domenica 21 settembre 2014

LA BANDA “GFOREX s.p.a.” ALLA SBARRA: UDIENZA PRELIMINARE AL TRIBUNALE DI MILANO



Finalmente Spinardi, Di Fonzo e compagni cominciano a rendere conto pubblicamente di quello che hanno fatto, di come hanno spogliato quattrocento famiglie italiane dei loro risparmi, e degli intrallazzi che hanno sostenuto gli accordi che avevano con uno dei più grandi truffatori mondiali di tutti i tempi: RIAZ, che, ancora è impunito sotto l’egida islamica di una giustizia degli Emirati falsa e che consente ad uno dei maggiori criminali mondiali, ladro e truffatore di starsene a vivere in mezzo ai lussi a godersi indisturbato e corrotto il bottino delle rapine perpetrate ai danni delle famiglie “occidentali”, infedeli e – perciò – non degne di una protezione giuridica agli occhi bendati di un sistema islamico fascista e corrotto.
Ci domandiamo: se RIAZ avesse truffato qualche potente arabo sarebbe ancora in giro o… gli avrebbero tagliato le mani e buttato in fondo a qualche carcere sperduto nel deserto a morire di inedia? Ma, tanto, ha truffato gli “occidentali”, gli infedeli…
C’è rabbia, tanta rabbia che trapela nelle mail che in questi giorni risparmiatori, legali e tutti gli interessati si sono scambiati su quella che, all’inizio, appariva solo come una indiscrezione. Per la verità dopo le centinaia di esposti e denunce che sono fioccati sull’operato di Spinardi, Di Fonzo e gli altri correi ci si aspettava che la fissazione dell’udienza preliminare venisse pubblicizzata adeguatamente dalle istituzioni, anche per consentire un’adeguata partecipazione al processo dei risparmiatori truffati (c’è gente che ha pensato al suicidio dopo avere perduto i risparmi di una vita per i loschi traffici perpetrati dai delinquenti accoliti di RIAZ).
La debbono pagare, sputare fino all’ultimo centesimo, risarcire quelli che hanno derubato. Facile pensare che scelgano il commodus discessus,  l’uscita di comodo, magari qualche patteggiamento di fortuna.
L’Avv. Zanetti, Curatore della GFOREX s.p.a., da noi interpellato, ci ha scritto che ha già chiesto al Giudice l’autorizzazione a costituirsi parte civile davanti al GUP Dott. D’Arcangelo davanti a cui mercoledì (24/09/14) compariranno i protagonisti di questo scandalo silenzioso.
E se già c’era chi voleva fare sit-in e cortei di protesta davanti al Tribunale, bisogna subito dire che si tratta di una udienza in camera di consiglio, a porte chiuse, dove il pubblico non è ammesso.
Molti tenteranno la via della costituzione di parte civile. E’ chiaro che è ardua per chi non conosce gli atti del processo, la richiesta di rinvio a giudizio ed i capi di accusa ed i relativi imputati. Per questo è importante che non si interrompa il filo dell’informazione del “fare-girare-le-carte”. Accendiamo i riflettori su questa vicenda processuale: sarà bene capire come si comporta ognuno, se la Curatela spinge per la tutela dei risparmiatori-creditori, se la Procura farà il salto di qualità su RIAZ.
E poi, in molti si chiedono che fine hanno fatto le analisi e le indagini finanziarie. I numeri di conto sono pubblici, circolano sulla rete, chi vi scrive ha estratti conto e documentazione contabile, ottenuta con indagini difensive che parlano chiaro: il circuito economico della GFOREX s.p.a. era drogato, impazzito, frenetico, un colabrodo da cui tutti attingevano, derubando e spogliando i conti di deposito. Soldi che dall’Italia venivano bonificati alle Isole Vergini (sì proprio la sede della truffa internazionale “Capricorn”) da lì in Svizzera, negli Emirati, oppure dirottati a conti personali dei “soci” della GFOREX, senza escludere prelievi “personali” di ASHRAF (l’alter ego londinese di RIAZ) I soci della GFOREX s.p.a.. Spinardi, Di Fonzo & C. sapevano con chi avevano a che fare. RIAZ non era uno sconosciuto. Hanno spartito la torta assieme a lui, fregando chi si era fatto abbindolare in buona fede, impegnando i propri risparmi, magari per favorire l’amico promotore.
No ai patteggiamenti a buon mercato, senza vincoli al risarcimento del danno!
I responsabili debbono pagare e non è possibile tollerare che questi criminali siano in libertà a godersi il maltolto. La nostra guerra non cessa davanti il portone del Palazzo di Giustizia: le aule saranno il campo di battaglia ed, ancora di più, lo saranno gli ambiti istituzionali e le strutture politiche.
Teniamo alta la guardia e l’attenzione su “GFOREX s.p.a.”: non è finito nulla, anzi, ora inizia tutto. Pensiamo che RIAZ alla faccia di 400 famiglie italiane si sta godendo, evidentemente con l’ausilio di qualche potente locale corrotto, il bottino rubato su scala mondiale alle economie occidentali. E si tratta di centinaia di milioni di dollari. 
E chi lo sa, magari sotto l’ombrellone di RIAZ, lì sulle spiagge artificiali di Dubai, costruite con i petrodollari, c’è ancora qualche sdraio vuota che aspetta lo Spinardi o Di Fonzo di turno o il Duquette di passaggio, magari “graziati” da qualche patteggiamento di comodo o da scorciatoie processuali che premino le loro lacrime di coccodrillo.

