detto il Generale Dalla Chiesa che ai funerali dei morti ammazzati di mafia la prima corona di fiori che arriva è quella del mandante dell'omicidio.
La prima cosa che mi è balenata in testa quando sentivo le interviste convinte è stata proprio la riflessione di Dalla Chiesa. 
Ma non voglio sporcare il gusto dello sforzo collettivo con l'impegno last minute di questi politici, la passione che ha agitato centomila persone con un'ombra che, quanto meno, farebbe pesare di più sull'opinione collettiva la critica piuttosto che, comunque, la gioia di avere mantenuto un presidio giudiziario di prim'ordine. 
E' sempre la solita storia del rumore che fa un albero che cade, piuttosto di una foresta che cresce.
E noi amiamo le foreste.
Saluti By M. 

mercoledì 15 agosto 2012

GIRO DI VITE SUI FALO’ DI FERRAGOSTO: QUESTA VOLTA SUL LIDO DI PORTO PALO DI MENFI HANNO FATTO SUL SERIO


Foto del "campo profughi", ovvero la spiaggia di Porto Palo nel ferragosto del 2011



La notizia l’avevano ampiamente riportata quotidiani e televisioni: quest’anno “tolleranza zero” sui falò nella notte tra il 14 ed il 15 agosto.
Le recentissime morti di due giovani ad Agrigento, investiti da un ubriaco, aveva segnato di ulteriore drammaticità il problema: droga ed alcol pongono sempre più in pericolo la vita non soltanto di coloro che ne abusano, ma anche di quelli che stanno attorno.
Eppure ieri pomeriggio sulla spiaggia i preparativi fervevano.
Come ogni anno negli ultimi dieci, la spiaggia di Porto Palo è stata invasa da giovani con il carico di bottiglie di birra (ed accessori) a testimonianza che il falò di mezzanotte altro non è se non l’occasione di cercarsi un ulteriore “sballo” all’ennesima potenza.
Già verso le diciotto di pomeriggio giovanissimi (credo non più di quindici anni) giravano palesemente ubriachi per la spiaggia, vomitando in mare, utilizzato dai più anche come “gabinetto di fortuna” in attesa della notte per dare ulteriore slancio alla trasgressione ad un “auto-suicidio di massa”.
Queste occasioni sono un po’ come la roulette russa: tutti sono a rischio della propria vita e la vecchia signora con la falce ogni tanto ne estrae uno o due a sorte. A capriccio.
Che cosa spinga poi questi adolescenti a buttarsi strafatti nelle braccia del pericolo alla guida di uno scooter o di una macchina è questione che ancor prima degli psicologi interessa le singole famiglie.
Naturalmente, ma questa è solo una nota a margine, questi falò non c’entrano nulla con i quattro pezzi di legno accesi da un gruppetto di amici con la chitarra o con la radio a batteria che attendevano la notte di ferragosto per gustare la gioia romantica (perché no) di una notte d’estate sulla spiaggia pressoché deserta.
Provateci voi oggi a trovare un angolo di spiaggia “deserta”!!!
Ieri, alcuni intraprendenti lottizzatori, a mò di uomini delle caverne, erano riusciti in modo rozzo sin’anche a delimitare le aree “auto-assegnate” con cordoni, canne riservandosi ampie aree a “dispense” portatili dove ritrovare di tutto: dalla Coca-cola alle pizze tabische, alla salsiccia, alle costine, passando per i liquori, vino e poi birra, birra… tanta birra.
Insomma, i falò di ferragosto sino ad ieri (lo posso dire) erano diventati l’occasione di uno sballo di massa, per ubriacarsi senza vergogna, maxigrigliatone formato famiglia gigante del tipo “tié zitto e mangia anche se ti fa schifo), ridurre la spiaggia una discarica a cielo aperto, fumare chissà cosa, impasticcarsi ed attentare alla verginità della fidanzatina (meglio se brilla e più arrendevole) nella buia complicità delle “tendine”, il tutto condito da risse, urla, insulti, ed ogni tanto l’urlo di qualche ambulanza sfrecciante a soccorrere il sofferente di turno, etc…
Ed i malcapitati bagnanti?
Il silenzio è d’obbligo ma la risposta è esplicita.
Quest’anno, da un primissimo bilancio ( non sono andato ancora in spiaggia), il risultato dovrebbe essere positivo.
Nonostante tutto.
Il servizio d’ordine c’era e funzionava.
Fiamme di fuoco se ne sono viste veramente pochissime e dalla spiaggia non si sentivano provenire urla disumane o olezzi poco rassicuranti.
C’erano sempre le birre e le cataste di cibo ammonticchiate dal pomeriggio precedente sulla spiaggia. Ma i professionisti della “griglia a cielo aperto” non devono avere avuto vita facile.
Dispiace per i ragazzi ubriachi e dementi che girovagavano come “zombie” nella oscurità più totale (di testa ed esterna).
No, questi non sono più falò di ferragosto. E’ una degenerazione che non va e che cozza contro ogni regola di buon senso e di divertimento. E’ una manifestazione orgiastica che molti giovani fanno quasi per “dovere”, perché “tutti lo fanno”. Un altro inutile rito per avere lo sballo, la trasgressione, come la discoteca, come lo spinello.
No, ragazzi, così non va.
Un plauso alle forze dell’ordine ed alle istituzioni che stanno cercando attivamente di porre il dovuto freno a condotte che sforano ogni parametro di legittimità ed attentano seriamente alla incolumità propria ed altrui.

