lunedì 23 maggio 2016

IL PIACERE DI LEGGERE: IL MIO DIO E’ NERO DI NICOLETTA BONA


Emozioni e sentimenti, che si alternano in un sapiente e ben dosato gioco di luci ed ombre e che scatenano nel lettore emotività ancestrali. 
La vicenda di Sara, pittrice ma soprattutto donna, è una storia intrisa di dolore e di sofferenza, ma anche di rabbia e di voglia di riscatto. Nessuno e niente riesce a piegare questa eroina nelle sue mille battaglie quotidiane, perduta tra il desiderio di lottare e vincere e la tentazione di cedere a compromessi. Non è una esistenza semplice quella di Sara, la protagonista del romanzo, che ha una sua dimensione magica nell’arte, quell’arte che “non si può insegnare, né imparare”, in cui gli oggetti che si dipingono “sono creature informi che nascono dentro di te, le realizzi con le mani, ma le crei col cuore. E’ il potere straordinario di visione che è in noi a far assumere forme concrete alle astrazioni”. E’ l’arte in cui Sara si rifugia a renderla impermeabile al male di vivere, l’orrore che si nasconde nella banalità del quotidiano che ha lasciato su di lei cicatrici difficili a rimarginarsi. Sara è tutta se stessa anche quando combatte chi vuole mercificare  la sua arte e lei stessa e chi si è approfittato dei suoi sentimenti.
Il lettore accompagnerà Sara fin nei suoi abissi esistenziali, ed al contempo si solleverà con lei in quei momenti, rari, in cui la nostra eroina recupera il dono prezioso della serenità, quella che l’autrice definisce il tormento della gioia.
La scrittura, raffinata e piacevolmente scorrevole di Nicoletta Bona, si tinge di liricità pura quando “dipinge” i sentimenti – tutti al femminile – di Sara, le sue pulsioni, i suoi ideali nei quali crede profondamente e che la sorreggono in un vissuto che arriva a mettere in crisi il rapporto con il padre e con la madre, figure che si nutrono di astrazione, ma che – al contempo - sono terribilmente concreti.
Non vi sono mezze misure nella prosa di Nicoletta Bona che è capace di tirare fuori dall’animo del lettore una profonda empatia per Sara, vittima, suo malgrado, di eventi che la colpiscono con violenza nel suo intimo essere di donna.  
Il messaggio ultimo del romanzo, declinato tutto al femminile, è, però, profondamente positivo, pieno di speranza, di riscatto, della voglia di cambiare, se non il passato, che ormai ha scavato il suo solco di dolore, di sicuro il presente, un presente solidamente in mano a Sara, intimamente e fortissimamente donna.

