martedì 12 luglio 2011

PERCHE’ L’EURO E’ STATO UN ERRORE

E’ venuto il momento di fare una riflessione seria.
Da tempo ormai assistiamo impotenti ad un balletto che coinvolge nazioni, potentati economici e finanziari e, purtroppo, intere popolazioni.
Dal 2001 in poi nel mondo è cambiata un’epoca.
Con l’attentato alle Torri Gemelle, ispirato da chi e cosa non importa, si è innescata una catena a reazione che speriamo possa fermarsi.
Con l’introduzione dell’euro nel 2002 i politicanti europei (scusate il termine dispregiativo) volevano raggiungere alcuni importanti e positivi obiettivi:
a)                  la stabilità monetaria ed impedire la fluttuazione del valore del denaro;
b)                  l’organicità degli scambi infracomunitari;
c)                  l’aumento di prestigio monetario dell’area euro nel mondo;
d)                  il pagamento della bolletta energetica (=petrolio) in valuta propria e non più in “petrodollari”;
e)                  una crescita costante e comune a tutta l’Europa del benessere economico.
Pii desideri rimasti tali e obiettivi miseramente falliti.
Ho raccolto materiale in questi anni che viene da mettersi le mani nei capelli e che dimostra, via via il progressivo decadimento dagli obiettivi primari ed, invece, mette in mostra la degenerazione di questo virus infettivo che è diventato l’euro.
Ed infatti:
1)                  non c’è stata alcuna stabilità monetaria, l’euro ha condotto una lotta fratricida e cannibalistica con il dollaro in cui ha avuto la peggio il dollaro, ma senza alcun reale vantaggio per l’euro. Anzi, diverse fonti attestano che l’indebolimento del dollaro, dovuto all’avanzare dell’euro ha destabilizzato i mercati mondiali che ora speculano in modo indiscriminato sull’euro;
2)                  gli scambi comunitari, sebbene nominalmente avvantaggiati dalla moneta unica, non solo non sono aumentati, ma risentono di una valuta forte che impedisce l’adeguamento ai parametri finanziari locali: l’Europa, comunque sia, non è uguale, e l’uniformità monetaria forzata ha generato e genera disfunzioni che si riflettono inevitabilmente sulle economie reali dei singoli paesi;
3)                  il prestigio dell’euro lo ha reso una preda appetibile per gli appetiti speculativi del mondo. L’economica cinese ed altri potentati stanno rastrellando euro per aumentare il proprio peso sui sistemi economici europei. Lì sta uno dei grossi rischi dell’economia mondiale:
4)                  il miglioramento della bolletta energetica è stato un flop mostruoso. L’energia o in dollari, o in euro, o in lire si pagava prima e si paga adesso. In difetto di una politica energetica propria che tenda all’autosufficienza il tentare di gabbare i paesi produttori con una moneta nuova è stato totalmente inutile, tanto è vero che il prezzo della benzina (solo per fare uno squallido esempio) è schizzato alle stelle;
5)                  i risultati sulla crescita del “benessere economico” sono sotto gli occhi di tutti. La Grecia, la Spagna, il Portogallo, etc.. etc… sono state le aree più deboli ad essere colpite dal virus dell’euro.
Il difetto maggiore dell’euro è stato quello di non essere collegato ad una economia sovrana, cioè ad uno stato. Nella differenza delle varie economie locali ed in assenza di una politica economica reale e seria oltre che uniforme e costrittiva i vari governi  locali sono andati ognuno per la sua strada non tenendo conto dei riflessi complessivi e facendo pagare agli altri le cambiali che ciascuno firmava.
Non solo, ma mentre prima le singole economie, collegate ai singoli stati, consentivano un monitoraggio reale dei singoli sistemi economici con l’applicazione in tempo reale di parametri inflazionistici e svalutativi, ora l’euro ha anestetizzato i meccanismi inflattivi ed i sistemi di allarme delle singole economie, rimettendo il tutto alla valutazione di organi europei sopranazionali privi di concreto potere costrittivo sulle singole economie.
Non solo, ma i singoli stati europei, privi dello schermo valutario che fungeva da protezione, nulla possono contro le speculazioni finanziarie che si insinuano nelle pieghe dei mercati finanziari dell’area euro più deboli, ed anzi sono costretti a subire le negatività di un sistema borsistico che ha troppe variabili da controllare.
E’ come quando uno ha un cancro ma lo scopre troppo tardi.
Con le devastanti conseguenze che ciò comporta.
Molti politici ed economisti si rendono conto di quanto vi ho detto, ma tutti hanno paura di ammetterlo.
E’ vero che il ritorno dall’euro alle monete nazionali (cioè collegate ad uno Stato sovrano) comporterebbe dei sacrifici, ma essi sarebbero di gran lunga assai inferiori rispetto allo spettro di quello che l’euro potrà causare negli anni a venire. E lo sanno tutti che ritornare alla pluralità di monete è l’unica via per sconfiggere il cancro. E’ una terapia dura, ma è l’unica, a meno che non si vogliano azzerare tutti i governi europei e rimettere tutto in mano al governo unico di Bruxelles.
Saluti, M.

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