martedì 16 giugno 2015

IL NUOVO “CASO” DI SCIACCA: OVVERO COME TI SBROGLIO IL TRAFFICO

Gran bella gente i saccensi. Lo dico sul serio. Li frequento da decenni e ne apprezzo le qualità, prime fra tutte la disponibilità e la passionalità. Sì, dico, la passionalità. Quando si “fa prendere” per una cosa, il saccense vi butta dentro tutto il suo cuore, il suo entusiasmo e la sua passione. Così è per il carnevale, per la pesca, e… tante altre cose. Non per nulla è la città del famoso “Caso”, la saga di due famiglie dei secoli andati che si accapigliarono per una imbrogliata storia d’amore. Non so se Shakespeare ha, in qualche modo, tratto ispirazione da Sciacca, ma la storia si ripete.
A modo suo, ovvio.

Così anche a noi capita di essere travolti dal destino e di diventare testimoni inconsapevoli di eventi che (chi lo sa…) un giorno potrebbero diventare materia di esegesi per gli storici.
Frequento Sciacca ogni giorno e mi capita spesso di dovermi spostare da un capo all’altro della città. Capita di dover attraversare la Via Amendola, una strada a doppio senso che rappresenta (scusate l’azzardo) il cordone ombelicale che collega la Perriera (Uffici, Caserme, Commissariati, Tribunale, etc…) alla Marina, cioè a dire la zona bassa della città. Onestamente, anche nelle c.d. “ore di punta” non è che ho constatato mai tutto stò gran traffico… al massimo otto, nove vetture in ordinata fila che scivolano nelle varie direzioni. L’abbozzo di rotonda all’incrocio con la Via Ovidio aveva ordinato ulteriormente il traffico. Il vero problema era costituito dal “parcheggio selvaggio” da ambo i lati in doppia fila che restringeva, fin quasi ad ostruirla, la carreggiata. E’ stato questo (a parte qualche piccolo “crollo” e qualche guasto alla fognatura e/o acquedotto di turno) a rallentare il traffico.
L’altro giorno, ahimè, scendo dalla Via Amendola verso Via Lido. Dovevo far firmare dei documenti e vedere un paio di persone. Al ritorno, TOH!, trovo uno sbarramento di cui non mi ero accorto:  la via Amendola chiusa al senso di marcia in salita. Dietro di me si ferma un’altra vettura. Ci guardiamo con la stessa espressione sbigottita. E una domanda ci assale: perché?
Si affianca un pescatore con l’Ape, ci guarda e fa sardonico: Chi ffà? Arristastivu alluccuti? Ficiru la spittizza! (tradotto: “che fa, siete meravigliati? Hanno fatto la furbata!”)
Con il malcapitato “collega” automobilista ci fu un rapido consulto. Percorrere tutta la Via Lido e risalire dall’altro capo della Perriera? Fare cinque e passa chilometri in cambio di 50 metri? Oppure risalire dall’altro lato percorrere tutto il ponte della Perriera, traffico e semafori annessi, per ritrovarsi poi sempre alla rotonda di Via Amendola, altri chilometri ed altro tempo perso? Oppure percorrere il disagiato ponte del Cansalamone, uscire da Sciacca e reinfilarsi dalla S.S. 115 alla Perriera, sei chilometri e passa?
Alla fine mi sono perso a girovagare, clacsonando dietro un camion per tutta la Via Lido e maledicendo tutti i diavoli protettori del traffico. Risalendo dalla Perriera in contrada Foggia, ho sbagliato traversa ed ho allungato il giro ( e le maledizioni).
Ma ho scoperto la storia. Sciacca ha un nuovo “caso” storico: il senso unico di Via Amendola. E io posso essere testimone. Come tutti i “casi” nasce da un inghippo, un equivoco, da una sciocchezza macroscopica, poi diventerà caso politico, rivendicazione personale ed alla fine, perché no, un fatto d’onore. Siamo già a buon punto.  Non ci resta che aspettare un emulo di Shakespeare in versione digitale, armato non di penna d’oca, ma di un buon tablet.
E pensare che sarebbe bastato vietare il parcheggio nelle zone adiacenti la rotonda e lungo Via Amendola per far scivolare meglio il traffico. L’ambiente e la qualità della vita non si migliorano mantenendo le automobili nelle strade e costringendo i malcapitati automobilisti a fare giri cervellotici, roba che per arrivare dalla Marina alla Perriera ci vuole il navigatore satellitare.
Ma si sa la storia vuole le sue vittime.
By Michele Barbera