By Michele Barbera

venerdì 20 maggio 2016

IL PIACERE DI LEGGERE: 101 STORIE SULLA SICILIA CHE NON TI HANNO MAI RACCONTATO DI DANIELA GAMBINO

Daniela Gambino ama la Sicilia. E la ama non solo in modo “viscerale” e personalissimo, come lei stessa confessa nella spumeggiante introduzione di questo viaggio “tra le righe” di una Sicilia sconosciuta, ma la ama per come è, misteriosa, contraddittoria, incredibile, oscena ed inamovibile. Palermitana “doc”, sino al midollo e dotata di una penna creativa, fantasiosa, intensa e passionale, Daniela accompagna il lettore per mano, sino nei recessi più sconosciuti e magici dei miti, personaggi e leggende di quest’isola, resa unica dalla sua storia. 101 storie che fanno il giro della Sicilia, del suo passato e del suo presente, storie che Daniela Gambino, con garbo e freschezza inimitabili racconta al lettore con la leggerezza del dialogo fra due amici sinceri che si incontrano al bar. Impossibile riassumere le mille trame che richiamano le pagine incantate di questo libro dove “Petru Fudduni”, professionista della “slam poetry”, un “Bukowsky” dei sobborghi palermitani, “praticamente irresisistibile”, si accompagna alla favola vera di Casimiro Piccolo “che conosceva gli elfi”. Il lettore, preso dalla storia delle “ceneri di Pirandello”, si ritroverà di fronte anche il mistero delle origini messinesi di Shakespeare, una querelle che ancora oggi tormenta il mito-realtà del drammaturgo inglese. Luoghi, persone, cose, misteri nella originalissima guida della giornalista palermitana che saprà catturarvi e deliziarvi come una moderna Sheherazade. Diceva Goethe che in “Sicilia si trova la chiave di tutto” e il libro di Daniela Gambino ne è una prova forte. Quando giungerete alla fine di questo viaggio da mille ed una storia, vi accorgerete non solo di non conoscere la Sicilia (anche se vi piccate di essere siciliani), ma anche di volerla amare, nelle sue contraddizioni, nei suoi eccessi, nei suoi misteri, una Sicilia fascinosa e sofisticata come una donna altolocata, eppure autentica e passionale come le “gelsominaie” della piana di Milazzo, autrici di uno storico sciopero. Ma dopo volerla conoscere ed amare, della Sicilia scoprirete che non potete farne più a meno. Ecco, forse questo è il mistero più intrigante ed assoluto, l’incantesimo fatale che il libro di Daniela vi trasmetterà.
Nota a margine: imperdibile, a questo punto, anzi quasi doverosa, una capatina al sito Cose da fare in Sicilia  , un fisiologico e complementare pendant del libro, quasi un ipertesto, editato con professionalità ed il consueto ed effervescente entusiasmo da Daniela e da un'affiatata redazione per conoscere e gustare la Sicilia che merita. 
By Michele Barbera 

martedì 17 maggio 2016

LA LUNA SCOMPARSA: PRESENTAZIONE A FURCI SICULO





Quando un romanzo è finito, cessa in quello stesso istante di essere "proprio" dell'autore, il libro incomincia a camminare per conto suo. Come una barca va incontro al suo particolare destino, incrocerà i gusti, il piacere dei lettori, finirà in sconosciuti scaffali, a tenere compagnia ed a allietare con qualche ora di lettura chi vorrà sfogliare le sue pagine. Sarà compagno fedele di coloro che lo vorranno custodire e condividere con lui i segreti delle sue pagine.

Il litorale di Furci Siculo

Ho sempre vissuto con trepidazione questo momento, e, generalmente, la prima presentazione è il varo di quella barca, il battesimo, l'attimo fatale in cui si sciolgono le vele. 

Furci Siculo ha ampiamente meritato questo evento, proprio perché il romanzo de La luna scomparsa nasce e si svolge lì, in quest'angolo di Sicilia incastonato tra due torrenti e che digrada dolcemente verso il mare.  
Evento che è particolarmente ricco e gratificante perché è prevista la presenza di Domenico Cacopardo, grande scrittore siciliano contemporaneo, appassionatissimo di gialli ed ideatore del personaggio di Italo Agrò. Ad accompagnare Domenico Cacopardo è la prof.ssa Pina D'Alatri, lettrice attenta e raffinata, la persona giusta per incorniciare culturalmente il romanzo. 
Né, debbo essere sincero, vi sono state "difficoltà" per il nostro maresciallo Massimo Liberti a trasferirsi dalle maestose ed intriganti cime degli Appennini al dolce litorale jonico per affrontare un mistero che affonda le sue radici nel tempo, sino a scontrarsi con un'inquietante presenza fenicia.
Il maresciallo ha indagato come da solito suo, magari in modo scomodo, spigoloso, ma prendendola sempre con...filosofia.
E poi, mi ha confidato a quattr'occhi, che è rimasto favorevolmente impressionato dalla Sicilia e... dai siciliani. 
Che sia la premessa per un nuovo ritorno nella nostra meravigliosa isola?
By Michele Barbera