domenica 21 febbraio 2021

ATTENZIONE!!! L'ACQUA DIVENTA UN BENE PRIVATO SPECULATIVO: LA QUOTAZIONE A WALL STREET... ED IN ITALIA?



Non ci credeva nessuno, ma è accaduto. 
Per la prima volta nella storia.
Gli speculatori di Wall Street hanno realizzato il 7 dicembre 2020 il primo hedge fund, un fondo di investimento sul valore futuro dell'acqua. 
La scommessa al rialzo è fomentata da analisi scientifiche che prevedono che entro il 2035 ci saranno tre miliardi di persone con carenza cronica di acqua, dovuta anche al cambiamento climatico con inverni impazziti ed estati sempre più torride. 
Dopo circa due mesi il future va a gonfie vele, il prezzo dell'acqua va crescendo ed i guadagni si prospettano stratosferici. 
Il valore dell'acqua di riferimento è quello dello Stato della California, e precisamente dei diritti di uso dei bacini idrici. Non a caso è stata scelta la California, dove i frequenti incendi degli ultimi anni hanno innalzato il valore dell'acqua ed il suo uso. 
Il future è una scommessa di borsa che prevede un valore del bene ad una certa data. 
In questo scenario, l'acqua è diventata "l'oro blu", su cui arricchirsi e fare speculazione finanziaria a danno della collettività. 
Senza voler considerare il profilo etico e la natura pubblica dell'acqua potabile, bene dell'umanità, il mercato dei derivati è quello che ha danneggiato milioni di risparmiatori e favorito speculazioni azzardate. 
Solo un'azione politica concreta può impedire che ciò avvenga anche nelle altre Nazioni, fra cui l'Italia. Ma già diversi fondi di investimento di caratura internazionale guardano con interesse a questa speculazione che promette guadagni da favola a tutto scapito non di ingenui e sprovveduti risparmiatori, ma dell'intera umanità. 
Nei prossimi giorni petizioni da importanti organizzazioni umanitarie saranno indirizzate all'ONU ed all'OMS perché si prendano concreti impegni al fine di evitare che anche l'acqua diventi appannaggio di pochi Paesi ricchi e decreti la morte di interi continenti e genocidi.
Fa orrore che l'umanità continui imperterrita a cercare profitti su eventi che investono l'intera umanità, come sta succedendo per il COVID 19, dove le case farmaceutiche hanno lucrato sul valore dei vaccini che sono diventati fonti di guadagno, piuttosto che occasione di condivisione con i Paesi poveri. 

By Michele 

 


sabato 13 febbraio 2021

TUTTI ALLA CORTE DI RE DRAGHI: STREGONI, BUFFONI, CAVALIER SERVENTI, NANI E BALLERINE (E NON MANCANO I BURATTINI)

 


