lunedì 19 maggio 2014

SCRITTURA CREATIVA: PICCOLI CONSIGLI /1


A che dovrebbero servire i miei consigli da dilettante, quando già i siti Web sono inondati da manuali specializzati ed ogni autore, scrittore o poeta, si sente in dovere di condividere con i suoi lettori i segreti alchemici dell’arte antica della scrittura?
Credetemi, lo faccio solo per una egoistica comodità e per evitare tristi “copia-ed-incolla”  nelle varie mail che mi arrivano e che si ripetono chiedendomi di “svelare” il segreto della mia scrittura. Parto sempre dal principio secondo cui il fatto che io scriva è un conto, che gli altri leggano un’eventualità. Quindi, se non vi sentite interessati, potete tranquillamente passare oltre questo post senza tema di aver perso qualcosa di essenziale nella vita.
Per gli altri un po’ di pazienza per leggere queste righe.
Già , leggere. Questo è il primo vero, grande consiglio. Leggere. Leggere molto, tanto, state sicuri che non è mai troppo. Non mi fido di quei scrittori che prima non si qualificanocome lettori fanatici ed esasperati. Mi sforzo di leggere da 15 a 20 libri ogni anno. Di qualsiasi genere o specie. Cerco di capire perché taluni mi piacciono o perché talaltri mi risultano indigesti o stomachevoli. E quando scrivo cerco di non ripetere ciò che non mi va quando leggo (ad es. descrizioni barocche, periodi interminabili con decine di incidentali, ripetizioni, strafalcioni, et similia). Quando non capisco una parola, prendo il vocabolario. Non c’è nulla di male. A volte mi capita di riprendere in mano libri che avevo letto anni prima e non esito a rileggerli: è come ritrovare un vecchio amico. Nelle mie letture trovano posto anche autori misconosciuti o saggi astrusi: da tutti cerco di imparare il meglio (e di evitare il peggio!). Leggete, dunque, per capire, imparare, approfondire, confrontare, o per qualsiasi altro buon motivo che la vostra fantasia riesce a trovare.
Poi, lasciare libero sfogo alla creatività. Osare, osare sempre. Scrivere significa esprimere le proprie emozioni e se piango o rido non è che mi conformo a quello che fanno gli altri né mi sforzo di piangere o ridere come fanno gli altri o per far piacere agli altri. Scimmiottare è brutto e non paga (quanto meno alla lunga e “plagi” a parte). La falsità dei sentimenti o l’ipocrisia neanche. Un autore è padrone della propria opera quando esprime tutto se stesso. Altra cosa è la tecnica. Quella, poesia o prosa che sia, viene con il tempo, con l’esperienza, con l’esercizio, con il “duro” confronto con i lettori che devono essere sinceri con voi e non semplicemente “compiacenti”. L’esercizio, talento e capacità a parte, serve ad affinare i mezzi espressivi, ricercare ed adoperare quegli strumenti che necessitano per far capire agli altri ancor meglio quello che vogliamo dire. Non pensate di scrivere un best-seller a tavolino o su ordinazione. Solo in pochissimi ci riescono. Ed, in genere, si tratta di scrittori con nomi altisonanti, che hanno alle spalle tonnellate di pagine scritte e decine di libri editati (e, magari, qualche buono, volenteroso e dotato ghost-writer). Scrivere un libro non è mai un’equazione matematica. Piuttosto, definirei l’ispirazione dello scrittore un salto nel buio delle proprie emozioni. E così deve essere. Sta a voi poi accendere la lampada che deve illuminare quel buio.
Basta così. Per oggi. Il resto… quando ne avrò voglia.

By Michele Barbera 

venerdì 16 maggio 2014

IL LATO OSCURO DELL’ISLAM: IL MARTIRIO DI MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ ED IL RAPIMENTO DELLE GIOVANI STUDENTESSE