Stamattina debbo ancora scendere in spiaggia per sentire le ultime novità. Spero di non dovere fare il solito slalom tra tende, corpi di ragazzi in "coma", bottiglie rotte, preservativi e resti di cibo e che il mare, nella sua infinità e paziente bontà, abbia metabolizzato gli escrementi prodotti da una folla invasata ed insensata, restituendoci il mare da “Bandiera blu” a cui siamo abituati.

Per l’intanto… incrocio le dita.

By M.


lunedì 13 agosto 2012

PIRANDELLO E... L'AVE MARIA


Uno dei miei libri (anzi, bisognerebbe dire per onestà "alcuni" dei miei libri preferiti) sono le novelle di Luigi Pirandello. Ne esistono diverse raccolte. Ho già scritto in passato che parecchi autori "moderni" si rifanno nello stile e talvolta nel contenuti alle "novelle" di Luigi Pirandello che, a tutt'oggi, hanno una freschezza di intuizione e di originalità che spesso viene voglia di rileggerle. 
Ed, in tutta franchezza, le raccomanderei come "libro dell'estate" a chi ancora non avesse avuto occasione di scoprirle e leggerle. 
Personalmente, ogni tanto mi concedo il piacere di rileggerne alcune pagine.
Vi segnalo in particolare una delle novelle, forse poco nota, di Pirandello, ma che - invece - meriterebbe maggiore attenzione e di essere considerata come "metafora" di quello strano contrasto, tutto pirandelliano, tra la coltivazione seria di un interesse per la filosofia atea e razionalista, ed il malessere, direi fisico, con cui lo studio filosofico viene visto dall'Autore come causa della "perdita della fede", non solo in sé, ma come perdita di una età felice in cui basta l'abbandono alla fede per superare il dramma dell'esistenza. 
Sto parlando dell' "Ave Maria di Bobbio" (nella Raccolta "La Rallegrata") ampiamente presente in rete e della quale mi limito a fornire un link tra tanti: testo dell'Ave Maria di Bobbio
La vicenda è sugosa e surreale come tante nell'universo del Premio Nobel agrigentino: un facoltoso notaio, cultore della migliore filosofia, soffre di un mal di denti terribile. E' un mal di denti un pò strano che, secondo l'Autore, accomuna tutti i filosofi.
Mentre spasima dal dolore, passa davanti ad un'edicoletta di campagna con l'immagine della Madonna.
Ecco il passo della novella:
...Nello sconvolgimento della coscienza, Bobbio all’improvviso aveva provato un tremore, un tremito di tenerezza angosciosa per se stesso, che soffriva, oh Dio, soffriva da non poterne più. La carrozza passava in quel momento davanti a un rozzo tabernacolo della SS. Vergine delle Grazie, con un lanternino acceso, pendulo innanzi alla grata, e Bobbio, in quel fremito di tenerezza angosciosa, con la coscienza sconvolta, senza sapere più quello che si facesse, aveva fissato lo sguardo lagrimoso a quel lanternino, e... Ave Maria...
Il Notaio, filosofo ed ateo recita con devozione insperata la preghiera alla Madonna ed ecco il miracolo:
E, all’improvviso, un silenzio, un gran silenzio gli s’era fatto dentro; e, anche fuori, un gran silenzio misterioso, come di tutto il mondo: un silenzio pieno di freschezza, arcanamente lieve e dolce.Si era tolta la mano dalla guancia, ed era rimasto attonito, sbalordito, ad ascoltare. Un lungo, lungo respiro di refrigerio, di sollievo, gli aveva ridato l’anima. Oh Dio! Ma come? Il mal di denti gli era passato, gli era proprio passato, come per un miracolo. Aveva recitato l’avemaria, e... Come, lui? Ma sì, passato, c’era poco da dire. Per l’avemaria? Come crederlo? Gli era venuto di recitarla così, all’improvviso, come una feminuccia...
Lo sconvolgimento del Notaio è tale che pone in dubbio tutte le credenze filosofiche sino a quel momento coltivate.
Riuscirà il "nostro eroe" a superare il terribile dilemma tra la "superbia" tutta umana della filosofia e la "ingenuità" misteriosa della religione?
La risposta a Voi che avrete il piacere di leggerVi la novella...
Saluti, by M.

