lunedì 29 dicembre 2014

IL PIACERE DI LEGGERE: MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN “IL CENTRAVANTI E’ STATO ASSASSINATO VERSO SERA”


Ho approfittato delle vacanze natalizie per concedermi un gustosissimo libro di Montalban, forse non uno dei più famosi, ma di sicuro un potente affresco sull’investigatore gastronomo Pepe Carvalho, un personaggio oggi fra i più noti nella storia del romanzo poliziesco. Non per nulla, per dichiarata ammissione dello stesso Camilleri, il Montalbano nostrano è un omaggio diretto allo scrittore spagnolo e di Pepe eredita, oltre che alcuni evidenti tratti caratteriali, la passione generosa per le squisitezze gastronomiche. Il romanzo parte da una lettera anonima indirizzata ad una delle squadre sportive più note di Barcellona. Si annuncia l'uccisione di un centravanti. Attorno a tale minaccia viene imbastita un'indagine in cui Pepe diventa, suo malgrado, involontario protagonista. 
Ne “Il centravanti è stato assassinato verso sera” le regole classiche del “giallo” (quelle di Van Dyne per intenderci) sono destrutturate: il libro va avanti quasi per due terzi senza che vi sia l’ombra del morto, poi il morto c’è, ma è quello sbagliato. Ed alla fine pare che in galera ci finisca proprio chi non ci doveva finire. Basta, sto dicendo troppo. Ma parlare di regole nel “giallo” di Montalban è qualcosa di riduttivo. Esistono non-so-quante sfumature di giallo. Il bello di ogni buon giallista è che i colori, che sono sempre uguali, vengono a mescolarsi in nuances ogni volta nuove e soggettivissime. In Montalban le atmosfere spagnole (e non solo) sono tratteggiate superbamente, con pennellate forti che non lasciano scampo a mezze misure. E Pepe Carvalho, questo investigatore un po’ buio, a tratti densamente noir e disincantato dalla vita, non si aspetta nulla né dal prossimo né dal destino. A rimetterlo in pace con se stesso basta un succulento piatto ed un buon bicchiere di vino rosso, magari gustati in dolce compagnia. Tutto il resto, come direbbe Califano, è noia. Montalban proprio per questi gialli “destrutturati”, ha fatto storcere il naso a molti, così per i suoi squarci (spietati) della società post-franchista. Ma tutto questo non intacca il piacere di leggerlo. Del resto, a dimostrazione del fatto che il giallo è bello perché è vario, si racconta che uno dei più seriosi giallisti statunitensi richiesto del titolo del romanzo giallo che aveva letto e che gli era piaciuto di più, indicò il libro e rispose candidamente  “perché era quello che mi ha fatto ridere di più”.

By Michele Barbera 

giovedì 25 dicembre 2014

ISTRUZIONI PER UN... NATALE DIVERSO (MA SEMPRE BUONO)


Infervorati dalle Feste, ottimisticamente orientati a pensare un futuro migliore, siamo immersi nel Natale con la voglia di scacciare via l'opprimente aria che ha appesantito la vita sociale degli ultimi anni. Le buone vecchie tradizioni, l'immancabile spirito natalizio, gli auguri su Facebook. E via ancora con i giochi a carte, le uscite con gli amici, lo stare insieme scaccia-pensieri. Via da ultimo le diete, i pensieri tristi, i film cattivi. 
Cosa volete di più dalla vita?
I più fortunati andranno via qualche giorno in mete più o meno esotiche, ma sempre con il fascino del viaggio a Capodanno che porta sempre bene. 
Auguri, auguri, auguri...
Ma fermiamoci un momento. Giusto un momentino e guardiamoci allo specchio. Fate una scommessa con voi stessi: sorprendetevi per questo Natale a fare qualcosa di diverso, di speciale che non avete mai fatto. 
Per carità nulla di eccezionale. Nessuno vi sta chiedendo di scalare l'Everest o di sorvolare il Polo Nord con un pallone alla ricerca della Fabbrica dei Folletti. 
Qualcosa di più semplice, di più quotidiano, di più vicino. 
Quella visita a quella persona. Sgombero dello stanzino-ripostiglio. Una serata a casa senza televisore acceso a discutere con vostra moglie o con il vostro compagno o semplicemente con voi stessi. Preparare un dolce strano. Chiarire con quel vostro collega quel problemino che si trascina da tanto, troppo tempo. Leggere quel libro che da mesi staziona sul comodino. E tutto quello che la vostra fantasia (o la vostra coscienza) vi suggerirà. 
Natale non è sempre uguale. Ogni anno è diverso. Rendiamolo anche noi diverso. Con un tocco personale ( e non mi riferisco al trucco o al taglio di capelli). 
Saluti, 
By Michele Barbera

mercoledì 24 dicembre 2014

IL RISVEGLIO DELL'AMERICA ED IL SONNO DELL'EUROPA (NON PARLIAMO DELL'ITALIA): LA RIPRESA ED IL LETARGO



America is back, proclama ad alta voce Obama. Gli americani, però, a quanto sembra non se ne sono ancora accorti, ma i numeri dati dagli onnipotenti istituti di statistica danno ragione al presidente. Preoccupa il dato, secondo cui, negli ultimi dieci anni i ricchi in America hanno settuplicato i loro patrimoni ed i poveri sono diventati sempre più poveri. La middle class, quella che da noi era la “media borghesia” si va sempre più restringendo. Insomma, negli Stati Uniti o si è ricchi o si è poveri, con spazi sempre più esigui per la gente “di mezzo”. Eppure è innegabile che Obama ha fatto riforme sociali incisive, ad esempio sulla sanità, oltre a dare una svolta social alla politica economica in un tentativo (probabilmente mal riuscito) di restringere la forbice sociale. Niente da fare. Negli States l'unico a comandare è sempre e comunque il buon vecchio dollaro ed i Paperoni dei patrimoni milionari. Per le riforme sociali ci sarà comunque tempo e gli americani potranno sempre sperare nella generosità del Bill Gates di turno che filantropicamente elargirà una infinitesima parte del suo patrimonio per costruire l'ospedale nella sperduta cittadina del deserto. L'augurio che possiamo fare ai nostri cugini di oltre oceano è che il tutto non si risolva nell'ennesimo inghippo statistico, secondo cui – come diceva Bukowski – un tizio con la testa nel forno ed i piedi nel congelatore anziché urlare di dolore statisticamente sta bene.
Ma se l'America eppur si muove, l'Europa e l'Italia sono ancora impantanate nelle paludose melme di una crisi che non se ne vuole andare. Ancora non si è capito che l'Europa in sé non esiste. Ci sono una trentina di Stati che vivono ognuno per i fatti suoi, in cui ognuno decide le tasse che deve applicare ai cittadini, quanto deve costare la produzione di un tavolino, in cui i tenori di vita sono indici disorganizzati del disagio sociale. Senza un'armonizzazione fiscale seria, senza – cioè – regole del gioco uguali per tutti in questo carnevale politico che è l'Europa non c'è alcuna buona base di partenza per l'unione europea. Ed in questo il tanto vituperato piccolo “euro” non c'entra per  nulla. Infatti, come ben sanno i saggi dell'economia, può esistere uno Stato senza moneta, ma non una moneta senza Stato. E nel caso dell'euro lo stato non esiste, anzi, forse ne esistono troppi. Lo sviluppo sociale dell'Europa, se proprio dobbiamo parlarne, passa per forza attraverso una riforma organica della legislazione sociale e dell'armonizzazione fiscale per dare chiarezza ed uguaglianza a tutti gli Europei. Le regole debbono essere chiare e uguali per tutti. Altrimenti non ci sarà mai un'Europa unita e, sopratutto, unica.
Oggi, invece, gli Stati debbono tirare la carretta, guardandosi in cagnesco e cercando di primeggiare inutilmente. In Italia siamo sempre legati alla vecchia concezione gattopardesca, secondo cui quando c'è una crisi bisogna fare una “riforma”: basta che cambi qualcosa per non cambiare nulla. Un politico nostro contemporaneo diceva amaramente che in Italia ogni riforma si conclude con l'aumento delle tasse.
I fatti sembrano dargli ragione. Gli italiani hanno paura del fisco. Di investire. Di consumare. E questa fobia è purtroppo figlia di una realtà di disorientamento fiscale e di ritorsione statale. Il popolo italiano è il più tartassato d'Europa dal punti di vista fiscale ed il paradosso si raggiunge con quel commerciante che, in un'intervista, si dichiara costretto a vendere “in nero” per avere i soldi per pagare le tasse.
Continuiamo così ed andremo a sbattere sul serio.