Vergogna. Disgusto. Orrore. Rabbia.
Entrambi gli episodi sono cronaca di questi giorni: la ventisettenne MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ è stata condannata in Sudan per essere cristiana! E per aver fatto adulterio con suo… marito!
Cristiana ortodossa, figlia di musulmano e di una cristiana ortodossa che l’ha cresciuta è stata condanna per apostasia ed adulterio alla pena dell’impiccagione e a cento frustate per adulterio.
Questa è follia pura, ingiustizia allo stato conclamato, crudeltà esasperata, fanatismo parossistico che deve indurre e far riflettere.
Mariam ha scelto. Ha fatto una scelta di fede, consapevole, matura. Ha diritto che questa sua scelta debba essere rispettata. E invece no. In nome di chissà quale dio Mariam è stata imprigionata assieme al figlio di due anni e pur essendo incinta all’ottavo mese.
Un giudice l’ha giudicata in termini di assoluta crudeltà luciferina. Chissà quale demonio ha agito per le labbra di questo giudice che ha pronunciato la condanna solo perché Mariam non ha voluto rinnegare la sua fede, la fede, così forte, così radicata, così immensa per la quale è disposta ad accettare il martirio.
E’ possibile tutto questo?
Stentiamo a crederlo. Ci hanno insegnato la tolleranza, della multirazzialità, del rispetto per la dignità delle donne. E allora battiamoci per fare rispettare quei valori su cui ci basiamo. Sui quali basiamo la nostra moderna civiltà cristiana e democraticamente occidentale ed umanista.
Mariam ha risposto a questo satanico giudice con una fermezza che difetta in quelli che osano chiamarsi cristiani e cattolici: “ Io sono cristiana. Perciò non ho commesso apostasia”, sapendo che con quelle parole si sarebbe pericolosamente avvicinata al patibolo. Quanti di noi avrebbero avuto la stessa fermezza?
Chiedo, auspico ed imploro un intervento forte per questa giovane madre, sposa e cristiana che di fronte a satana ha saputo serenamente difendere la propria fede. Non si può essere femministi solo nel mondo occidentale. Ma non si può essere solo femministi, invocare la parità uomo-donna. La questione è più radicale, oggettiva, assoluta: non si può sopprimere nessuno per le sue idee, per la sua fede.
In questi casi non occorrono miracoli, ma solo far intendere, con qualsiasi mezzo, la ragione ed il buon senso.
Così come nell’altro caso, assurdo, dove duecento studentesse sono state rapite perché cristiane. Questo brigante, terrorista, un barbablù mercenario, che cerca solo un facile profitto con la scusa della religione è un elemento pericoloso. Un terrorista. Non bisogna mettere le bombe per esserlo o per diventarlo. Il terrore è qualcosa che va al di là dell’eclatante. E’ la paura di non potere vivere giorno per giorno la propria quotidianità. Non sa questo terrorista che non nomino solo per non fargli una inutile pubblicità che queste donne si battevano, studiando per migliorare la loro vita e quella del loro popolo.
Cosa farà il moderno Occidente, le Organizzazioni paramilitari al servizio delle industrie petrolifere, di fronte a questo gesto di puro e devastante terrore?
Oppure lasceremo che questa barbarie passi inosservata, così come tante altre nella storia?
Del resto noi occidentali ci siamo resi colpevoli della schiavitù e della morte di tanti uomini e donne in nome dei più vari pretesti, anche religiosi. Per cui martire in più o in meno… di cosa ci dovremmo stupire?
Ma se abbiamo trovato il coraggio, proprio nella storia per ribellarci alle crudeltà, se abbiamo trovato il coraggio di pentirci ed ammettere le nostre colpe, non potremmo – una volta tanto – batterci perché questi terribili fatti non avvengano, bloccare le lancette dell’orologio della storia affinché non battano più queste ore di morte e di lutto infausto?

By Michele Barbera

martedì 13 maggio 2014

IL TESTAMENTO DI VANTO' - VIDEO BOOK TRAILER SU YOUTUBE CON IL COMMENTO CRITICO

 Sospesi tra l'umorismo tragico pirandelliano e la drammaticità surreale di Ionesco, i personaggi del romanzo ruotano attorno ad un'onirica fiera delle vanità, dove tutto ciò che è reale porta in sé i semi del tragico e del male. Meglio, allora, essere come "gusci di noce", vuoti, senza sostanza, sempre in balia delle onde di un destino capriccioso, ma insensibili ed inaffondabili alle tempeste che travolgono la vita di ognuno.

Il romanzo, il cui stile, raffinato e ricco di citazioni, richiama la prosa introspettiva di primo novecento, traccia la linea di una fantomatica, quanto affannosa, ricerca della ricchezza, parodia utopistica di una felicità impossibile.

In questo microcosmo i caratteri-maschere si scontrano nelle loro solitudini tristi e, per lo più, venate di follia materialista o sentimentale. Si tratta di monadi che non interagiscono fra loro, anzi, confliggono apertamente, tentando di sopraffarsi l'una con l'altra, sino alla violenza cruda, pura e tragica che non risparmierà neppure il protagonista.