lunedì 6 agosto 2012

SOTTO L'OMBRELLONE: CELLULARI, LIBRI, MUSICA E NON SOLO



Non solo sdraio e pennichella. Stranamente, da quel che vedo, gli italiani sotto l'ombrellone si annoiano e quando non c'è qualche bella vicina (o vicino) da importunare tentando l' "aggancio", ci si dedica ad una miriade di attività che vale la pena, così, di annotare a margine. 
Secondo le statistiche, racimolate qua e là, in cima alle "occupazioni" ombrellifere c'è il cellulare. Ovviamente non quello solito, scarno, ma quello hi-tech, che ti consente di messaggiare, entrare in chat e sul Web. I più scalmanati hanno pure l'auricolare. 
A proposito di auricolare, prende piede in modo incontrollabile tra i più giovani l'i-pod e tutti i suoi consimili. Musica a tutto spiano, magari intercettata alla meno peggio su internet o trasmessa wi-fi.
Per chi ha paura di perdere il cellulare in spiaggia o che glielo freghino o semplicemente ne è stufo, ritornano i vecchi giornali scandalistici e di gossip. L'ultimo pettegolezzo su Belen o le tette al vento di qualche matura lady vip gonfiano le vele gossippare, specie d'estate e così tutti a cerca di "esclusive"  e dell'ultima foto. 
Poi, strano a dirsi i libri. Raro vedere l'e-book reader sulle calde sabbie nostrane. Nelle arse mattinate d'estate, sotto la canicola, ritornano i libri cartacei nelle mani degli italiani, per un divertimento tutto sommato a buon prezzo e che ci appassiona. Libri, proprio così, meglio se formato ridotto o in brossura, più facili da sistemare nel borsone a tracolla o, magari, nella tasca dei pantaloni. Non c'è un gusto unico e, talvolta, il lettore occasionale si accontenta di quel che trova in edicola, sotto forma di strano allegato a qualche periodico di turno. 
Niente di più sbagliato. Se proprio avete voglia di leggere, fatelo bene. Combattete la pigrizia (non solo intellettuale) e recatevi in qualche libreria che, magari, fortunosamente è rimasta aperta durante il mese di agosto. Oppure, se volete risparmiare pure lì, riscoprite il gusto di andare in qualche biblioteca pubblica, di consultare i cataloghi e farvi prestare uno o due testi. 
Può essere interessante andare a qualche incontro con gli autori: d'estate abbondano, anche nei piccoli centri, magari incorniciati da festival del libro o da premi che, se non hanno il prestigio dello Strega, quantomeno hanno il pregio di illuminare per un momento un'opera o un autore sconosciuto ai più. 
In giro, nella mia spiaggia ho visto di tutto: da Umberto Eco a Stephen King, passando per i soliti Camilleri, Lucarelli, Carofiglio, Higgins, Highsmith e qualche autore svedese dal nome impronunciabile. 
Mi ha fatto tenerezza scoprire anche che nell'immenso e dispersivo universo letterario "da spiaggia" una signora stava leggendo una copia del mio "Esame incrociato". Non eravamo certo a Rimini, in Costa Azzurra o Costa Smeralda. Ma a me sta bene così. In fondo, anche Manzoni era soddisfatto dei suoi "ventiquattro" lettori...
By M. 