By Michele

lunedì 15 dicembre 2014

PREMIO INTERNAZIONALE SICILIA PER "IL TESTAMENTO DI VANTO'": L'ASSOCIAZIONE EMPEDOCLE HA SCELTO MENFI PER LA LOCATION





Associazione studi giuridici e sociali Empedocle

Premio Internazionale Sicilia Sezione letteraria 2014

Comunicato Stampa
 Il prestigioso Centro Studi Empedocle di Palermo ha deciso di conferire 
il Premio Internazionale “Sicilia”,
che è destinato a personalità che hanno dedicato la propria vita alla promozione specifica 
dell’arte e della cultura di Sicilia a:

• avv. Michele Barbera per il libro “Il testamento di Vantò”
• 
prof. Ignazio Emanuele Buttitta per il libro “Continuità delle forme e mutamento dei sensi. Ricerche e analisi sul simbolismo rituale”
• dott. Davide Camarrone per il libro “Lampaduza” 
• prof. Vito Ferrantelli per il libro “ 'Nall’Arte”
• prof. Renato Malta per il libro “Cercavano la luce. Storia sanitaria delle zolfare di Sicilia”
• prof. ssa Elita Romano per il libro “Una sola storia”

•prof. Enzo Randazzo e prof.ssa Gisella Mondino per il romanzo "Sicilia-my Love" 
La cerimonia di consegna si terrà domenica 14 dicembre p.v. alle ore 17,00 presso il Relais Casa Mirabile di Menfi. 
                                                                              Avv. Enea Romolo Cipolla - Presidente
Associazione Studi Sociali e Giuridici Empedocle Via Principe di Granatelli n. 37 - 90139 – Palermo
Tel./fax0916127234
info@associazionestudiempedocle.it
• http://webmail.associazionestudiempedocle.it/


Grande l'orgoglio e la commozione per avere ottenuto il Premio Internazionale Sicilia e partecipato alla bellissima cerimonia,
Il Prof. Gioacchino Lavanco
magistralmente condotta dal Prof. Gioacchino Lavanco, docente di Psicologia delle Comunità all'Università di Palermo, che con simpatica verve ed eccellente professionalità ha saputo condurre i lavori, mantenendo viva l'attenzione della sala gremitissima. Orgoglio anche perché l'Associazione Empedocle ha scelto come location della manifestazione di respiro internazionale Menfi. Ottima l'accoglienza al Relais Casa Mirabile, il cui staff ha saputo accogliere con garbo, cortesia e grande spirito di ospitalità gli intervenuti.

Il Relais Casa Mirabile 

Un saluto ed un ringraziamento al Presidente Avv. Enea Cipolla, all' On.le Michele Cimino,
L'on.le Michele Cimino
attento partecipe dei lavori e promotore personale di una biblioteca di oltre quattromila volumi che ha messo a disposizione del pubblico, ed a tutti i membri dell'Associazione Empedocle (un saluto a Giovanni Galizia) che da anni si distingue sul territorio per il patrocinio di iniziative d'eccellenza per la promozione della cultura siciliana ed il progresso sociale delle fasce più disagiate, in un encomiabile ed invidiabile connubio tra solidarietà e cultura. Forte e chiaro il messaggio per la promozione della Sicilia "migliore", radicata su valori forti, capace di iniziative di grande entusiasmo e passione, che non si arrende alla difficoltà e che si segnala nel mondo per la sua creatività e la sua intraprendenza. 
Ho avuto, infine, la fortuna di condividere la gioia per la ricezione del premio con personalità di spessore assai maggiore del mio in campo culturale e di chiara rilevanza anche sul piano sociale. Essere accanto a loro, ascoltare i loro interventi preziosi mi ha sicuramente arricchito dal punto di vista dell'esperienza, e mi ha confermato la Sicilia come terra fertile per i buoni valori e la buona cultura.
By Michele Barbera

venerdì 21 novembre 2014

MENFI: SI PRESENTA IL TESTAMENTO DI VANTO'

Ecco la locandina dell'evento a Menfi, promosso dall'Istituzione Culturale Federico II, con l'adesione dell'Associazione "DIRITTO & SOCIETA'" e dell'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SCIACCA:


mercoledì 12 novembre 2014

ACCADEMIA INTERNAZIONALE “IL CONVIVIO”: UN’IMPORTANTE REALTA’ SICILIANA PER LA CULTURA E L’ARTE


Da tempo seguo, prima come simpatizzante, ora quale socio, le attività dell’Accademia Internazionale “Il Convivio” che ha sede a Castiglione di Sicilia. Mirabilmente diretta dal professore Angelo Manitta e da uno staff entusiasta ed appassionato che fa capo principalmente alla efficientissima Enza Conti ed al prezioso Giuseppe Manitta, l’Accademia rappresenta uno snodo fondamentale per la cultura che dalla Sicilia si proietta in tutto il mondo.
L’Accademia, infatti, fra le miriadi di attività che sponsorizza, presiede, promuove, svolge una indispensabile attività istituzionale di orientamento e di riferimento per tutti gli autori siciliani e non. Tramite le sue iniziative realizza  un’attenta opera di promozione culturale e di selezione di autori nelle diverse discipline artistiche e letterarie.
Per avere un’idea delle dimensioni globali che l’opera dell’Accademia instancabilmente conduce, basti pensare che all’ultima kermesse tenutasi a Giardini Naxos le opere partecipanti nei vari settori della manifestazione sono state quasi milletrecento, tutte puntualmente esaminate dalle Giurie, che hanno espresso giudizi singoli puntando, come più volte affermato dal professore Manitta, alla qualità delle opere stesse, quale garanzia di serietà delle selezioni e delle opere scelte. Particolarmente apprezzata dal pubblico e dagli autori la selezione delle opere teatrali, intestata al famoso “Angelo Musco” che è stata partecipatissima.
Ed a Giardini Naxos, nella cornice di un confortevole hotel della zona, si è discusso di arte, di letteratura, di musica ed assistito ad esibizioni letterarie, musicali, artistiche, pittoriche con autori, pittori e poeti la cui provenienza faceva capo non solo a tutta l’Italia, ma anche a diversi Paesi dell’area del mediterraneo, della Romania e sin’anche del Brasile, oltre che degli Stati Uniti.
Il prestigio dell’Accademia e delle sue attività si rivela anche nella rivista “Il Convivio” che racchiude trimestralmente la sintesi dell’attività dell’Accademia, pubblicando resoconti delle iniziative, bandi di concorsi, recensioni, racconti, poesie, rappresentazioni di quadri e sculture di autori contemporanei.  La rivista rappresenta in tutti i sensi un’antologia internazionale (racchiude anche testi in lingua francese, inglese, rumena, spagnola, brasiliana, etc… con relativa traduzione) della cultura moderna e contemporanea.
Il sito web dell’Accademia offre a tutti coloro che ne condividono le finalità (non necessariamente autori, ma anche simpatizzanti, studiosi e non) opportunità per conoscere oltre che le attività istituzionali, gli incontri, le collaborazioni ed, infine, dulcis in fundo, per gustarsi la lettura elettronica della rivista “Il Convivio”.
L’Accademia, oltre che collaborare con parecchie case editrici, pubblica per conto proprio le antologie di diversi premi e le opere più pregevoli degli autori che ne fanno parte o che vi si rivolgono per l’esame dei propri testi e delle proprie poesie.
Da ultimo, va segnalata anche l’importante iniziativa che l’Accademia ha realizzato: la creazione del MUSEO ANTROPOLOGICO VALLE DELL’ALCANTARA che racchiude e custodisce preziosi reperti e testimonianze della Sicilia antica.
Vi invito, dunque, a visitare il sito a questo link:  ACCADEMIA IL CONVIVIO o a contattare direttamente Enza Conti alla mail: enzaconti@ilconvivio.org o il prof. Angelo Manitta angelo.manitta@tin.it, anche per richiedere materiale illustrativo e per associarsi.

