domenica 28 dicembre 2025

GENITORI PERFETTI? NON ESISTONO

 



Affidamenti, adozioni, separazione genitori-figli...
Hai voglia a criticare giudici, assistenti sociali e psicologi.
Il modello di famiglia che la legge vuole ed idealizza come “perfetto” non esiste, parliamoci chiaro.
Chi non vorrebbe una famiglia in cui i genitori siano seri, ben disposti e benestanti, che non litighino mai, attentissimi ai bisogni dei figli ed a “assecondarne le aspirazioni”(come dice la legge), con figli sani-intelligenti-educati, sempre bravissimi a scuola, con insegnanti superdotati, che vivano in case confortevoli, frequentino club e ritrovi sportivi al top e che vestano sempre alla moda con abiti firmati e griffati?
La realtà è ben diversa.
Il mestiere di genitore non lo insegna nessuno, perché è qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, tra mille difficoltà ed imprevisti. E non solo economici, di casa o salute.
Già oggi sposarsi e mettere su famiglia “uomo-donna-figli” pare un atto rivoluzionario. La società ha sdoganato modelli fai-da-te o surrogati che scimmiottano la famiglia, ma non sono la famiglia. E lì ci sarebbe già tanto da dire.
Eppure la famiglia “tradizionale” resiste ancora. Lasciatemelo dire. Ed ha un suo perché.
Non per atto patriottico o per mera continuazione della specie.
È una scelta personale, che non può essere la scelta di un momento, ma implica un volersi bene ed accettarsi che si perpetua giorno dopo giorno. Non si mette su famiglia per “prova” o perché “tanto-poi se-va-male-divorzio”.
Il matrimonio, come disse uno scrittore, più che amarsi significa sopportarsi a vicenda, e un altro, che l’amore accende il fuoco del matrimonio, ma è la pazienza che lo mantiene.
Cominciamo da lì.
Ed i figli? Lo volete il “segreto della nonna” per crescerli bene? Semplice: amore e rispetto per sé e per gli altri. 
I figli sono un dono, ma anche una responsabilità. Sono alberi che, per crescere bene e non seccare, devono essere innaffiati, concimati, ma anche potati. Altrimenti è il caos. Il disordine. 
Dedicate loro del tempo. Quando sono piccoli. Anzi, sopratutto quando sono piccoli.
I figli non sono lo specchio delle frustrazioni dei genitori. Non devono essere per forza premi nobel, campioni sportivi, attrici o soubrette televisive.
Non devono per forza condividere il “modello di vita” che vogliono per loro i genitori o realizzare i sogni giovanili mancati di papà o mammà (con l’accento).
Hanno il diritto di guardarsi attorno, di scegliere le loro opportunità, di fare i loro sbagli, di intraprendere i loro cammini, sfruttando al meglio quello che il destino bislacco gli mette sul piatto.
Al bando le “mamme-chioccia” ed i “padri-padroni-so-tutto-io”.
Allenate i vostri figli alla vita. Camminategli accanto. Non davanti e nemmeno dietro. Teneteli per mano e dividete con loro il peso dei problemi, anche familiari, e fate in modo che affrontino in prima persona gli ostacoli: per imparare a superarli, semplice.
Dove hanno sbagliato, e di grosso, i genitori della “famiglia-del-bosco” (che brutta definizione mediatica)?
Nel volere imporre ai figli il loro modello di vita (giusto o sbagliato che sia), chiudendo le opportunità di crescere e conoscere un mondo che merita comunque di essere scoperto e di essere vissuto, nel bene e nel male, perché lì sarà il loro futuro, il loro domani. A cui debbono essere preparati. Prima che la valanga della vita li travolga.
Perché anche i genitori sbagliano. Non solo gli insegnanti, i giudici o gli assistenti sociali.
Ma si sa, nessuno è perfetto.
By Michele Barbera

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