giovedì 7 marzo 2013

Semeiotica e politica: le elezioni secondo Umberto Eco (e secondo me)


 



Commentare le elezioni, le vittorie e le sconfitte i falsi boom e le vere proteste mi sembrava superfluo, visto la pletora di politologi che dopo non averne azzeccata una alla vigilia si sono lanciati come assatanati a fare la dissezione del voto e del corpo elettorale.
Per cui mi astengo.
Non posso però, non condividere l’analisi di Umberto Eco in una gustosissima intervista ne La Repubblica del sei marzo (che io lancio sul Web ad onta del medesimo, il quale sembra seccarsi se per ogni parola che dice c’è una sorta di eco internettiano che la fa rimbalzare di qua e di là).
Nello specifico, questi punti, individuati dal semiologo,  costituiscono il “sugo” del mio pensiero elettorale:
a)      la sinistra (Bersani) ha perso per incapacità comunicativa e per non aver saputo sconfiggere la paura ancestrale dell’elettorato italiano per il governo di sinistra (quando la sinistra ha annunciato di poter vincere facile, gli elettori sono trasmigrati con il voto verso la DC (50 anni) e verso il berlusconismo (20 anni);
b)      Grillo è in fase di stallo perché non sa come incanalare la protesta verso la proposta senza perdere la faccia;
c)       Berlusconi (non la destra e nemmeno il centrodestra) ha recuperato piangendosi addosso (secondo il noto principio del “piangi e fotti”);
d)      la maggioranza dell’elettorato non ragiona con la testa, ma – nel migliore dei casi – con il cuore (se non con la pancia o altri organi poco “ragionevoli”.
Perfettamente d’accordo. Aggiungo di mio: un leader “tutto-testa”, poco comunicativo, sicuro sino all’apparente arroganza, non avrà mai il consenso degli elettori (della pancia). Il berlusconismo si regge sulla “empatia” con lo stomaco degli elettori, da “simpatica canaglia”. Il grillismo fa presa sul “vaffa” e sull’odio viscerale nei confronti di anni di malgovernanti. Le prese per i fondelli agiscono sull’elettore in modo primitivo, istintuale, smuovono i bassi istinti. I ragionamenti confondono l’elettore. E vincono le prese per i fondelli.
Domanda: se l’elettore sceglie con i “bassi istinti” (chiamiamoli così) perché poi si lamenta se la classe politica fa schifo?
Risposta: e tu a chi daresti il voto a chi paventa fuoco e fiamme o, piuttosto, a chi ti promette il paradiso terrestre?
Siamo istintuali, nulla da dire.
E senza dilungarmi oltre sulla immoralità delle bugie in campagna elettorale, non posso che invitarvi a leggere per intero l’intervista di Eco. Sul cartaceo, se no il professore si incavola.
By M. 

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