Naturalmente per gli amici artisti l’invito è esteso anche alla partecipazione ai premi, ai concorsi ed alle manifestazioni dell’Accademia: un’importante occasione per confrontarsi con gli altri autori e per scambiarsi le proprie esperienze. 
By Michele Barbera 

martedì 11 novembre 2014

CRAC GFOREX: BANCAROTTA E VIOLAZIONE DELLE NORME SUL RISPARMIO. RINVIO A GIUDIZIO PER SPINARDI E RIAZ, IN BILICO IL PATTEGGIAMENTO DI FONZO


Udienza combattuta, sfibrante ed articolata quella tenuta lo scorso sei novembre davanti al GUP di Milano Dott. D’Arcangelo per la truffa GFOREX s.p.a..
La Procura della Repubblica, validamente rappresentata dal Dott. Pellicano, ha ampiamente e dettagliatamente esposto i particolari della vicenda “GFOREX” e la condotta fraudolenta tenuta dai vertici della società e dai loro partner. 
E’ emerso come, mentre già le indagini erano in corso, a ridosso della dichiarazione di fallimento, i risparmiatori venivano ancora “rassicurati” con la famosa lettera-circolare a firma di Di Fonzo. 
La difesa della Curatela, costituita parte civile con l’avv. Gianzi, ha in modo eccellente esposto i retroscena delle vicende societarie, puntando i riflettori sulla condotta di Riaz e sugli strani “accordi” intercorsi con la GFOREX e soffermandosi sui motivi che hanno condotto al crac ed alla sottrazione dei risparmi ai clienti della GFOREX. Presenti per i risparmiatori, oltre al sottoscritto, anche l’avvocato Letizia Prestia e l’avvocato Manfrida. Dopo un acceso dibattito fra le difese, un primo gruppo di risparmiatori è stato ammesso alla costituzione di parte civile, superando lo sbarramento della legge fallimentare che vuole che gli interessi patrimoniali facciano capo esclusivamente alla Curatela.
Motivatissima l’ordinanza del Dott. D’Arcangelo di ammissione della costituzione di parte civile che ha messo in risalto come la violazione della normativa sul risparmio validi una tutela dei risparmiatori truffati che merita attenzione sul piano processuale.
Respinta l’istanza di patteggiamento avanzata da Alessandro Spinardi che ha spontaneamente depositato la somma di €.50.000,00, trattenuta dalla Curatela, come dichiarato dal difensore della Curatela, solo come acconto sul maggior dare.
In bilico anche la posizione di Di Fonzo che pure aveva avanzato da tempo istanza di patteggiamento. Per lui un rinvio preliminare per la probabile riformulazione della pena detentiva in aumento. Anche per lui si porrà la questione del risarcimento nei confronti della massa dei risparmiatori e della Curatela.
Alla fine dell’udienza a carico di Spinardi e Riaz il GUP ha decretato il rinvio a giudizio davanti al Tribunale Penale di Milano. L’udienza si terrà a Gennaio prossimo davanti al Collegio. 
Bisogna tenere alta l’attenzione sul processo e sulle mosse che faranno Di Fonzo e Spinardi che, dalla strategia posta in essere dalle difese, appaiono in contrasto l’uno con l’altro su questioni essenziali e vogliono evitare il dibattimento. 
Inutile il tentativo di Riaz di defilarsi dal processo, prima invocando la nullità della notifica e poi marginalizzando la propria ingerenza nell’amministrazione GFOREX. Gli incartamenti ne inchiodano la responsabilità. 
Il GUP Dott. D’Arcangelo ha ribadito la legittimità degli atti processuali ed ha delineato, con i provvedimenti letti in udienza, l’evidente gravità dei fatti e gli innegabili risvolti giudiziari che essi comportano per gli imputati.
E’ evidente che i risparmiatori truffati non possono rimanere inerti di fronte agli sforzi giudiziari della Procura e dell’Ufficio GIP per assicurare adeguata tutela ai diritti dei risparmiatori del crac GFOREX. 
Ora c'è da lavorare ed impegnarsi. 
Preparare le costituzioni di parte civile per chi vuole essere presente nel giudizio e reclamare il risarcimento in prima persona, oltre che preparare le liste testimoniali e documenti da produrre. Occorre essere presenti del giudizio con le costituzioni di parti civili e sostenere adeguatamente ogni accertamento giudiziale che possa ricondurre, auspicabilmente, al recupero dei risparmi sottratti illecitamente.
Dal dibattito davanti al GUP sono emersi validi elementi di riflessione per contestare agli Organi di Vigilanza Bancaria una loro autonoma responsabilità.
By Michele Barbera

lunedì 20 ottobre 2014

L’AVIS SEZIONE DI MENFI A RISCHIO CHIUSURA PER UN DISGUIDO BUROCRATICO: UNA PUBBLICA VERGOGNA PER IL SILENZIO COLPEVOLE DI TUTTA LA CITTADINANZA E DEGLI AMMINISTRATORI!


Una storia quasi quarantennale (la sezione è stata fondata nel luglio del 1977), quasi seicento donatori tra ordinari ed occasionali, centinaia di donazioni all’anno, screening gratuito per le malattie cardiovascolari e gli esami di sangue, un’organizzazione efficiente con macchinari all’avanguardia, volontari entusiasti di dare il proprio contributo ad una causa fra le più nobili.
Ecco il patrimonio che Menfi rischia di perdere nel silenzio più assoluto e nella negligenza più totale.
Da tempo i locali dell’AVIS, sia pure angusti, sono ubicati in presso l’istituto scolastico Palminteri. Da tempo si reclamano locali adeguati alla recente normativa che prevede l’osservanza di alcune elementari  norme igienico-sanitarie e di maggiore comfort per gli operatori e gli stessi donatori.
Da tempo vi è una sotterranea guerra a “scaricabarile” tra i tecnici dell’ASP , la dirigenza dell’AVIS di Menfi e la stessa amministrazione.
Una guerra colpevolmente silenziosa che però doverosamente non può sottacersi alla cittadinanza. A Menfi siamo bravi a perdere “per strada” pezzi delle istituzioni che poi si traducono in perdita dei servizi e degrado cittadino, oltre che disagio per gli utenti. Ed in campo sanitario, purtroppo, gli esempi nel passato si sprecano.
Qual è il problema? I locali. Che per la verità ci sarebbero e da tempo sono stati individuati nei locali dell’ex-Dispensario di Corso dei Mille. Una struttura che potrebbe facilmente essere adeguata ma che i soliti e pirandelliani “inghippi” burocratici non rendono disponibile. E ciò a fronte della disponibilità della Dirigenza della locale Sezione AVIS ad affrontare anche i costi di adeguamento della struttura. Che potrebbero poi essere facilmente dedotti da un eventuale canone di locazione che l’ASP potrebbe pretendere.
Ma la domanda più angosciante è un’altra: a chi giova? Chi ha interesse a perdere la Sezione AVIS di Menfi, una Sezione che – in termini di donazioni – ha sempre avuto standard qualitativi e quantitativi d’eccellenza?
Non è una vergogna che la Sezione debba chiudere ed il “de profundis” venga scandito  in un silenzio che agghiaccia le coscienze di centinaia di volontari che periodicamente si sacrificano per compiere l’altissimo dovere della donazione?
Ditelo ai feriti d’urgenza, a chi si deve operare, a chi ha disgraziatamente bisogno di infusioni e trasfusioni periodiche. E poi ci si lamenta della carenza di donazioni e della carenza di sangue! Vergogna! Lo dico e lo ripeto.
Faccio appello a nome di tutti i donatori (che anonimi sono e anonimi vogliono rimanere  nel rispetto dello spirito dell’AVIS) perché l’amministrazione ed il consiglio comunale (di cui fanno parte nomi di primo piano della Dirigenza dell’AVIS di Menfi): SVEGLIATEVI! La vostra inerzia, il vostro sonno uccide!
Altrimenti avrete sulla coscienza questo ennesimo scempio e sciacallaggio consumato sulla pelle di ignari cittadini che soffrono e che hanno bisogno di questo servizio, perpetuato da volontari, che ha qualificato negli anni e qualifica la Città di Menfi.  Non siate ipocriti quando parlate di progresso sociale e di qualità della vita. Non blaterate su questioni vuote quando sono in gioco vite umane che dipendono solo da scartoffie burocratiche e da arzigogoli artificiosi. Qua è in gioco la vita di tante persone sofferenti, bambini, donne, uomini la cui esistenza dipende da un gesto d’amore e da un impegno sociale.
Sono sicuro che il Comune di Menfi ha mezzi ed uomini per affrontare adeguatamente il problema con l’ASP e, se del caso, come in passato, siamo sempre pronti ad offrire il nostro contributo in termini di idee, mezzi e disponibilità.
Non fate trascorrere inutilmente il tempo. Perché, mai come in questo caso, è questione di vita o di morte!

