venerdì 16 maggio 2014

IL LATO OSCURO DELL’ISLAM: IL MARTIRIO DI MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ ED IL RAPIMENTO DELLE GIOVANI STUDENTESSE

Vergogna. Disgusto. Orrore. Rabbia.
Entrambi gli episodi sono cronaca di questi giorni: la ventisettenne MARIAM YAHIA IBRAHIM ISHAQ è stata condannata in Sudan per essere cristiana! E per aver fatto adulterio con suo… marito!
Cristiana ortodossa, figlia di musulmano e di una cristiana ortodossa che l’ha cresciuta è stata condanna per apostasia ed adulterio alla pena dell’impiccagione e a cento frustate per adulterio.
Questa è follia pura, ingiustizia allo stato conclamato, crudeltà esasperata, fanatismo parossistico che deve indurre e far riflettere.
Mariam ha scelto. Ha fatto una scelta di fede, consapevole, matura. Ha diritto che questa sua scelta debba essere rispettata. E invece no. In nome di chissà quale dio Mariam è stata imprigionata assieme al figlio di due anni e pur essendo incinta all’ottavo mese.
Un giudice l’ha giudicata in termini di assoluta crudeltà luciferina. Chissà quale demonio ha agito per le labbra di questo giudice che ha pronunciato la condanna solo perché Mariam non ha voluto rinnegare la sua fede, la fede, così forte, così radicata, così immensa per la quale è disposta ad accettare il martirio.
E’ possibile tutto questo?
Stentiamo a crederlo. Ci hanno insegnato la tolleranza, della multirazzialità, del rispetto per la dignità delle donne. E allora battiamoci per fare rispettare quei valori su cui ci basiamo. Sui quali basiamo la nostra moderna civiltà cristiana e democraticamente occidentale ed umanista.
Mariam ha risposto a questo satanico giudice con una fermezza che difetta in quelli che osano chiamarsi cristiani e cattolici: “ Io sono cristiana. Perciò non ho commesso apostasia”, sapendo che con quelle parole si sarebbe pericolosamente avvicinata al patibolo. Quanti di noi avrebbero avuto la stessa fermezza?
Chiedo, auspico ed imploro un intervento forte per questa giovane madre, sposa e cristiana che di fronte a satana ha saputo serenamente difendere la propria fede. Non si può essere femministi solo nel mondo occidentale. Ma non si può essere solo femministi, invocare la parità uomo-donna. La questione è più radicale, oggettiva, assoluta: non si può sopprimere nessuno per le sue idee, per la sua fede.
In questi casi non occorrono miracoli, ma solo far intendere, con qualsiasi mezzo, la ragione ed il buon senso.
Così come nell’altro caso, assurdo, dove duecento studentesse sono state rapite perché cristiane. Questo brigante, terrorista, un barbablù mercenario, che cerca solo un facile profitto con la scusa della religione è un elemento pericoloso. Un terrorista. Non bisogna mettere le bombe per esserlo o per diventarlo. Il terrore è qualcosa che va al di là dell’eclatante. E’ la paura di non potere vivere giorno per giorno la propria quotidianità. Non sa questo terrorista che non nomino solo per non fargli una inutile pubblicità che queste donne si battevano, studiando per migliorare la loro vita e quella del loro popolo.
Cosa farà il moderno Occidente, le Organizzazioni paramilitari al servizio delle industrie petrolifere, di fronte a questo gesto di puro e devastante terrore?
Oppure lasceremo che questa barbarie passi inosservata, così come tante altre nella storia?
Del resto noi occidentali ci siamo resi colpevoli della schiavitù e della morte di tanti uomini e donne in nome dei più vari pretesti, anche religiosi. Per cui martire in più o in meno… di cosa ci dovremmo stupire?
Ma se abbiamo trovato il coraggio, proprio nella storia per ribellarci alle crudeltà, se abbiamo trovato il coraggio di pentirci ed ammettere le nostre colpe, non potremmo – una volta tanto – batterci perché questi terribili fatti non avvengano, bloccare le lancette dell’orologio della storia affinché non battano più queste ore di morte e di lutto infausto?

By Michele Barbera

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