Il testamento di Vantò è teatro in prosa, sul cui palcoscenico, sospeso tra realtà ed immaginazione, la condizione umana si esprime con la nudità e la meschinità dei sentimenti feriti e di passioni aberranti.

L'orizzonte chiuso dei personaggi, tutti, ciascuno a proprio modo e per proprio interesse, alla ricerca del "pezzo di carta", del testamento, incarnazione allegorica di una panacea edonistica, risolve il conflitto narrativo in chiave puramente pirandelliana, dove l'assurdo, il paradossale, diventano l'unica via di comprensione e di giustificazione della realtà convenzionale.

La vicenda, muovendosi sulle coordinate cartesiane di un piano metanarrativo, trascolora nel disagio sociale di una generazione alienata vittima e succube della rivoluzione informatica. Come in un ossimoro, il processo comunicativo in sé diventa predominante rispetto ai contenuti e l'individuo per integrarsi nella nuova società virtuale è costretto ad isolarsi sempre più. Sullo sfondo, quasi un leitmotiv pudicamente celato ad occhi profani, la narrazione guarda con interesse ai temi dell'integrazione sociale e delle minoranze etniche, soffocate da pregiudizi alienanti ed incapaci di esprimere se stesse, in un contesto che vuole l'emarginazione come conseguenza naturale della diversità.

Una grande prova per l'Autore, narratore eclettico, che, stavolta, si allontana dalle trame solitamente percorse del thriller e del giallo-noir, per donarci, all'approccio di quest'opera, il gusto di una lettura inusuale che richiama i canoni e i grandi temi del romanzo corale.

Un romanzo pluripremiato a testimonianza del grande pregio letterario che ne fa un classico contemporaneo.

sabato 10 maggio 2014

IL TRAILER DE "IL TESTAMENTO DI VANTO'"

Un grazie per la fervida collaborazione ai ragazzi del Laboratorio Sperimentale Multimediale "PYRAMID" per la creazione ultra-celere del primo trailer de "Il testamento di Vantò". Un grazie particolare anche al Prof. Salvatore Ardizzone che mi ha gentilmente autorizzato, per alcune parti della colonna sonora, ad attingere al suo album "Pan per amare" ed alle meravigliose musiche che contiene. 
Una Sicilia magica e senza tempo, scolpita nelle sue pietre ed in una natura incontaminata, fa da sfondo alla lettura critica del romanzo, unitamente ad alcune immagini suggestive del Sannio.
Abbiamo pensato di caricare il video su Youtube per darne la massima diffusione.
Spero che il trailer sia di gradimento a tutti i lettori del romanzo e che... siano sempre più!

By Michele Barbera

venerdì 2 maggio 2014

E' USCITA "TUTTA COLPA DELLA LIBERTA'"!




  • Titolo: Tutta colpa della libertà
  • Autore: Michele Barbera
  • Editore: Aulino
  • Collana: La scena
  • Data di Pubblicazione: Aprile 2014
  • ISBN: 8886911440
  • ISBN-13: 9788886911443
  • Pagine: 104
  • Prezzo €.10,00

Il barone Luigino Sciurba-Ferrante è stato condannato all'ergastolo per avere ucciso durante una lite il cugino Audenzio. 
Dopo avere scontato dieci anni di carcere viene graziato e rimesso in libertà. 
Il giorno del ritorno a casa Luigino deve affrontare una realtà cambiata, a lui estranea, aliena dall'ambiente dandy e raffinato in cui è cresciuto e nella quale stenta a riconoscersi. Chi gli sta attorno non gli facilita il compito, visto che tutti, a cominciare dai familiari più stretti, sembrano avere qualcosa da nascondergli. 
Confuso dalla tragicomica rete di inganni e bugie in cui è caduto inconsapevolmente, Luigino rivendica il proprio ruolo donchisciottesco di custode dell'onore familiare, per difendere il quale ha commesso il delitto, ma neanche questo pare appartenergli: una nuova sentenza mette in dubbio la sua responsabilità nell'assassinio del cugino.
Un calembour letterario, una gustosissima commedia degli equivoci che si alimenta di accesi dialoghi e che lascia con il fiato sospeso sino al finale.
TUTTA COLPA DELLA LIBERTA' inaugura la Collana Editoriale "la scena" di Aulino Editore. 
by Michele Barbera