By Michele Barbera

domenica 21 settembre 2014

LA BANDA “GFOREX s.p.a.” ALLA SBARRA: UDIENZA PRELIMINARE AL TRIBUNALE DI MILANO



Finalmente Spinardi, Di Fonzo e compagni cominciano a rendere conto pubblicamente di quello che hanno fatto, di come hanno spogliato quattrocento famiglie italiane dei loro risparmi, e degli intrallazzi che hanno sostenuto gli accordi che avevano con uno dei più grandi truffatori mondiali di tutti i tempi: RIAZ, che, ancora è impunito sotto l’egida islamica di una giustizia degli Emirati falsa e che consente ad uno dei maggiori criminali mondiali, ladro e truffatore di starsene a vivere in mezzo ai lussi a godersi indisturbato e corrotto il bottino delle rapine perpetrate ai danni delle famiglie “occidentali”, infedeli e – perciò – non degne di una protezione giuridica agli occhi bendati di un sistema islamico fascista e corrotto.
Ci domandiamo: se RIAZ avesse truffato qualche potente arabo sarebbe ancora in giro o… gli avrebbero tagliato le mani e buttato in fondo a qualche carcere sperduto nel deserto a morire di inedia? Ma, tanto, ha truffato gli “occidentali”, gli infedeli…
C’è rabbia, tanta rabbia che trapela nelle mail che in questi giorni risparmiatori, legali e tutti gli interessati si sono scambiati su quella che, all’inizio, appariva solo come una indiscrezione. Per la verità dopo le centinaia di esposti e denunce che sono fioccati sull’operato di Spinardi, Di Fonzo e gli altri correi ci si aspettava che la fissazione dell’udienza preliminare venisse pubblicizzata adeguatamente dalle istituzioni, anche per consentire un’adeguata partecipazione al processo dei risparmiatori truffati (c’è gente che ha pensato al suicidio dopo avere perduto i risparmi di una vita per i loschi traffici perpetrati dai delinquenti accoliti di RIAZ).
La debbono pagare, sputare fino all’ultimo centesimo, risarcire quelli che hanno derubato. Facile pensare che scelgano il commodus discessus,  l’uscita di comodo, magari qualche patteggiamento di fortuna.
L’Avv. Zanetti, Curatore della GFOREX s.p.a., da noi interpellato, ci ha scritto che ha già chiesto al Giudice l’autorizzazione a costituirsi parte civile davanti al GUP Dott. D’Arcangelo davanti a cui mercoledì (24/09/14) compariranno i protagonisti di questo scandalo silenzioso.
E se già c’era chi voleva fare sit-in e cortei di protesta davanti al Tribunale, bisogna subito dire che si tratta di una udienza in camera di consiglio, a porte chiuse, dove il pubblico non è ammesso.
Molti tenteranno la via della costituzione di parte civile. E’ chiaro che è ardua per chi non conosce gli atti del processo, la richiesta di rinvio a giudizio ed i capi di accusa ed i relativi imputati. Per questo è importante che non si interrompa il filo dell’informazione del “fare-girare-le-carte”. Accendiamo i riflettori su questa vicenda processuale: sarà bene capire come si comporta ognuno, se la Curatela spinge per la tutela dei risparmiatori-creditori, se la Procura farà il salto di qualità su RIAZ.
E poi, in molti si chiedono che fine hanno fatto le analisi e le indagini finanziarie. I numeri di conto sono pubblici, circolano sulla rete, chi vi scrive ha estratti conto e documentazione contabile, ottenuta con indagini difensive che parlano chiaro: il circuito economico della GFOREX s.p.a. era drogato, impazzito, frenetico, un colabrodo da cui tutti attingevano, derubando e spogliando i conti di deposito. Soldi che dall’Italia venivano bonificati alle Isole Vergini (sì proprio la sede della truffa internazionale “Capricorn”) da lì in Svizzera, negli Emirati, oppure dirottati a conti personali dei “soci” della GFOREX, senza escludere prelievi “personali” di ASHRAF (l’alter ego londinese di RIAZ) I soci della GFOREX s.p.a.. Spinardi, Di Fonzo & C. sapevano con chi avevano a che fare. RIAZ non era uno sconosciuto. Hanno spartito la torta assieme a lui, fregando chi si era fatto abbindolare in buona fede, impegnando i propri risparmi, magari per favorire l’amico promotore.
No ai patteggiamenti a buon mercato, senza vincoli al risarcimento del danno!
I responsabili debbono pagare e non è possibile tollerare che questi criminali siano in libertà a godersi il maltolto. La nostra guerra non cessa davanti il portone del Palazzo di Giustizia: le aule saranno il campo di battaglia ed, ancora di più, lo saranno gli ambiti istituzionali e le strutture politiche.
Teniamo alta la guardia e l’attenzione su “GFOREX s.p.a.”: non è finito nulla, anzi, ora inizia tutto. Pensiamo che RIAZ alla faccia di 400 famiglie italiane si sta godendo, evidentemente con l’ausilio di qualche potente locale corrotto, il bottino rubato su scala mondiale alle economie occidentali. E si tratta di centinaia di milioni di dollari. 
E chi lo sa, magari sotto l’ombrellone di RIAZ, lì sulle spiagge artificiali di Dubai, costruite con i petrodollari, c’è ancora qualche sdraio vuota che aspetta lo Spinardi o Di Fonzo di turno o il Duquette di passaggio, magari “graziati” da qualche patteggiamento di comodo o da scorciatoie processuali che premino le loro lacrime di coccodrillo.

