sabato 24 ottobre 2015

INTERVISTA SU "COLPE APPARENTI" RILASCIATA A "LA SFIDA"



L'intervista su "LA SFIDA"








IL CRUDELE GIOCO DELLE COLPE APPARENTI: 


IL NUOVO GIALLO DI MICHELE BARBERA


Incontriamo nella nostra Redazione il pluripremiato scrittore e poeta Michele Barbera sul nuovo romanzo giallo “Colpe Apparenti”, pubblicato da Aulino Editore.

D.: Dal genere legal di “Esame incrociato” al neorealismo sociale de “Il testamento di Vantò”, ora approdi gradevolmente al giallo di “Colpe apparenti”. Ti piace esplorare i generi o fai esperimenti?
R: Di certo non so stare fermo. Lascio libero sfogo alla mia creatività, non voglio imbrigliarla in binari predefiniti. Ho scritto poesie, prosa teatrale, narrativa, ed anche saggistica. Mi dichiaro “colpevole”, ma quale scusante posso dirti che gran parte degli autori che apprezzo hanno avuto esperienze eclettiche: tra i miei poeti preferiti c’è Pirandello, ad esempio, che ha scritto liriche molto intense, e di recente ho finito di leggere le poesie di Vazquez Montalban, famoso giallista, autore di quel Pepe Carvalho che ha ispirato a Camilleri il personaggio di Montalbano.

ImageD: Ritorniamo al giallo. Il maresciallo Liberti chi è? Un filosofo carabiniere o un carabiniere filosofo?
R: Il maresciallo Liberti è, doverosamente, un personaggio forte, intenso, incisivo. Il lettore di gialli e l’autore, sanno che un buon detective o lo si ama o lo si odia. C’è in tutti una componente narcisistica che si dissolve nelle pieghe dell’intreccio narrativo. Ma il carattere del protagonista, la sua ombra, deve essere presente in tutte le pagine del romanzo, anche là dove apparentemente non si parla di lui. Liberti è uno a cui piace ragionare sulle cose, ma è giovane, a volte deve frenare l’impulsività, o, meglio, l’istinto. Forse per questo è nato con la divisa di carabiniere, per una certa idea di ordine, di metodo.

D: Mi pare che Liberti non nasce, però, con “Colpe apparenti”…
R: In effetti no. E, se debbo essere sincero, ho scritto il romanzo quasi odiando me stesso. Il maresciallo è stato protagonista di un giallo precedente “Qualcosa di importante” selezionato da una Giuria presieduta dal magistrato e scrittore De Cataldo e poi pubblicato da Mondadori. Avevo accantonato quell’esperienza per paura di un personaggio “seriale” che finisse per fagocitare tutta la rimanente produzione letteraria. Ma poi ho ceduto alle insistenze di chi aveva letto il primo giallo e Liberti è finito con il riproporsi di prepotenza. Del resto chi può resistere all’impeto autorevole di un maresciallo?

D: Qual è, secondo te, la prima qualità che deve possedere uno scrittore di gialli?
R: L’umiltà di mettersi da parte. Si scrive come guardando da uno spioncino. Una sorta di Grande Fratello ante litteram. Il lettore non ha bisogno di commenti o intrusioni dell’autore: deve concentrarsi sulla trama, sentirsi coinvolto dall’intreccio. E quasi spinto a dare lui consigli all’investigatore. Deve arrabbiarsi perché ancora nessuno ha notato quel particolare che lui ha colto. In questo flirt tra lettore ed investigatore, ogni ingerenza dell’autore è pericolosa. Ecco perché, alla fine, personaggi come Sherlock Holmes, Maigret, Poirot, il Commissario Montalbano vivono di vita propria ed appaiono figure reali, concrete. E, magari, diventano più famosi dei loro autori. Fanno parte di un patrimonio collettivo, un immaginario comune.