By Michele Barbera 

venerdì 19 settembre 2014

L'ELIMINAZIONE DELLE FERIE PROCESSUALI: LA VERITA' TRA FALSI MITI E COMODE BUGIE


E’ ormai uso "solito" di ogni governo “riformare” la giustizia. 
Solo che, chi vi scrive ha un ventennio di avvocatura sulle spalle e diversi anni di Vice Pretore e Giudice a Latere onorario, paradossalmente ogni riforma non ha portato altro che rincari (anche del 1000 per cento) dei costi dei processi, complicando con artificiosi meccanismi, inutilmente la vita a magistrati ed avvocati ed agli utenti nell’ovvio, evidente e deprecabile intento di “scoraggiare” gli utenti ad intraprendere la tutela delle proprie ragioni davanti al Tribunale. Per eliminare l'epidemia, si ammazzano i malati.
Domando: meglio allora la giustizia fai-da-te? O quella del don Totò di turno? O forse bisogna regredire ai tempi di mazza e clava?
La giustizia è un diritto, non un privilegio!
Detto questo, per sconfessare l’ultima asineria, debbo affrontare la questione delle “ferie processuali”.
Sfatiamo subito un mito: chi s’immagina che dal primo agosto al quindici settembre avvocati e magistrati sono in panciolle sotto l’ombrellone a leggere quotidiani ed a sorbire coca-cola, sbaglia di grosso ed è o uno stupido in malafede o uno che non ha mai frequentato palazzi di giustizia e studi di avvocati.
Intanto durante il periodo feriale si sospendono solo certe categorie di udienze e solo certi termini.
Chi vi scrive è stato in Tribunale a partecipare ad udienze civili sino all’undici di agosto (sì, sì!) ed assieme a me c’erano magistrati, avvocati ed impiegati di cancelleria! 
Ormai tutti (dico tutti) gli studi legali si sono attrezzati per “coprire” il periodo estivo con turni e rendersi reperibili per ogni evenienza. I difensori di ufficio sanno che potesse essere ferragosto debbono intervenire ( e capita più spesso di quanto si pensi) in Procure, Caserme, Commissariati, carceri. I magistrati sono a turnazione obbligatoria e la reperibilità è “h24”.
Ma, con tutto ciò, le ferie processuali sono preziose, anzi indispensabili.
Infatti, il rallentamento delle udienze, consente ai magistrati di studiarsi i fascicoli e di scrivere i provvedimenti, agli avvocati di approfondire i casi allo studio senza lo stress quotidiano delle udienze e delle inevitabili perdite di tempo e di accavallamenti di udienze che spesso restringono l’attività di studio.
Una giustizia frettolosa, statistica, cifraria non è una buona giustizia. Né lo è una giustizia d’elite buona solo per i ricconi.
Un mio maestro raccomandava ai clienti di trovarsi prima ancora che un buon avvocato un buon giudice che con la calma e la serenità d’animo necessarie potesse decidere in modo equo e giusto. Tanto i magistrati che gli avvocati hanno bisogno di studiare i fascicoli e di amministrare la giustizia con oculatezza.
Che pena quando, dopo anni di causa e di istruttoria, il cittadino si trova di fronte a sentenze “ciclostilate”, telegrafiche, dove si sorvola su tutto ciò che (al giudicante) non pare essenziale. E poi ci lamentiamo degli appelli. Spesso è l’utente, che di fronte ad una sentenza lacunosa, spinge l’avvocato ad impugnare la sentenza di primo grado che gli da torto.
Dunque, serenità, oculatezza e accuratezza: tre qualità di una pronuncia che qualificano anche la Giustizia.
Per snellire i processi occorre eliminare le attività inutili ed i tempi morti. Si può fare con quattro punti che sono a costo zero e che avrò il piacere di “svelarvi” in un prossimo post.