By Michele Barbera 

venerdì 19 settembre 2014

L'ELIMINAZIONE DELLE FERIE PROCESSUALI: LA VERITA' TRA FALSI MITI E COMODE BUGIE


E’ ormai uso "solito" di ogni governo “riformare” la giustizia. 
Solo che, chi vi scrive ha un ventennio di avvocatura sulle spalle e diversi anni di Vice Pretore e Giudice a Latere onorario, paradossalmente ogni riforma non ha portato altro che rincari (anche del 1000 per cento) dei costi dei processi, complicando con artificiosi meccanismi, inutilmente la vita a magistrati ed avvocati ed agli utenti nell’ovvio, evidente e deprecabile intento di “scoraggiare” gli utenti ad intraprendere la tutela delle proprie ragioni davanti al Tribunale. Per eliminare l'epidemia, si ammazzano i malati.
Domando: meglio allora la giustizia fai-da-te? O quella del don Totò di turno? O forse bisogna regredire ai tempi di mazza e clava?
La giustizia è un diritto, non un privilegio!
Detto questo, per sconfessare l’ultima asineria, debbo affrontare la questione delle “ferie processuali”.
Sfatiamo subito un mito: chi s’immagina che dal primo agosto al quindici settembre avvocati e magistrati sono in panciolle sotto l’ombrellone a leggere quotidiani ed a sorbire coca-cola, sbaglia di grosso ed è o uno stupido in malafede o uno che non ha mai frequentato palazzi di giustizia e studi di avvocati.
Intanto durante il periodo feriale si sospendono solo certe categorie di udienze e solo certi termini.
Chi vi scrive è stato in Tribunale a partecipare ad udienze civili sino all’undici di agosto (sì, sì!) ed assieme a me c’erano magistrati, avvocati ed impiegati di cancelleria! 
Ormai tutti (dico tutti) gli studi legali si sono attrezzati per “coprire” il periodo estivo con turni e rendersi reperibili per ogni evenienza. I difensori di ufficio sanno che potesse essere ferragosto debbono intervenire ( e capita più spesso di quanto si pensi) in Procure, Caserme, Commissariati, carceri. I magistrati sono a turnazione obbligatoria e la reperibilità è “h24”.
Ma, con tutto ciò, le ferie processuali sono preziose, anzi indispensabili.
Infatti, il rallentamento delle udienze, consente ai magistrati di studiarsi i fascicoli e di scrivere i provvedimenti, agli avvocati di approfondire i casi allo studio senza lo stress quotidiano delle udienze e delle inevitabili perdite di tempo e di accavallamenti di udienze che spesso restringono l’attività di studio.
Una giustizia frettolosa, statistica, cifraria non è una buona giustizia. Né lo è una giustizia d’elite buona solo per i ricconi.
Un mio maestro raccomandava ai clienti di trovarsi prima ancora che un buon avvocato un buon giudice che con la calma e la serenità d’animo necessarie potesse decidere in modo equo e giusto. Tanto i magistrati che gli avvocati hanno bisogno di studiare i fascicoli e di amministrare la giustizia con oculatezza.
Che pena quando, dopo anni di causa e di istruttoria, il cittadino si trova di fronte a sentenze “ciclostilate”, telegrafiche, dove si sorvola su tutto ciò che (al giudicante) non pare essenziale. E poi ci lamentiamo degli appelli. Spesso è l’utente, che di fronte ad una sentenza lacunosa, spinge l’avvocato ad impugnare la sentenza di primo grado che gli da torto.
Dunque, serenità, oculatezza e accuratezza: tre qualità di una pronuncia che qualificano anche la Giustizia.
Per snellire i processi occorre eliminare le attività inutili ed i tempi morti. Si può fare con quattro punti che sono a costo zero e che avrò il piacere di “svelarvi” in un prossimo post.

 By Michele Barbera

domenica 14 settembre 2014

L’UMANESIMO TRAGICO E PASSIONALE DI MAURO CROCETTA, ARTISTA E UOMO DI CULTURA


 
A noi il piacere 
di sognare
la libertà
di vivere
ed amare

(Icaro, M. Crocetta)

Drammaturgo, poeta, narratore, saggista, scultore. La personalità poliedrica di Mauro Crocetta racchiude la spasmodica ricerca dell’uomo moderno di un equilibrio nella disagiata società contemporanea. Sottile interprete delle istanze neo-umanistiche, Mauro Crocetta nelle sue sculture, nelle poesie e nei drammi ha saputo ben sintetizzare messaggi di dolore e di speranza universali, amplificati da un lirismo passionale e da forme-espressioni di una tensione emotiva che agita il cuore e l’animo dell’artista e dello spettatore.
In tanti si sono occupati di Mauro Crocetta e della sua opera: da Barberi-Squarotti a Carlo Bo, da Vittorio Sgarbi a Sandro Gros-Pietro, passando per Bonetto, Bucci, Parisi ed altri.
Ho avuto la fortuna di accostarmi alle opere ed allo spirito d’artista di Mauro Crocetta, presentati e sostenuti mirabilmente dalla Fondazione a lui intitolata con grande passione e ricchezza di entusiasmo.
La visita della sua casa-museo a Martinsicuro ha riservato emozioni inattese, un viaggio dentro l’arte e lo spirito di un uomo che ha lasciato un grande testamento di speranza universale, del dolore come strumento di redenzione. Mauro Crocetta ha affrontato nella sua arte i grandi temi della esistenza umana, senza indulgere a pietismi o a ipocrite ricostruzioni edulcorate. Il dolore, la cupezza, il mal-de-vivre acquistano attraverso le sue sculture una potenza espressiva sublimata nelle forme del mito arcaico, classico, rivissuto con una modernità impressionante.
“Non ho lacrime/ per piangere / i ricordi / per ridare vigore / alla vita”, lamenta Armonia mentre vede il corpo del suo amato Cadmo ricoprirsi “di orride squame”. E la ricchezza del mito, l’insuperabilità di una tragicità essenziale, diventa “metafora della fine del viaggio esistenziale, ma non del sentimento che ci ha uniti alla persona amata”. Così è per Mirra, vittima ed insieme carnefice della relazione incestuosa che l’ha resa gravida per opera del padre, che sublima il suo dolore e la rassegnazione ad una fine infelice nella preghiera agli “spiriti sacri del cielo e della terra”: “risparmiate / da tragica sventura / il corpo innocente / di mio figlio / raggelate le vene / ed il petto / dove triste s’annida / il mio dolore”. 
Diaspora, di M. Crocetta, 
Non si può rimanere impassibili di fronte alle parole di Crocetta e di fronte alle sculture che di quelle parole rappresentano la più viva ed autentica incarnazione: c’è una implementazione nell’arte di Crocetta unica nella storia. Egli riesce non solo a tradurre in vivide emozionanti parole le sue più profonde emozioni, ma riesce a renderle vive e tangibili, attraverso la sacralità del bronzo, attraverso l’immobile dinamismo delle forme martoriate, esasperate, vissute, tormentate.
L’occasione del Premio Teatrale a lui intestato e del MartinBook Festival, patrocinato dalla vulcanica, simpatica ed intraprendente Valeria Di Felice, preziosa presenza femminile nel campo editoriale, è stata unica per conoscere lo spirito e l’opera di Mauro Crocetta che merita un posto altissimo nella cultura e dell’arte contemporanea.
Un ringraziamento particolare alla gentilissima Maria Rosaria Sarcina, guida incredibilmente raffinata, garbata e sensibile al mondo del suo Mauro, compagno di vita.
La foto del post sono tratte dal sito dedicato a Mauro Crocetta che vi invito a visitare: http://www.crocettamauro.it

By Michele Barbera



martedì 12 agosto 2014

IL LIBRO DELLA VALLE DELLE STORIE - TERRA DI MEZZO: L'ANTOLOGIA CONTIENE IL RACCONTO "ULTIMA FRONTIERA"


Il racconto "Ultima frontiera" ospitato nell'antologia "Il Libro della Valle delle Storie - Terra di mezzo" (EAN-ISBN: 1497578337 / 9781497578333) con una suggestiva ed evocatrice copertina. Assieme a me altri bravissimi autori di racconti. La selezione è stata fatta fra centinaia di opere pervenute al Premio Internazionale. 
Ecco lo "strillo" : 
Questa antologia raccoglie una selezione dei racconti che hanno partecipato al concorso indetto dall'Associazione "Terra di Mezzo" e che ha avuto come tema centrale "Il Libro". La scelta del tema è un omaggio all'opera e all'azione condotta dalla Biblioteca Errante di Vallefiorita che, pur tra le mille difficoltà di una realtà calabrese, ancora poco sensibile all'immateriale, riesce a promuovere il valore ed il piacere della lettura.
Centinaia di autori hanno scritto proponendo le loro opere, a testimonianza dell'esistenza di una rete ampia, diffusa, capillare, di uomini e donne che amano leggere e scrivere e che compongono una grande comunità nella quale il talento, il piacere
ed il sogno sono sostanza e condizione dello stare insieme.
Questo volume farà bella mostra di sè tra gli scaffali della Biblioteca Errante. Sarà letto, chiosato, commentato. In ogni caso, ognuno degli scrittori e delle scrittrici che hanno fatto dono dei racconti porterà, attraverso le parole, le tante visioni del mondo che arricchiranno la nostra quotidianità.
Cento storie e un primo passo per fare di Vallefiorita, come ci ricorda il titolo di quest'antologia, la Valle delle Storie. L'augurio che facciamo è che, attraverso i libri, tutte le valli del mondo possano raccogliere e raccontare storie e, con esse, vivere nuova vita.
Un Augurio ai Curatori del Libro ed a chi avrà la fortuna di leggerlo. 
By Michele Barbera

giovedì 7 agosto 2014

CRAC GFOREX: IL SERVIZIO DE "L'INDIGNATO SPECIALE" AL TG5



Noi non ci arrendiamo e non ci stiamo a che le istituzioni ignorino che in Italia si sia perpetrata una truffa da 26 milioni di euro a carico di 400 famiglie.
Ecco il link del servizio de "L'indignato speciale" a TG 5:


