domenica 31 luglio 2016

LA LUNA SCOMPARSA: IL MARESCIALLO INDAGA IN SICILIA


Un brutale omicidio conduce il maresciallo Massimo Liberti ad indagare a Furci Siculo, un tranquillo paesino della costa ionica siciliana. Ben presto, l’indagine svela una realtà parallela, un groviglio intricato di loschi traffici su cui si allunga un’ombra inquietante: è possibile che l’influsso funesto di Tanit, antica dea fenicia, determini  dopo secoli malefici effetti di morte? Il tempo diventa improvvisamente solo un sipario sospeso dietro cui si nasconde il male edil maresciallo Massimo Liberti precipita in un labirinto fitto di misteri,tra inspiegabili sparizioni ed omicidi insoluti, per scoprire la verità che si cela dietro il culto proteiforme alla dea della triplice luna. Il reticolo di indizi prende forma poco alla volta, mentre i colpi di scena si alternano, con sapiente dosaggio, a dubbi,risvolti inattesi e false certezze.
Una trama raffinata ed accattivante, immersa in una elettrizzante atmosfera di suspense che tiene il lettore con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, dove l’imprevisto è sempre in agguato.

Conosciamo il Maresciallo Liberti: 
Il Maresciallo Massimo Liberti fa la sua prima apparizione nel giallo Qualcosa di importante, pubblicato nei Gialli Mondadori n.3035, selezionato nel concorso “Carabinieri in Giallo”.
Il successo è immediato. La figura del giovane carabiniere, laureato in filosofia e dotato di uno spiccato intuito investigativo e di una intensa umanità, ha da subito appassionato i lettori che hanno reclamato un sequel. Nel 2015, viene così alla luce, per i tipi di Aulino Editore, Colpe apparenti, un intrigante giallo che coinvolge il lettore in una indagine complessa, con un finale a sorpresa.Nel romanzo il maresciallo Liberti conduce a modo suo l’indagine nei boschi nebbiosi di Roccapiana, una cittadina immaginata al centro degli Appenini umbro-marchigiani, che guarda all’uno e all’altro mare. Colpe apparenti, presentato al LetterandoInFest ed al Festival Multimediale intestato a Frank Capra, riscuote un ulteriore successo di pubblico e di critica, meritando il premio d’onore della Giuria degli Holmes Awards.
Ma il maresciallo incalza. Dopo Colpe apparenti, ecco per i lettori una nuova scommessa per Massimo Liberti: La luna scomparsa, una misteriosa indagine che lo riporterà indietro nel tempo, in una memorabile trasferta nella Sicilia dei Fenici.
Un romanzo che, da inedito, ha vinto il Gran Premio Nazionale per la Narrativa in Giallo “Finestra su Furci”.

 By Michele Barbera 

AGRICOLTURA SICILIANA, L’ECCELLENZA TRADITA: LA SPECULAZIONE SUL GRANO ED IL CRAC DEI CONSORZI DI BONIFICA


L’agricoltura siciliana è sicuramente il settore economico primario nell’isola. Essa ha costantemente sostenuto, con i sacrifici personali di migliaia di coltivatori diretti e di imprenditori, la qualità dell’economia isolana, fornendo fiato ad un territorio che in quanto a sviluppo economico e benessere fa acqua da tutte le parti.
E questo nonostante una classe politica priva di lungimiranza e pressoché straniata rispetto ai bisogni ed alle esigenze delle migliaia di imprese agricole nostrane.
Terminate le abbuffate con i soldi a pioggia ad una cooperazione che al di là di pochi baluardi è finita nel tritacarne politico, finite con la spending review forzata i finanziamenti inutili, gli appalti faraonici e le assunzioni elettorali, ora tocca tirare la cinghia.
A tirare, però, sono sempre loro gli agricoltori, vittime delle miopie politiche e di illogicità persistenti della classe dirigenziale.
Due soli esempi recenti: la speculazione del grano e il crac del sistema dei consorzi di bonifica.
Sul grano si è ora mobilitata la protesta dei contadini, protesta da molti vissuta con fastidio. Ma a rimetterci è stato e sarà chi coltiva la terra e produce uno dei migliori grani duri del mondo. La Sicilia fin dai temi dei Romani è stata conosciuta come il “granaio d’Italia”. Ebbene questo granaio sta lentamente morendo, soffocato sull’altare di un’Europa cannibale che ha via via innescato meccanismi di apertura di mercati che nuocciono in modo letale all’economia del grano siciliano. A ciò si sono aggiunti gli speculatori, ladri legalizzati e truffatori organizzati. 
Chi tutela l’agricoltore? Una classe politica disattenta o un sistema di associazioni di categoria del tutto disarmato e ingenuamente servo del potere costituito?
Per raccogliere il grano si vuole tutto un anno. L’agricoltore, pressato da un sistema fiscale perentorio, da costi di produzione che si moltiplicano esponenzialmente, soffoca tra le spire di gente che, sfruttando le falle del sistema di raccolta e di conservazione del grano, si approfitta ignobilmente della necessità di vendere il prodotto.
Sembra assurdo, ma è così. Si specula senza scrupoli sul lavoro di tutto un anno in modo indisturbato. Tanto prima o poi le manifestazioni di piazza finiranno. Ed i contadini non possono fare “sciopero” in campagna.
Ma non è finita qui.
L’andamento climatico di questo anno è stato siccitoso. Le precipitazioni sono diminuite nel loro complesso di circa il 50% in moltissime zone della Sicilia dove ci sono uliveti, vigneti e colture arboricole. Il bisogno di acqua è pressante.
L’irrigazione dei campi è stata garantita nel territorio dal sistema dei Consorzi obbligatori di bonifica. Un sistema senza dubbio malato, a volte ipertrofico, ma necessario se non vitale per l’agricoltura.
I consorzi di bonifica sono stati falcidiati economicamente e strutturalmente. Le passività, si parla di un fabbisogno complessivo che sfiora i cento milioni di euro, frutto di ataviche inefficienze, dovute alle indebite ingerenze politiche,  sono state ribaltate ancora una volta sugli agricoltori consorziati, accusati di chissà quale malefatte.
Risultato: il prezzo dell’acqua è salito a dismisura, con aggravio obbligatorio di pagamento imediato degli arretrati. Un mattone che è piombato tra capo e collo sull’agricoltura siciliana proprio in un’annata in cui il bisogno di acqua è essenziale.
Perché la riforma dei consorzi di bonifica non ha seguito quella di tanti enti in cui il “rimaneggiamento” finanziario è avvenuto gradualmente e non in modo traumatico? La Regione Siciliana si è resa drammaticamente assente in tutto ciò non pagando gli stipendi per mesi al personale dei consorzi, riducendo i finanziamenti in modo drastico e rifiutando pagamenti alle banche ed, alla fine, facendo crollare tutto il peso sulle gambe degli agricoltori bisognosi dell’irrigazione.
Questi due sono solo due esempi recenti, ma ne potremmo raccontare tanti altri. Dalle truffe merceologiche ai “colletti bianchi” che spremono per via delle loro cariche superstipendi da favola.
Chiediamo a gran voce per tutto il settore un’inversione di rotta: l’agricoltura siciliana ha bisogno di essere tutelata ed incentivata non truffata ed abbandonata!

By Michele Barbera