lunedì 25 marzo 2019

C’ERANO UNA VOLTA I FEUDI ELETTORALI…



Ormai è un dato di fatto e credo che tutti (i politici) lo abbiano capito. Finita la prima repubblica, zoppicante e moribonda la seconda, la neonata Terza Repubblica ha sicuramente dato il colpo di grazia a quelli che si credevano “feudi” sicuri, bacini quieti di percentuali assodate: l’elettorato ha fatto fuori a colpi di scheda elettorale maggioranze di sinistra, centro, destra e arcobaleno-trasversali.
Questione di maturità? Credo di sì. I vecchi partiti, che come balene spiaggiate, fisse ed inamovibili, colonizzavano i territori ed i collegi elettorali come fossero cosa loro, devono per forza prendere atto, di mala voglia, che l’elettore medio se ne frega (per fortuna) delle appartenenze ideologiche.
Si è innescato uno spoil-system politico ed il vento del consenso cambia con la stessa rapidità della insoddisfazione dell’elettorato.
Le roccaforti ideologiche che nascondevano sistemi clientelari di vetusta tradizione crollano una dopo l’altra. Da un lato l’astensionismo sembra una fede politica (l’unica) immarcescibile, ma la volubilità del voto è l’unica costante da un quinquennio a questa parte. Chi vota a sinistra non perde tempo a girare le spalle a fallimenti politici o a discrediti governativi.
La domanda è a questo punto “cosa cerca l’elettorato”?
Il popolo (almeno quello che vota) se è disposto a farsi infinocchiare una volta, non lo è più alla tornata elettorale successiva.
Si dirà che bisogna fare un distinguo tra le amministrative e le nazionali.
Boh. Le elezioni europee, da questo punto di vista, saranno la sicura cartina di tornasole.
In fin dei conti che il politico sia insicuro sul territorio a me sta bene. Forse, questo lo condurrà ad essere più credibile e coerente, a non fare promesse impossibili ed a dare uno sguardo in più ai reali e concreti problemi della gente.
Finalmente, credo che le elezioni diventeranno non un’illusione di democrazia, ma la resa dei conti di un popolo che non vuole più essere bistrattato e preso in giro da apprendisti stregoni o da pirati del consenso estorto. Salvo errori. Ma, almeno, ci saranno i paletti elettorali a fare la differenza.
Come dire, finché ci sono elezioni c’è speranza. L’importante è ricordarsi che il giro sulla giostra non dura per sempre e, scendendo, c’è sempre il rischio di cadere e farsi male.
By Michele Barbera

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