By Michele Barbera 

giovedì 31 luglio 2014

IL PIACERE DI LEGGERE: ANDREA CAMILLERI E L’OMBRELLO DI NOE’ OVVERO COME SI DIVENTA SCRITTORI A TEATRO



Non aspettatevi un romanzetto leggero o un giallo da sciropparvi sotto l’ombrellone in spiaggia ma io, da “camilleriano” convinto, cioè da chi è andato oltre lo scontato “Montalbano”, per intenderci, ed ha affrontato e goduto la lettura de “La biografia del figlio cambiato” o “Pagine scelte di Luigi Pirandello”, posso con “scellerata” presunzione affermare che il vero Camilleri lo trovate in questo voluminoso saggio, pubblicato per la prima volta oltre dieci anni orsono e riproposto di recente dallo stesso editore. Roberto Scarpa (il curatore impertinente) e lui, Camilleri, affrontano con sagace leggiadria ed impudica intelligenza non la “vita” del Camilleri, ma – oserei dire – l’esperienza di vita e di cultura dell’autore (in senso lato) Andrea Camilleri. A tratti più intenso di un memoir, il saggio affronta con una schematica che non vuole essere tale, l’esperienza (per l’appunto) di Camilleri nel teatro, le sue regie, le sue analisi, i suoi tormenti, le sue vicissitudini, a volte tristi a volte allegre (e come potrebbe essere diversamente per un “figlio” di Pirandello?). Quello che risulta sommamente interessante è l’approccio (quasi religiosamente riverente) che Camilleri ha avuto per il “teatro” in sé ed ad alcuni mostri sacri che lo hanno incarnato, dato vita e manipolato. E’ una magica carrellata di “passeggeri” di una conoscenza collettiva, che popolano il magico universo del palcoscenico: Pirandello, Beckett, Genet, Adamov, Shakespeare, passando anche per personaggi danteschi, miti classici ed interpreti contemporanei come De Filippo o “teatrologi” come Silvio D’Amico. Ripeto: non è una nostalgica raccolta di aneddoti o un’agio-autobiografia. E nemmeno è un pedante e saccente saggio di letteratura. No. Piuttosto è qualcosa che va al di là: è l’afflato, la biopsia del misterioso cordone ombelicale che ha unito Andrea Camilleri al teatro ed alla sua esperienza (di nuovo) di regista e di autore. Si può essere d’accordo o meno con certe analisi o conclusioni del Maestro, ma indubbiamente non si può fare a meno di “discutere” con lui, di porci le stesse domande ed interrogativi che lui si pone e tutto questo assaporando le atmosfere che hanno circondato l’esperienza (sì lo ripeto) di Camilleri con il teatro sino a toccarne con mano le “cicatrici”, l’impronta che ha lasciato sull’uomo e sullo scrittore. Da questo punto di vista Camilleri è un organismo geneticamente modificato: il teatro non è stato semplicemente l’amore (un amore?) della sua vita. Piuttosto, (mi si perdoni l’azzardo) una via crucis che lo ha reso quello che oggi lo conosciamo. E tutto questo non impedisce, anzi, moltiplica la voglia di leggere le pagine del saggio-intervista. E’ un cammino che si sviluppa in un senso diacronico ma solo per finta. Camilleri procede per conto suo. Le pagine sono ricche di citazioni colte, di richiami raffinati, di confronti inusuali. E Scarpa, il curatore del volume, deve avere avuto il suo bel da fare per ordinare il materiale-magma vivo ed incandescente che sgorga prorompente, dilagante, travolgente. Non svelo, per gusto, o per cinico sadismo, il “mistero” dell’”ombrello di Noè” (ammesso che di mistero si possa trattare, ma… c’entra qualcosa Achille Campanile, solo più in grande). Concludo rifugiandomi (per paura o per pigrizia) in uno scontato, ma mai banale: nelle pagine di Camilleri il teatro diventa così metafora della vita. Aggiungo, ossimoricamente, della sua ovvietà.O, forse, è la stessa vita a rendersi teatro. Dell’assurdo, però.

By Michele Barbera 

sabato 19 luglio 2014

ACCADDE UN POMERIGGIO DI MEZZA ESTATE AD ALESSANDRIA DELLA ROCCA



Le biblioteche sono un luogo magico. Senza scomodare Umberto Eco che sulla “bibliofilia” o “biblioteca mania” ha scritto saggi memorabili, è vero che ogni biblioteca ha un suo universo spazio-temporale, una sua dimensione parallela, una sua geografia spirituale. Ogni biblioteca, poi, a sua volta, racchiude un’infinità di mondi che si schiudono l’uno sull’altro e sono racchiusi l’uno sull’altro: ogni libro, infatti, è latore di un messaggio che per piccolo o universale che sia, è destinato a rimanere nel tempo, quale motore immobile di idee, di concetti, di vita. Ma è sbagliato vedere in una biblioteca solo una raccolta di libri. Sia nell’antichità che nei tempi recenti le biblioteche sono sempre state al centro di una frenetica attività sociale, ben ripagando gli investimenti e le attenzioni a loro dedicate. Basti pensare alla famosa biblioteca di Alessandria d’Egitto, o alle abbazie medievali ed alle loro biblioteche, fucine di cultura universale.
E’ chiaro che sono un appassionato di biblioteche. E quando ho l’opportunità di esplorarne (sì esplorarne) una non ne perdo l’occasione. L’altro giorno sono stato invitato ad un briefing di lavoro ad Alessandria della Rocca. La riunione, per esigenze logistiche si è spostata nella biblioteca comunale, luogo che, sebbene frequenti il centro di Alessandria da almeno venti anni non avevo mai avuto cura di attenzionare.
Quando sono entrato, nel silenzio assorto tipico di questi luoghi, chi mi ha accolto ha scorto la mia curiosità e si sono prodigati per  farmi visitare la biblioteca. Così ho “scoperto” una piccola e meravigliosa realtà.
Nonostante fossimo in un giorno qualunque, in un’ampia sala si stava svolgendo un progetto ludico per i bambini più piccoli con le mamme e le insegnanti.
In un altro salone, i ragazzi di Alessandria discutevano di banche, impresa e start-up con il direttore provinciale di una importante Banca nazionale.
In un’altra stanza attrezzata, io e gli altri interessati abbiamo potuto svolgere il nostro briefing in tutta serenità.
E tutto questo mentre si svolgevano i normali servizi bibliotecari all’utenza.
Dico: non eravamo a New York o in qualche città-modello del Nord Italia, ma in un piccolo paese, al centro della Sicilia più aspra, in un territorio in cui ancora si respira l’aria del tempo che fu.
Piccolo miracolo di una biblioteca che funziona, che diventa centro vitale di interessi per la comunità.
Sono uscito dalla Biblioteca di Alessandria con una sgargiante tessera di socio e con il mio bravo libro in prestito. Per curiosità ho letto il numero della mia tessera: 1404. Su una comunità di circa tremila abitanti.  Non male.