mercoledì 1 agosto 2012

CALA IL GETTITO FISCALE NEL PRIMO TRIMESTRE 2012 E MONTI FA IL "SORDO"


Stringi, stringi, finché alla fine soffochi.
Monti-Pinocchio, forte delle sue entrate "iva-esenti" (traduci: stipendi, prebende, indennità e premiuzzi vari) ha saccheggiato le tasche degli italiani, ha gridato lotta ai banditi dell'evasione dicendo che sono la sciagura dell'Italia, è andato sotto gli ombrelloni per controllare scontrini e fatture, ma alla fine?
Le bugie hanno le "gambe corte" o il "naso lungo".
Fate voi. 
Sta di fatto che il gettito fiscale riscosso nei primi quattro mesi del 2012 è inferiore di 3,477 miliardi rispetto alle ultime previsioni del governo.

Lo rilevano la Ragioneria generale dello Stato e il Dipartimento finanze nel monitoraggio sull’andamento delle entrate.
Tre miliardi e mezzo in meno di euro. 
A questo si aggiunga lo "spread" che pare se ne faccia una pippa delle politiche montoniane, seguendo logiche speculazionistiche e le agenzie di rating che, improvvisamente, sono diventate mere "opinioni". Peccato che i mercati la pensino diversamente. 
La soppressione dei consumi, la chiusura delle iniziative imprenditoriali, la pressione fiscale aumentata in modo esponenziale, il rastrellamento delle risorse e l'aggressione ai risparmi hanno portato a tutto questo. 
Quousque tandem Caro Monti abutere patientia nostra?
Un governo politico che avesse ottenuto gli stessi pessimi risultati sarebbe da un pezzo a casa con il cappello di asino sulla testa. 
Monti diventa l'intoccabile, perché... non vi è di meglio. 
Eppure basterebbe poco. 
Allentare la morsa fiscale, incentivare i consumi, rilanciare la produttività di piccole e medie aziende, costringere le banche ad aprire i forzieri per finanziare la produttività, controllare gli sprechi di Camera e Senato ( e sono davvero tanti).
Ma come fa il buon Monti? Non dimentichiamo, del resto, che lui è stato fatto senatore a vita prima di prendere il posto di presidente del consiglio da quel buon vecchietto di Napolitano.
Come dire che una mano lava l'altra. 
Mi fa ridere la pseudo-riforma della giustizia, quella del taglio dei Tribunali, quella che in tre anni (forse, ma molto forse) dovrebbe arrivare a fare risparmiare 50 milioni di euro....
Questi asini del Governo se ne sono mangiati SESSANTA VOLTE tanto in appena 4 mesi, costringendo  gli italiani alla fame ed alla disoccupazione, facendo chiudere migliaia di imprese e portando alla fame intere famiglie. 
GOVERNO MONTI SEI BOCCIATO, VATTENE A CASA!!!
By M.




sabato 21 luglio 2012

VINO E LIBRI A CAMPOBELLO DI MAZARA: IL 26 LUGLIO ORE 21,30 SI PRESENTA ESAME INCROCIATO

"In Vino Liber", facendo il verso alla locuzione latina "in vino veritas".
A Campobello di Mazara gli amici dell'Associazione Culturale "Gandhi" con un ampio parterre di supporters hanno dato vita ad un mini-festival del libro e della buona cucina, condita dall'assaggio di vini di eccellenza. 
La manifestazione si snoda in otto appuntamenti alternati tra il ristorante "Don Gaspare 900" e l'ospitalità della Lega Navale. 
Giorno ventisei luglio alle ore ventuno e trenta  tocca a 


