venerdì 11 gennaio 2013

ANNO 2013: BUONI PROPOSITI E CATTIVI PENSIERI, OVVERO, QUANDO LA POLITICA CI GUASTA LA VITA!




La fine del mondo, tanto temuta, non c’è stata. E’ trascorso un fine anno, tutto sommato, in relativa tranquillità e senza eventi eccezionali da sconvolgere il pianeta.
Nella nostra Italietta, invece, l’alba del 2013 si è affacciata sul teatrino della politica, dove tra stregoni, maghi, nani, buffoni, peones, dame e cavalieri è andata in scena la tornata elettorale 2013. Chiamatela “Poltronissima”.
Nessuno si aspettava che il governo Monti riuscisse a modificare la legge elettorale. E Monti, questa, di promessa, l’ha mantenuta.
Viene da ridere considerando che in giro tutti protestano vivacemente contro il Porcellum e tutti… si scannano per avere quel maledettissimo seggio in Parlamento: vecchi big e nuovi scontenti, apocalittici ed integrati, senza nessuna distinzione. A morsi strappano il gradino in più nella lista per arrivare un cicinin più in alto, per essere più sicuri che il sogno si trasformi in realtà, quanto meno per i prossimi cinque anni!
La palude politica costringe tutti a rivisitare cliché già collaudati, un mix che sprizza un ipocrita fetore di presa-in-giro ed ovvietà: abbasso le tasse, un pizzico di Europa, viva il lavoro, abbasso i comunisti o i berlusconisti (a seconda della parte), abbasso tutti (per Beppe Grillo), abbasso Santoro e Pippo Baudo e (per i gay intellettuali) il sedere di Belen Rodriguez, ed alla fine, un rincuorante Viva l’Italia.
Sono rabbrividito quando ho sentito che sin’anche il Festival di Sanermo, per colpa di Luciana Litizzetto, poteva violare la par condicio.
Questo dà il metro dell’opinionismo politico italiano e del livello della sua moral suasion.
Propongo, allora, che tutti i cantanti siano sottoposti a TAC (non si voglia mai che ci sia quale candidato nascosto nella mise di un cantante rap), e che, anzi, i cantanti cantino in playback, o meglio che non cantino affatto (le parole delle canzoni potrebbero alludere all’una o all’altra parte politica).
Mi viene da piangere.
Voltando pagina, sentendo alcuni seri commenti sulla situazione politica attuale vi è lo sconforto di un’occasione perduta. Cioè di aver perso la possibilità di gestire le elezioni con un nuovo meccanismo democratico di preferenze che sganciasse la scelta del parlamentare dal diktat dei partiti. C’era in giro una voglia seria di novità, di riforme, che prevedesse la riduzione del numero di parlamentari e la riduzione del baratro degli sprechi politici. E l’avvio serio di una terza repubblica europeista e finalmente votata allo sviluppo economico sociale dopo la terribile crisi mondiale.
Nulla di tutto questo.
Buoni propositi. Annegati nell’oblio del contingente.
Cattivi pensieri. Quelli ci sono e rimangono.
E ritornano quando in TV vedi che a discutere di politica sono sempre i soliti noti. 
A questo punto meglio Belen!
By M. 

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