By Michele Barbera 

sabato 14 giugno 2014

LETTERANDO IN FEST-PREMIO IGNAZIO RUSSO: PREMIATO IL RACCONTO “IL GIORNO CHE NON VENNE MAI”



Fortunata simbiosi tra il “PREMIO LETTERARIO NAZIONALE IGNAZIO RUSSO” e la manifestazione di Sciacca, ormai a livelli nazionali, “LETTERANDO IN FEST” che si sta svolgendo a Sciacca in questi giorni. Ad unire è l’amore per la letteratura, per i libri e, soprattutto, lo scopo di portare la città di Sciacca, meritoriamente,  sulla ribalta letteraria nazionale.
Una raffinatissima cerimonia, svoltasi nella storica e preziosa location del Cortile della Badia Grande, ha fatto da sfondo alla celebrazione del Poeta saccense Ignazio Russo ed alla kermesse letteraria a lui dedicata giunta alla ormai seconda edizione.
Numerose le opere pervenuta all’attenta Giuria nelle varie categorie del Premio che spazia dalla poesia nazionale a quella in dialetto siciliano, alla satira ed alla narrativa inedita breve.
Gli emozionati concorrenti sono rimasti con il fiato sospeso sino alla proclamazione dei vincitori e dei premiati nelle varie categorie, annunciati con grazia tutta femminile dalle presentatrici Giusy Di Giovanna e Anna Lia Misuraca.
La Giuria di qualità presieduta dai giornalisti Nino Gaziano e  Lorenzo Rosso, che ha messo in luce l’alta qualitàdei concorrenti, ha faticato non poco per stilare la combattuta graduatoria finale.
Rallegrata dal gruppo canoro de “I serenata”, che ha  arricchito la cerimonia con preziosi intermezzi musicali, testimoni della prestigiosa tradizione canora siciliana, la rassegna ha previsto un ampio spazio di reading per le poesie e per i racconti premiati.
Con rinnovata emozione ho ritirato il riconoscimento per il racconto inedito “ Il giorno che non venne mai”, una struggente storia che la Giuria ha apprezzato con una motivazione dettagliata e colta. Il racconto ha focalizzato l’attenzione su una storia di cronaca siciliana ha giocato su tempi sfalsati, proiettando il lettore in un prisma diacronico in cui passato e presente si fondono nella memoria dei protagonisti per dare vita ad un finale drammatico ed a sorpresa.
Grande manifestazione quella del Premio Ignazio Russo, sponsorizzata oltre che dalle Istituzioni, anche da numerose realtà produttive del territorio che hanno fatto conoscere ed apprezzare le ricchezze eno-gastronomiche saccensi.La serata è stata seguita da un pubblico folto ed attento, alla presenza della vedova del poeta saccense e dei figli Giuseppe e Tonino, che hanno assistito alla celebrazione della memoria del poeta con attenzione e viva emozione.
Un doveroso ringraziamento e saluto allo staff di TeatrOltre che, con la presenza del Maestro Franco Bruno e degli attori Nicola Puleo e Maria Grazia Catania, ha interpretato in modo eccelso i testi sia poetici che di prosa, dando l’ennesima prova della professionalità e della caratura della Compagnia Teatrale.
Da ultimo, ma non da ultimo, un affettuoso saluto alla direzione della Casa Editrice “Aulino” di Sciacca che, dopo un’appassionata presenza al Salone Internazionale del Libro di Torino, si è sobbarcata l’onere dell’organizzazione del Premio, che è sicuramente proiettato  verso un futuro luminoso e che rappresenterà per Sciacca un’occasione in più per dimostrare la validità e lo spessore culturale della cittadina termale nel circuito, sempre più importante e rilevante, del “turismo culturale e letterario”.
L’appuntamento è per domani – domenica quindici giugno ore 19:00 – per la presentazione, con il giornalista MASSIMO D’ANTONI, del romanzo “Il testamento di Vantò”.

By Michele Barbera 

venerdì 6 giugno 2014

CRAC GFOREX: STRINGONO I TEMPI PER IL RINVIO A GIUDIZIO DI RIAZ, DI FONZO E COMPAGNI

 

Novità concrete sul piano processuale per la vicenda “GFOREX”. La Procura della Repubblica di Milano ha raccolto in tutta Italia quasi centocinquanta denunce presentate dai risparmiatori nei confronti di DI FONZO, RIAZ e tutti i responsabili del crac GFOREX. Rinnovato anche l’interesse dei mass media. Una troupe ha svolto per conto di Canale 5 un interessante servizio televisivo sulla questione. E mentre teniamo i riflettori accesi sulle mosse “estere” di Riaz, si profilano risvolti processuali decisivi. 
In questi giorni, infatti, da colloqui avuti con la Procura della Repubblica di Milano si è appreso che l’Ufficio sta formalizzando la richiesta di rinvio a giudizio al Giudice per le Indagini Preliminari.
Rimane in ombra e tutta da chiarire l’azione del Curatore Fallimentare che appare decisiva sul fronte della ricostruzione delle azioni contabili facenti capo a Riaz e Di Fonzo. Si rende improrogabile l’acquisizione di notizie precise sui conti esteri della GFOREX per ricostruirne i movimenti e le destinazioni. D’altro canto appare non più sopportabile il fatto che la Curatela Fallimentare non agisca davanti al Tribunale Fallimentare per il recupero del maltolto e per il risarcimento dei danni nei confronti di Riaz avvalendosi anche della ormai nota scrittura privata di riconoscimento del debito, visto che Riaz ha utilizzato le sue società come schermi per appropriarsi indebitamente dei soldi dei risparmiatori italiani.
Da ultimo, si chiede a gran voce un intervento ufficiale del Ministero degli Esteri su Dubai. E’ ormai acquisito che Riaz gode di protezioni di tutto rispetto che tradiscono anche lo spirito della legge coranica sul trattamento da riservare ai ladri ed ai truffatori. E’ intollerabile che Riaz sia libero a Dubai di godersi i soldi truffati e rubati e che lo faccia impunemente. Occorre una esplicita e mirata pressione sul governo degli emirati perché facciano cessare la condotta criminale di Riaz che ormai risulta conosciuto in tutti i continenti per averne fatto teatro delle sue truffe.

NOI NON CI ARRENDIAMO e stiamo preparando le costituzioni di parti civili per sostenere fianco a fianco della Procura di Milano l’accusa!
By Michele Barbera 

lunedì 2 giugno 2014

PREMIO NAZIONALE LETTERATURA “ZAFRAN 2014” PER “IL TESTAMENTO DI VANTO’”




La Piazza di Zafferana Etnea con sullo sfondo il Vulcano


L’attivissima Associazione Donne d’Europa da anni svolge a Zafferana Etnea un’accurata opera di sensibilizzazione culturale nel settore della poesia, della narrativa e della musica nel solco tracciato da grandi figure letterarie come quella di Brancati.
Particolarmente lodevole è l’attenzione dedicata ai ragazzi della scuola secondaria di 1° grado e del 2° ciclo della scuola primaria.
Alla presenza delle Autorità e di una Giuria accademica di qualità, si è svolta la premiazione relativa al Premio Letterario “ZAFRAN”, nonché al Premio Letterario “M.stra Antonella Scuto” e al Premio di poesia inedita “Maria Luisa Messina”.
Panoramica della Giuria

L’incantevole cornice del centro etneo, con un godibilissimo panorama mozzafiato che andava dalla cima del vulcano sino alla veduta del mare, ha fatto da sfondo ad una partecipata manifestazione che si è svolta sinergicamente con l’Amministrazione Comunale, le Istituzioni e gli operatori culturali del territorio, il tutto coordinato dalla notevole Elena Nardiello, onnipresente organizzatrice che ha accolto i partecipanti al Premio, congiuntamente alla Presidente dell’Associazione ed ad un Direttivo solerte ed impegnato.
A margine della manifestazione la possibilità di una passeggiata nel magnifico corso principale per gustare le prelibatezze gastronomiche del territorio (fra cui le “foglie di te”, delicatissimi dolci) ed il prodotto principe dell’economia locale: il miele, di eccellentissima qualità.
La Premiazione

La raffinata manifestazione letteraria, arricchita da preziosi intermezzi musicali di oboe e pianoforte, magistralmente interpretati da giovani talenti etnei, si è svolta in modo articolato, con la presentazione del libro della singolarmente giovane e brava poetessa abruzzese Federica D’Amato, “Avere trent’anni” e poi con un reading ed una presentazione accurata delle poesie e dei testi premiati, tutti di alto livello stilistico e di contenuti.
La Statua Trofeo simbolo del Premio Zafran




Inutile riferire l’emozione del sottoscritto al momento di ricevere il bellissimo trofeo del Premio Zafran2014, opera del Maestro Orafo Alessandro Passanisi, per “Il testamento di Vantò”, un prestigioso e significativo riconoscimento, arricchito da una motivazione particolarmente attenta ai contenuti ed allo spirito del romanzo: “Una Sicilia apparentemente surreale, ma vera, emerge col narrare la debolezza e l’idealità dell’eccentrico protagonista Vantò, nel contrasto con il basso tornaconto dell’antagonista principale e di un esteso substrato sociale, apparentemente perbenista, ma concretamente malavitoso, che pervade anche le istituzioni e non esita a sopraffare gli onesti con metodi illegali e violenti. Scrittura agile, accattivante quella di Michele Barbera, arte che tende a liberare dai pregiudizi.”
Un augurio a che la manifestazione di Zafferana continui a crescere sempre di più ed a formare le giovani generazioni nel sentiero dei grandi riferimenti culturali nel territorio etneo.