D: Hai già avuto riscontri di pubblico per “Colpe apparenti”? 
R: Chi l’ha letto non si è lamentato. Sto scherzando. Il riscontro è stato lusinghiero. Il romanzo ha già esaurito la prima edizione. E’ stato presentato al Letterando InFest a Sciacca, al Kaos dei Monti Sicani, al Festival Multimediale-Memorial F. Capra di Bisacquino, diretto dalla brava Betty Scaglione. Oltre alla Fiera del libro di Barbarà delle Madonie. Ho riscontrato un interesse ed un affetto dei lettori superiore alle mie aspettative. Il “tour” prosegue. E, poi, si sa che i marescialli dell’Arma sono infaticabili. Il maresciallo Liberti tiene il passo, sono io che – a volte – fatico a stargli dietro.

D: La domanda sorge spontanea, direbbe qualcuno. Il romanzo avrà un sequel?
R: Debbo chiedere il permesso al maresciallo. Liberti è gelosamente riservato delle indagini che conduce. Diventa pure scontroso. Ma al momento opportuno sarà lui a farsi avanti. O io a rubargli le carte.

D: Siamo già al delitto? Non temi la reazione del “maresciallo”?
R: Da avvocato invocherei l’impunità per alterazione mentale o stato di necessità per la costrizione dei miei lettori. La mia sarebbe, al più, una colpa innocente. O, meglio, apparente.
GRAZIE!

CRAC GFOREX: ANATOMIA DI UNA TRUFFA E LE RESPONSABILITA’ DI RIAZ E DEGLI ALTRI AMMINISTRATORI. LA DEPOSIZIONE DEL CURATORE FALLIMENTARE