Ecco il programma della serata: 

Oltre all'ospitalità rinomata dell'associazione, ci sarà la proiezione del nuovo book trailer, l'intervento del Presidente del'Associazione, dell'avvocato Nuccia Sabella, lettore d'eccezione di Esame incrociato, il dott. Davide Romano editore del romanzo che illustrerà la scelta di puntare sul filone del c.d. "giallo siciliano" con autori tutti da scoprire e valorizzare. E, naturalmente, il sottoscritto che spera, come sempre, di non annoiarvi e di trascorrere un piacevole dopocena con voi nella bellissima cornice di Torretta Granitola. 
Un salutone a tutti, By M.



martedì 17 luglio 2012

LA LIBERAZIONE DEI TERRITORI DI MAFIA DALLA GIUSTIZIA ITALIANA




Questo post non vuole essere contro nessuno. Né vuole protestare “localismi” o “campalinismi”.
E’ solo una semplice constatazione di fatto.
Per fortuna non tutto è perduto e gli errori sono rimediabili.
Basta un tratto di penna.
Cosa Nostra ha combattuto per decenni per l’autonomia del suo territorio dalle briglie dello Stato.
E’ un territorio particolare: grosso modo si tratta di un triangolo che racchiude la parte centrale delle province di Palermo, Trapani ed Agrigento. E’ un territorio isolato, privo di adeguate vie di comunicazione. Lontano dai grossi centri abitati e dalle città. Aspro e forte.
E’ il territorio dei Bagarella, Brusca, Messina Denaro, Riina, Greco, etc….
Questo territorio è stato bagnato dal sangue di innocenti ed eroiche vittime della mafia. Tante, troppe per poterle elencare tutte. Ve ne sono di tutti i tipi: carabinieri, politici, avvocati, braccianti agricoli, casalinghe,…
Ecco il territorio in questione, tristemente noto alle cronache come il triangolo della mafia:



Questo territorio, oggi, grazie alla sciagurata revisione delle circoscrizioni giudiziarie E’ PRIVO DI PRESIDI GIUDIZIARI!!!

Sembra assurdo ma così è.

In questo territorio, dimenticato dalla ministro Severino, l’unico Tribunale con Procura annessa è quello di SCIACCA che l’inerzia politica, il disinteresse e la mancanza forse di adeguate raccomandazioni (o peggio di ingannevole collusione con Cosa Nostra?) ha condannato ad essere cancellato, così come le Sezioni staccate di Castelvetrano, Partanna, Corleone, etc....

Il territorio di SCIACCA è sottoposto alla “cura” amorevole e sanguinaria delle cosche facenti capo al boss Messina Denaro ed alle sue “figliolanze” di Sambuca di Sicilia, Sciacca, Burgio, Villafranca Sicula, Ribera, sino ad arrivare ad Agrigento.

Lo Stato ha combattuto per decenni una guerra truce e sanguinolenta per difendere questo territorio, per riappropriarsene. Ci sono state vittime eccellenti, uomini e donne che si sono sacrificati sull’altare della legalità: magistrati, carabinieri, poliziotti, casalinghe, politici.
Ci sono stati i “Vespri Siciliani”, l’esercito per presidiare questa terra e rendere visibile ed intransigente la presenza dello stato!
La Palermo-Sciacca, bloccata da decenni dalla mafia, è stata battezzata “La strada della Liberazione” dall’allora Ministro Di Pietro che venne ad inaugurare di persona l’ultimo tratto!

Ci sarà un motivo ed una logica in tutto questo?
La mafia non vuole tribunali, non vuole caserme, non vuole procure, non vuole giudici o avvocati. Non vuole strade, non vuole televisioni. Non vuole giornali.
Vuole starsene tranquilla, per i fatti suoi, isolata ed indisturbata, tenendo sotto il feroce tallone della paura la popolazione.

Per allentare la morsa dello Stato, Riina e compagni si sono dovute inventare le “stragi”, poi il “papello”, poi le trattative segrete con apparati deviati e politici corrotti.