Ed un augurio a “Il testamento di Vantò” che continui ad essere letto ed apprezzato per come merita.
By Michele Barbera

lunedì 19 maggio 2014

SCRITTURA CREATIVA: PICCOLI CONSIGLI /1


A che dovrebbero servire i miei consigli da dilettante, quando già i siti Web sono inondati da manuali specializzati ed ogni autore, scrittore o poeta, si sente in dovere di condividere con i suoi lettori i segreti alchemici dell’arte antica della scrittura?
Credetemi, lo faccio solo per una egoistica comodità e per evitare tristi “copia-ed-incolla”  nelle varie mail che mi arrivano e che si ripetono chiedendomi di “svelare” il segreto della mia scrittura. Parto sempre dal principio secondo cui il fatto che io scriva è un conto, che gli altri leggano un’eventualità. Quindi, se non vi sentite interessati, potete tranquillamente passare oltre questo post senza tema di aver perso qualcosa di essenziale nella vita.
Per gli altri un po’ di pazienza per leggere queste righe.
Già , leggere. Questo è il primo vero, grande consiglio. Leggere. Leggere molto, tanto, state sicuri che non è mai troppo. Non mi fido di quei scrittori che prima non si qualificanocome lettori fanatici ed esasperati. Mi sforzo di leggere da 15 a 20 libri ogni anno. Di qualsiasi genere o specie. Cerco di capire perché taluni mi piacciono o perché talaltri mi risultano indigesti o stomachevoli. E quando scrivo cerco di non ripetere ciò che non mi va quando leggo (ad es. descrizioni barocche, periodi interminabili con decine di incidentali, ripetizioni, strafalcioni, et similia). Quando non capisco una parola, prendo il vocabolario. Non c’è nulla di male. A volte mi capita di riprendere in mano libri che avevo letto anni prima e non esito a rileggerli: è come ritrovare un vecchio amico. Nelle mie letture trovano posto anche autori misconosciuti o saggi astrusi: da tutti cerco di imparare il meglio (e di evitare il peggio!). Leggete, dunque, per capire, imparare, approfondire, confrontare, o per qualsiasi altro buon motivo che la vostra fantasia riesce a trovare.
Poi, lasciare libero sfogo alla creatività. Osare, osare sempre. Scrivere significa esprimere le proprie emozioni e se piango o rido non è che mi conformo a quello che fanno gli altri né mi sforzo di piangere o ridere come fanno gli altri o per far piacere agli altri. Scimmiottare è brutto e non paga (quanto meno alla lunga e “plagi” a parte). La falsità dei sentimenti o l’ipocrisia neanche. Un autore è padrone della propria opera quando esprime tutto se stesso. Altra cosa è la tecnica. Quella, poesia o prosa che sia, viene con il tempo, con l’esperienza, con l’esercizio, con il “duro” confronto con i lettori che devono essere sinceri con voi e non semplicemente “compiacenti”. L’esercizio, talento e capacità a parte, serve ad affinare i mezzi espressivi, ricercare ed adoperare quegli strumenti che necessitano per far capire agli altri ancor meglio quello che vogliamo dire. Non pensate di scrivere un best-seller a tavolino o su ordinazione. Solo in pochissimi ci riescono. Ed, in genere, si tratta di scrittori con nomi altisonanti, che hanno alle spalle tonnellate di pagine scritte e decine di libri editati (e, magari, qualche buono, volenteroso e dotato ghost-writer). Scrivere un libro non è mai un’equazione matematica. Piuttosto, definirei l’ispirazione dello scrittore un salto nel buio delle proprie emozioni. E così deve essere. Sta a voi poi accendere la lampada che deve illuminare quel buio.
Basta così. Per oggi. Il resto… quando ne avrò voglia.

By Michele Barbera 

venerdì 16 maggio 2014

IL LATO OSCURO DELL’ISLAM: IL MARTIRIO DI MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ ED IL RAPIMENTO DELLE GIOVANI STUDENTESSE

Vergogna. Disgusto. Orrore. Rabbia.
Entrambi gli episodi sono cronaca di questi giorni: la ventisettenne MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ è stata condannata in Sudan per essere cristiana! E per aver fatto adulterio con suo… marito!
Cristiana ortodossa, figlia di musulmano e di una cristiana ortodossa che l’ha cresciuta è stata condanna per apostasia ed adulterio alla pena dell’impiccagione e a cento frustate per adulterio.
Questa è follia pura, ingiustizia allo stato conclamato, crudeltà esasperata, fanatismo parossistico che deve indurre e far riflettere.
Mariam ha scelto. Ha fatto una scelta di fede, consapevole, matura. Ha diritto che questa sua scelta debba essere rispettata. E invece no. In nome di chissà quale dio Mariam è stata imprigionata assieme al figlio di due anni e pur essendo incinta all’ottavo mese.
Un giudice l’ha giudicata in termini di assoluta crudeltà luciferina. Chissà quale demonio ha agito per le labbra di questo giudice che ha pronunciato la condanna solo perché Mariam non ha voluto rinnegare la sua fede, la fede, così forte, così radicata, così immensa per la quale è disposta ad accettare il martirio.
E’ possibile tutto questo?
Stentiamo a crederlo. Ci hanno insegnato la tolleranza, della multirazzialità, del rispetto per la dignità delle donne. E allora battiamoci per fare rispettare quei valori su cui ci basiamo. Sui quali basiamo la nostra moderna civiltà cristiana e democraticamente occidentale ed umanista.
Mariam ha risposto a questo satanico giudice con una fermezza che difetta in quelli che osano chiamarsi cristiani e cattolici: “ Io sono cristiana. Perciò non ho commesso apostasia”, sapendo che con quelle parole si sarebbe pericolosamente avvicinata al patibolo. Quanti di noi avrebbero avuto la stessa fermezza?
Chiedo, auspico ed imploro un intervento forte per questa giovane madre, sposa e cristiana che di fronte a satana ha saputo serenamente difendere la propria fede. Non si può essere femministi solo nel mondo occidentale. Ma non si può essere solo femministi, invocare la parità uomo-donna. La questione è più radicale, oggettiva, assoluta: non si può sopprimere nessuno per le sue idee, per la sua fede.
In questi casi non occorrono miracoli, ma solo far intendere, con qualsiasi mezzo, la ragione ed il buon senso.
Così come nell’altro caso, assurdo, dove duecento studentesse sono state rapite perché cristiane. Questo brigante, terrorista, un barbablù mercenario, che cerca solo un facile profitto con la scusa della religione è un elemento pericoloso. Un terrorista. Non bisogna mettere le bombe per esserlo o per diventarlo. Il terrore è qualcosa che va al di là dell’eclatante. E’ la paura di non potere vivere giorno per giorno la propria quotidianità. Non sa questo terrorista che non nomino solo per non fargli una inutile pubblicità che queste donne si battevano, studiando per migliorare la loro vita e quella del loro popolo.
Cosa farà il moderno Occidente, le Organizzazioni paramilitari al servizio delle industrie petrolifere, di fronte a questo gesto di puro e devastante terrore?
Oppure lasceremo che questa barbarie passi inosservata, così come tante altre nella storia?
Del resto noi occidentali ci siamo resi colpevoli della schiavitù e della morte di tanti uomini e donne in nome dei più vari pretesti, anche religiosi. Per cui martire in più o in meno… di cosa ci dovremmo stupire?
Ma se abbiamo trovato il coraggio, proprio nella storia per ribellarci alle crudeltà, se abbiamo trovato il coraggio di pentirci ed ammettere le nostre colpe, non potremmo – una volta tanto – batterci perché questi terribili fatti non avvengano, bloccare le lancette dell’orologio della storia affinché non battano più queste ore di morte e di lutto infausto?

By Michele Barbera