mercoledì 9 maggio 2018

GIRO D'ITALIA 2018: MENFI TIFA SALVATORE PUCCIO!!! E I CRONISTI DELLA RAI NE COMBINANO UNA DELLE LORO...

Inutile nasconderlo: quando passa la carovana del Giro d'Italia c'è sempre un'emozione nascosta che salta fuori prepotente. 
Menfi aveva vissuto nel 1986 il Giro d'Italia, quando i ciclisti attraversarono il centro storico rinnovato per l'occasione. Era la parte finale della tappa Palermo-Sciacca, funestata all'arrivo dall'incidente a Ravasio. 
Oggi qualcuno ha ricordato quell'incidente: ne mormoravano i tifosi, ne hanno parlato i cronisti RAI, ma - imperterrito - il Giro d'Italia ha vissuto, dopo quella terribile vicenda, altre esaltanti edizioni, trasmettendo agli spettatori adrenalina pura, voglia di urlare e di incitare gli atleti del pedale. 
Quest'anno Menfi aveva una ragione in più, il giovane Salvatore Puccio, di origini menfitane, annoverato tra le promesse del pedale e che è stato una presenza viva al Giro. 
Nonostante non fosse contemplato alcun passaggio nel centro storico, ma solo un passaggio "esterno", Menfi si è assiepata a bordo strada: con striscioni, cori improvvisati e grida di incitamento ha voluto mostrare il proprio sostegno a Salvatore. 
I cronisti RAI, che hanno tralasciato ogni altro aspetto di Menfi, hanno, però, saputo rimarcare cinicamente la morte della giovane ragazza avvenuta nel 2003 per la sindrome di Creutzfeldt-Jakob, con tanto di immagini di repertorio del funerale, proprio a far vedere che non si trattava di un'improvvisazione.
Mi ha fatto male, perché penso alla famiglia, che ha sempre cercato ed osservato una stretta privacy sull'evento, mi ha fatto male, perché tutto questo ha il sapore di una ferita non rimarginata, che i cronisti RAI hanno accentuato con la crudezza di una cronaca che rasentava un voyeurismo curioso ed irrispettoso.
La memoria del dolore è una cosa seria e va osservata e rinnovata negli opportuni contesti, rispettando la riservatezza della famiglia e di quanti da quell'evento furono sorpresi ed addolorati, specialmente i menfitani che ben conoscevano la ragazza. 
Capisco il diritto di cronaca, ma in questo caso non c'entrava proprio: il sacrificio di una ragazza colpita da un destino atroce non ha nulla a che spartire con un evento sportivo che è un circolo mass-mediatico e gaudente, superficiale quanto basta per fare spettacolo pure dei funerali di una ragazza.
Mi chiedo se i giornalisti RAI fossero a corto di argomenti su Menfi. A voi l'ardua riflessione. 
By Michele Barbera