La vicenda GFOREX si arricchisce di un altro interessante capitolo. Davanti al Collegio della Terza Sezione del Tribunale di Milano ha deposto il Curatore Fallimentare, Avv. Zanetti, che ha illustrato in sintesi (per modo dire, visto che l’udienza si è protratta per diverse ore) quanto già scritto nelle corpose relazioni già acquisite dal Tribunale Penale.
Il processo vede unico imputato il famigerato RIAZ, imputato di bancarotta fraudolenta nella qualità di amministratore della GFOREX s.p.a. e di violazione delle norme sulla raccolta del pubblico risparmio, visto che SPINARDI è stato condannato con sentenza patteggiata e la posizione di DI FONZO è in bilico tra l’istanza di patteggiamento e l’apertura del dibattimento.
La deposizione del Curatore è iniziata da vicende pregresse all’avvento di RIAZ quale amministratore della GFOREX assieme a SPINARDI e DI FONZO.
La GFOREX, infatti nel periodo fino al 2008 aveva bonificato svariati milioni di euro di proprietà dei suoi clienti al broker svizzero CROWN FOREX, protagonista di una truffa fotocopia di quella compiuta da GTL ai danni dei risparmiatori GFOREX.
Per chi non conoscesse la vicenda, va detto che la CROWN, nonostante non avesse alcuna autorizzazione per operare nel settore finanziario (c’è un rapporto della  Commissione Federale Elvetica per le Attività Bancarie) si presentava ai risparmiatori con rendimenti annui che sfioravano apparentemente  il 10-12%. Tuttavia, dopo l’opportuno “rastrellamento” di contante la Società, che aveva base in Svizzera e consociate negli Stati Uniti, fallisce nel 2009 con un buco, tra Svizzera e Stati Uniti di quasi duecento milioni di dollari.
Gli amministratori della GFOREX dopo aver “perso” nel buco della CROWN FOREX diversi milioni di euro, si “affidano” a RIAZ ed alla sua GTL quale unico "broker", e – come ha sottolineato il Curatore – la stessa scelta di mancata “diversificazione” è un indice assai sospetto quantomeno di scarsa “capacità amministrativa” e di “mancanza di prudenza”.
Quindi, GFOREX dopo aver buttato al vento milioni di euro, si affida al buon RIAZ che, guarda caso, nel 02/07/2009 diventa amministratore della GFOREX assieme a Spinardi e Di Fonzo. RIAZ imbonisce gli altri amministratori di GFOREX “promettendo” di ripianare il buco CROWN mediante un fantomatico “accollo” di cui, però, stranamente non vi è traccia alcuna nella contabilità GFOREX.
Cosa fanno gli amministratori per “risollevare” le sorti della GFOREX?
Praticamente nulla. I soldi continuavano ad essere rastrellati in Italia ed affidati (bonificati) alle società di Riaz in Svizzera, alle Isole Vergini ed addirittura direttamente alla GTL di Dubai. Solo nell’ultimo periodo risultano bonifici per circa tredici milioni di euro che partivano dai conti italiani della GFOREX.
Ed i risparmiatori? Continuavano ad essere imboniti con rapporti rassicuranti – assolutamente positivi - che la GFOREX mutuava da quelli che la GTL gli forniva: Riaz, tramite le sue società, rassicurava GFOREX che i soldi erano al “sicuro”, magari con qualche piccolo bonifico di ritorno, e la GFOREX rassicurava i risparmiatori che tutto era a posto.
E la truffa continuava.
Nel frattempo la GTL Svizzera viene messa in liquidazione in Svizzera (anch'essa era priva di autorizzazione per l’esercizio delle attività finanziarie),  e scoppia la lite tra DI FONZO e RIAZ. In esito a tale “contrasto”, dopo diversi mesi, viene sottoscritto il famoso “accordo di mutuo” (11/05/2010, Settlement & Loan Agreemeent) in cui Riaz (leggasi Società GTL Svizzera, delle Isole Vergini e della GTL di Dubai) garantisce “se stesso” sulla parola, impegnandosi a restituire alla GFOREX s.p.a., di cui al contempo era amministratore, la somma di venti milioni di dollari.
Apparentemente DI FONZO e RIAZ sono in lite, ma come spiegare, a quel punto, la circostanza – pure riferita dal Curatore – che poco prima e cioè il 29/01/2010, tutti insieme appassionatamente (fino al punto da farsi rappresentare da un unico procuratore, tale sig. Filippo Comparetto) costituiscono la EQUIS sarl in Lussemburgo, società, afferma il Curatore nella Relazione del 22/06/2012, “di puro investimento finanziario”?
A seguito della firma dell’accordo, in data 22/06/2010, RIAZ – dopo aver fatto il colpaccio – lascia il CDA della GFOREX s.p.a. dando le dimissioni e... lasciando tutti con un pugno di mosche.
E i soldi?
Mai restituiti. Accordo di restituzione non rispettato. Il Curatore ha evidenziato la gravissima illegalità commessa dagli amministratori di GFOREX (compreso l’ambiguo RIAZ) nel mescolare risorse proprie ai risparmi degli italiani che si erano affidati a GFOREX, nel compiere operazioni bancarie e finanziarie “anomale”, non rispettando alcuna della norme che prevede la separazione tra conti della società e risparmio raccolto.
Insomma, un disastro amministrativo che si è tradotto nella volatilizzazione dei risparmi, nell’assenza di "oculatezza" (per usare un termine diplomatico) degli amministratori, fra cui il buon RIAZ che è uscito dalla vicenda GFOREX con i suoi milioncini di euro in tasca, dando in cambio una “scrittura-cambiale” cabriolet.
Anche la famosa “transazione” mediata per RIAZ da un legale di Roma è stata per la Curatela solo verbale ed inaccettabile per l’importo assolutamente irrisorio offerto e per le lunghe (ed ipotetiche) scadenze di adempimento.
La difesa di Riaz?
Semplice. Siccome lui non stava in Italia, anche se amministratore, non può essere ritenuto responsabile della gestione della GFOREX s.p.a. e, quindi, della sostanziale truffa commessa ai danni dei risparmiatori e della bancarotta della GFOREX s.p.a..

Per fortuna che le carte (leggasi bonifici) dicono ben altro. 
By Michele Barbera