"Il testamento di Vantò",
2014, 16°, cm. 14x20, 304 pp., cop. col., € 15,00 ISBN 978-88-86911-43-6
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“In un angolo
magico della Sicilia, sospeso nel tempo, gli abitanti di un piccolo paese danno vita ad un appassionante dramma umano attorno alla figura di
Vantò, folle visionario ed eccentrico letterato, custode, a sua insaputa, di
una misteriosa ricchezza. In un rutilante palcoscenico vivente si alternano
passioni, intrighi e delitti, vicende in cui il confine tra bene e male è
spesso indistinguibile. Tra umorismo tragico ed ironia grottesca, i toni
raffinati del romanzo ci rendono partecipi di un’onirica fiera delle vanità,
dove tutto ciò che è reale porta in sé i semi della violenza e del male. Sullo
sfondo di splendidi scenari naturali, quasi un leitmotiv pudicamente celato ad
occhi profani, la narrazione guarda con interesse ai temi dell’integrazione
sociale e delle minoranze etniche, soffocate da pregiudizi alienanti ed incapaci
di esprimere se stesse, in un contesto che vuole l’emarginazione come
conseguenza naturale della diversità.”
(Dalla Quarta di copertina)
“C’è davvero di
tutto in questo romanzo colto e raffinato, impregnato di rare atmosfere
pirandelliane e sciasciane; il tessuto narrativo, arricchito da allegorie e
metafore di sottile bellezza, è radicato della “sicilianitudine”più profonda,
che si rivela fin nelle fibre più intime. Il personaggio di Vantò lo accosterei
ad un moderno Mattia Pascal: ricco di sentimenti contrastanti, alla ricerca
perenne di un equilibrio con se stesso e con gli altri. Complimenti! Da leggere
assolutamente.”
(Ignazio Bellomo)
“Il testamento
di Vantò, avvalendosi di vari registri letterari, presenta al lettore un testo
ricco di trovate diegetiche e di apprezzabili invenzioni stilistiche,
riecheggianti la tradizione della narrativa italiana primo novecentesca. Il
romanzo ben rappresenta la complessità delle relazioni umane sulla scena di un
emblematico paesaggio della Sicilia occidentale”.
“Prigionieri
del loro microcosmo, i caratteri-maschere si scontrano nelle loro solitudini
tristi e, per lo più, venate di follia materialista o sentimentale. Si tratta
di monadi che non interagiscono fra loro, anzi confliggono in aperta tensione
emotiva, tentando di sopraffarsi l’una con l’altra, sino alla violenza cruda,
pura e tragica che non risparmierà neppure il protagonista. Il testamento di
Vantò è teatro in prosa, sul cui palcoscenico - oscillante tra realtà ed
immaginazione - la condizione umana si esprime con la nudità e la meschinità
dei sentimenti feriti e di passioni aberranti.”
(Enzo Leone, Invito alla lettura)
Bello, bello, ancora bello!
RispondiEliminaL'ho letto d'un fiato. Bravo MIchele.
Lucia Sparacino
p.s.: Posso proporti un incontro a Catania?
Non ci sono problemi. Organizziamoci. Se vuoi puoi mandarmi direttamente una mail.
RispondiEliminaDa FACEBOOK:
RispondiEliminaGabriella Barbera
27 novembre
"Ho avuto finalmente modo di completare la lettura del TESTAMENTO DI VANTO', ultimo romanzo di Michele Barbera. Che dire, un romanzo ricco di suspense, colpi di scena e sicuramente di "sicilianità", che accompagna la narrazione per tutto il suo corso. Il romanzo si cura anche di descrivere la tanto disprezzata cultura "rom" che invece nasconde aspetti impensabili di questo popolo nomade, in via di estinzione, rendendolo altro protagonista del romanzo, incentrato su Vantò, un eccentrico personaggio visto da tutti come "il pazzo", il difensore dei rom, cui vita sarà però stravolta da un semplice testamento. Un pezzo di carta che sarà causa dell'improvviso ritorno del suo passato, che tanto aveva cercato di evitare. Naturalmente, ne consiglio la lettura soprattutto perché queste mie poche righe non saranno mai in grado di eguagliare la bellezza del romanzo..."
Grazie per la bella recensione, Gabry!
Sono contento: il romanzo desta curiosità in chi lo legge. Per ora il primato di lettura è di sette ore dell'amico Fabio!
RispondiEliminaDa Facebook:
RispondiEliminaPaola Barbera
14 dicembre
"confermo. il libro è, incredibilmente, coinvolgente nella trama...scorrevole nella lettura...appassionante nell'intreccio...travolgente nella stratificazione delle scene che sembra che ti passino davanti agli occhi...i personaggi sono ben inseriti nella dimensione della narrazione...ognuno occupa il proprio posto...del tipo letto di un fiato????? sìììììììììììììììììììììììììì...ed, infine, il romanzo porta avanti uno dei sentimenti che dovrebbero compattare la società civile: la tolleranza delle etnie fino all'integrazione sociale, il rispetto della diversità culturale e non, lo scoprire quanto è bello poter prendere ogni giorno qualcosa da qualcuno lasciando da parte l'ascia del pregiudizio."
Ho avuto la fortuna di leggerlo, anzi di assaporarlo. Bella trama ed ancora più bello lo stile. Complimenti all'avvocato. A quando il prossimo caro Michele?
RispondiEliminaClaudio Marrone
Egregio Avvocato,
RispondiEliminaComplimenti per il romanzo! Era da tempo che non leggevo qualcosa di così coinvolgente. Successo meritato. Rosa Figliomeni Palermo
Caro Michele,
RispondiEliminaRiesci sempre a migliorare la tua scrittura. Complimenti, l'ho trovato maturo e riflessivo. Un grande romanzo con un intreccio narrativo impeccabile, peccato che la distribuzione nel palermitano non vi sia.
Aurelio Montalbano