Niente. Nessun risultato concreto. Lo Stato si era difeso ed aveva difeso il territorio. Metro per metro. Città per città.

E’ bastata una sciagurata riforma, partorita da qualche mente malata, che non conosce in alcun modo il territorio siciliano, che non ha mai partecipato alla guerra per la legalità per cancellare i risultati di decenni di lotta alla mafia.

C’è gente in galera per molto meno.
Di cosa dovrebbe rispondere un ministro che intende cancellare i presidi giudiziari dai territori di mafia? Concorso esterno? Collusione? Associazione?
Fate voi!

Una volta in Sicilia, le persone oneste, per non subire le angherie e le vendette delle “coppole storte” si fingevano pazzi per potere dire apertamente no alla mafia, mentre il popolino li derideva e li insultava.

Oggi, mutatis mutandis, mentre in Sicilia ci si danna per riscattare le coscienze da un giogo criminale, a Roma basta qualche parola in più o in meno, un numero in più o in meno su un decreto per condannare un popolo.

E noi siamo diventati i “pazzi”, che in nome del localismo, gridiamo la verità a governanti sordi.

Non chiamatela Italia.

Falcone, Borsellino, Guazzelli, Lipari, Saetta, Cassarà, La Torre, Morvillo, etcc…. quanto sangue dobbiamo sbattere in faccia a questo governo che deve per forza comprendere che il territorio non si abbandona? Che non esiste alcuna valida ragione perché lo Stato abbandoni a se stessa una popolazione che ha dimostrato con il proprio sangue di non volere condividere le logiche mafiose?

Eh già, ma noi siamo “pazzi”. Pazzi e campanilisti. Anzi, “localistici”. Vi facciamo ridere nel chiuso dei vostri palazzi romani da milioni di euro e nel morbido delle vostre poltrone.

Baciamo le mani, Donna Severino!

Lei con questa riforma, non solo ha cancellato la giustizia dalla Sicilia Occidentale, ma, di fronte ai mafiosi  è diventata honoris causa “Capobastone”. Con lode e con il massimo “rispetto”.
Ha fatto capire a Cosa Nostra che non bisogna fare “scruscio”, rumore. Vale più una penna che cento lupare.
E’ la logica dei nuovi boss. Di Messina Denaro: “le cose si accordano, non si sfasciano”.
Le spetta il posto d’onore con tanto di coppola.
Forse le faranno pure i “santini”, così le nuove leve di Cosa Nostra la benediranno e si pungeranno le dita sulla sua immagine. E il sangue di questi giovani deviati le macchierà il viso. Altro sangue. Che ricadrà sulla coscienza di chi vuole questa scellerata riforma.

In nome dei martiri della Repubblica, il cui eroismo ha difeso la terra siciliana La invito a fare un solenne passo indietro sulla inutile e dannosa riforma delle circoscrizioni giudiziarie in Sicilia, mantenendo il Tribunale di Sciacca con la Procura della Repubblica ed i presidi giudiziari locali nei territori di mafia, che – anzi – hanno bisogno di essere potenziati ed incrementati!!!

Non è localismo, né pazzia, ma solo voglia di legalità.

Quella stessa legalità che Lei come ministro della Repubblica deve far rispettare.

Si strappi con disgusto la coppola nera che già le hanno messo sulla testa e non consenta a Cosa Nostra di prosperare sul territorio, impunita ed incontrollata. Non diventi serva sciocca dei poteri deviati collusi con Cosa Nostra.

Si ricordi che la mafia nasce in Sicilia, che i grossi latitanti stanno nascosti in Sicilia e che più la mafia è impunita a casa sua, più si sente potente ed in grado di esportare mezzi ed uomini in tutta Italia per imporre la sua logica di violenza e di sangue.

Non diventi il ministro che ha fatto il maggior favore ai mafiosi nella storia italiana e non si faccia ricordare nella storia come colei che ha cancellato quanto di buono lo stato italiano aveva fatto in Sicilia in 150 anni dopo tante lotte e tanto sangue.  

Sono fiducioso nella sua intelligenza e nella sua onestà, nelle quali ripongo la massima fiducia, assieme a milioni di siciliani

                                                                                                  Michele Barbera