Draghi ha sicuramente un grandissimo merito: quello di essere riuscito a mettere assieme il frastagliato e cespuglioso panorama politico del nostro “parlamentario”.
Era evidente a tutti che il M5S (della sempreverde coppia Grillo-Casaleggio) giocava al rilancio, ma sentir dire da Grillo che Draghi è un “grillino”, supera ogni limite del ridicolo. Di Maio, come i parlamentari 5S, ha salvato (per ora) la poltrona, ma se il suo peso specifico è quello che ha dimostrato sino ad oggi, appare come un ministro “travicello”, di bella presenza e di nessuna sostanza.
Mario Draghi è stata l’ancora di salvezza. Con il suo prestigio sommo di civil servant, non si è tirato indietro da questa sfida, ma a tessere le lodi dovrebbero essere cauti i nostri politicanti.
Draghi è riuscito a dare la quadra ad un panorama politico sghembo: constatare che il trumpiano Salvini va a braccetto con PD e 5S (dopo aver litigato come i polli di manzoniana memoria) è quanto di più vomitevole ed incoerente potesse capitare.
Sì, è vero, ora tutti fanno i bravi bambini, come quando in classe arrivava il Direttore ed ognuno stava a testa china a sorbirsi la paternale.
Del resto, il Presidente Mattarella è stato costretto a buttare giù l’asso, quando ha visto che le ripicche ed i pettegolezzi avevano paralizzato l’azione del Governo, proprio nel momento peggiore: quello in cui si doveva remare per tirare fuori l’Italia dalle secche della pandemia e della recessione economica.
Bravo Renzi? Macché. Da alunno discolo ed impertinente, anche lui ha fatto la fila per applaudire a testa china e schiena prona. Non fà nulla se l'amata Boschi non è ministro.
La barzelletta per ora più in voga è il sentire dire – con prosaica serietà nei corridoi ovattati dei palazzoni – dai nostri leader minimi che ognuno di loro è “padre” del Governo Draghi.
Fesserie. Loro sono i primi a saperlo. Come sapevano benissimo, qualche settimana fa,  che mandare a mollo Conti con la sua zattera di salvataggio avrebbe significato il naufragio dell’Italia ( e la sua resa alla troika europea).
La verità è che nessuno (tranne la sondaggista Meloni) voleva il risiko delle elezioni.
È anche vero che i fondi europei (meglio la loro spesa) facevano gola agli affaristi della politica: troppo ghiotto il piatto per permettere che ci sguazzasse un Governo la cui azione appariva vincolata al litigioso nullafacentismo 5stelle che sfornava sussidi e benefit senza ritorno.
Il nuovo Governo Draghi?
Ha il mio rispetto, ma anche il mio scetticismo.
Non mi aspetto miracoli economici, ma i soldi europei – è evidente – punteranno dritti alla Padania, salvo che poi il debito dovremo caricarcelo tutti, anche quelli a Sud del Po.
La “questione meridionale”, se lo ficchino bene in testa i politologi del nulla, prima dell’invasione sabauda del regno delle due Sicilie non esisteva. Dopo la spoliazione del Sud e l’azzeramento di ogni sua prospettiva economica, il Nord ha trovato le “risorse” (umane e finanziarie) per buttarsi a capofitto nella incipiente Rivoluzione industriale europea.
La Fiat di Vittorio Valletti ha incarnato il comandamento storico dell’industrialismo nordico: privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite. Del resto il Nord ha fatto dell’industria una “missione sociale”. Che ridere.
Il Sud è rimasto ed è al palo: gli interventi della famigerata Cassa del Mezzogiorno, un carrozzone che più politico non si può, servivano solo a “pascere” le clientele politiche, nutrite come maiali all’ingrasso, ma senza alcuna progettualità economica.  
Con buona pace della neo ministra “per il Sud”, l’avvenente (ex) miss Cinema Mara Carfagna, che, a dirla tutta, è un ministro “senza portafoglio”, come dire “non facciamoci troppe illusioni”. La Carfagna ha, forse, il compito più difficile di tutti: trasformarsi nella fatina e fare diventare i sogni realtà. Ma qualcuno le dovrà dire dove hanno nascosto la bacchetta.
Di contro è un dato di fatto che la squadra di governo di Draghi ha ben OTTO MINISTRI LOMBARDI, scarpe grosse e cervello fino, che dovranno dimostrare che il Nord sa spendere i dané , come e quando vuole e che loro sono più bravi a mangiar polenta che i delinquenti e nullafacenti del Sud che stanno tutto il giorno a prendere il sole.
Draghi è un finissimo stratega e se vuol far ripartire la nordica locomotiva “sfiatata”, più che il carbone, dovrà iniettare energia atomica. Ha le carte in regola per farlo e lo farà.
Del resto ha saputo salvare l’euro scricchiolante, cosa volete che sia una nazioncina come l’Italia.
Al Sud ci terremo le mafie e l’emigrazione e Giggino come ministro degli esteri (come a dire, dell’emigrazione). Ben gli sta a chi li ha votati.
L’ultima chicca è il ministro leghista al turismo. Se il livello è quello di un eminente esponente della stessa lega che nel 2010 tacciò il sito di Pompei di essere solo “quattro sassi” e che i soldi dovevano finire prima al Veneto, abbiamo detto tutto.
O no? Il Governo Draghi potrebbe ancora stupirci.
By Michele Barbera