 By Michele Barbera

domenica 14 settembre 2014

L’UMANESIMO TRAGICO E PASSIONALE DI MAURO CROCETTA, ARTISTA E UOMO DI CULTURA


 
A noi il piacere 
di sognare
la libertà
di vivere
ed amare

(Icaro, M. Crocetta)

Drammaturgo, poeta, narratore, saggista, scultore. La personalità poliedrica di Mauro Crocetta racchiude la spasmodica ricerca dell’uomo moderno di un equilibrio nella disagiata società contemporanea. Sottile interprete delle istanze neo-umanistiche, Mauro Crocetta nelle sue sculture, nelle poesie e nei drammi ha saputo ben sintetizzare messaggi di dolore e di speranza universali, amplificati da un lirismo passionale e da forme-espressioni di una tensione emotiva che agita il cuore e l’animo dell’artista e dello spettatore.
In tanti si sono occupati di Mauro Crocetta e della sua opera: da Barberi-Squarotti a Carlo Bo, da Vittorio Sgarbi a Sandro Gros-Pietro, passando per Bonetto, Bucci, Parisi ed altri.
Ho avuto la fortuna di accostarmi alle opere ed allo spirito d’artista di Mauro Crocetta, presentati e sostenuti mirabilmente dalla Fondazione a lui intitolata con grande passione e ricchezza di entusiasmo.
La visita della sua casa-museo a Martinsicuro ha riservato emozioni inattese, un viaggio dentro l’arte e lo spirito di un uomo che ha lasciato un grande testamento di speranza universale, del dolore come strumento di redenzione. Mauro Crocetta ha affrontato nella sua arte i grandi temi della esistenza umana, senza indulgere a pietismi o a ipocrite ricostruzioni edulcorate. Il dolore, la cupezza, il mal-de-vivre acquistano attraverso le sue sculture una potenza espressiva sublimata nelle forme del mito arcaico, classico, rivissuto con una modernità impressionante.
“Non ho lacrime/ per piangere / i ricordi / per ridare vigore / alla vita”, lamenta Armonia mentre vede il corpo del suo amato Cadmo ricoprirsi “di orride squame”. E la ricchezza del mito, l’insuperabilità di una tragicità essenziale, diventa “metafora della fine del viaggio esistenziale, ma non del sentimento che ci ha uniti alla persona amata”. Così è per Mirra, vittima ed insieme carnefice della relazione incestuosa che l’ha resa gravida per opera del padre, che sublima il suo dolore e la rassegnazione ad una fine infelice nella preghiera agli “spiriti sacri del cielo e della terra”: “risparmiate / da tragica sventura / il corpo innocente / di mio figlio / raggelate le vene / ed il petto / dove triste s’annida / il mio dolore”. 
Diaspora, di M. Crocetta, 
Non si può rimanere impassibili di fronte alle parole di Crocetta e di fronte alle sculture che di quelle parole rappresentano la più viva ed autentica incarnazione: c’è una implementazione nell’arte di Crocetta unica nella storia. Egli riesce non solo a tradurre in vivide emozionanti parole le sue più profonde emozioni, ma riesce a renderle vive e tangibili, attraverso la sacralità del bronzo, attraverso l’immobile dinamismo delle forme martoriate, esasperate, vissute, tormentate.
L’occasione del Premio Teatrale a lui intestato e del MartinBook Festival, patrocinato dalla vulcanica, simpatica ed intraprendente Valeria Di Felice, preziosa presenza femminile nel campo editoriale, è stata unica per conoscere lo spirito e l’opera di Mauro Crocetta che merita un posto altissimo nella cultura e dell’arte contemporanea.
Un ringraziamento particolare alla gentilissima Maria Rosaria Sarcina, guida incredibilmente raffinata, garbata e sensibile al mondo del suo Mauro, compagno di vita.
La foto del post sono tratte dal sito dedicato a Mauro Crocetta che vi invito a visitare: http://www.crocettamauro.it

By Michele Barbera