Le biblioteche sono un luogo magico. Senza scomodare Umberto Eco che
sulla “bibliofilia” o “biblioteca mania” ha scritto saggi memorabili, è vero
che ogni biblioteca ha un suo universo spazio-temporale, una sua dimensione
parallela, una sua geografia spirituale. Ogni biblioteca, poi, a sua volta,
racchiude un’infinità di mondi che si schiudono l’uno sull’altro e sono
racchiusi l’uno sull’altro: ogni libro, infatti, è latore di un messaggio che per
piccolo o universale che sia, è destinato a rimanere nel tempo, quale motore immobile di
idee, di concetti, di vita. Ma è sbagliato vedere in una biblioteca solo una
raccolta di libri. Sia nell’antichità che nei tempi recenti le biblioteche sono
sempre state al centro di una frenetica attività sociale, ben ripagando gli
investimenti e le attenzioni a loro dedicate. Basti pensare alla famosa
biblioteca di Alessandria d’Egitto, o alle abbazie medievali ed alle loro
biblioteche, fucine di cultura universale.
E’ chiaro che sono un appassionato di biblioteche. E quando ho
l’opportunità di esplorarne (sì esplorarne) una non ne perdo l’occasione.
L’altro giorno sono stato invitato ad un briefing di lavoro ad Alessandria
della Rocca. La riunione, per esigenze logistiche si è spostata nella
biblioteca comunale, luogo che, sebbene frequenti il centro di Alessandria da
almeno venti anni non avevo mai avuto cura di attenzionare.
Quando sono entrato, nel silenzio assorto tipico di questi luoghi, chi
mi ha accolto ha scorto la mia curiosità e si sono prodigati per farmi visitare la biblioteca. Così ho
“scoperto” una piccola e meravigliosa realtà.
Nonostante fossimo in un giorno qualunque, in un’ampia sala si stava
svolgendo un progetto ludico per i bambini più piccoli con le mamme e le
insegnanti.
In un altro salone, i ragazzi di Alessandria discutevano di banche,
impresa e start-up con il direttore provinciale di una importante Banca
nazionale.
In un’altra stanza attrezzata, io e gli altri interessati abbiamo
potuto svolgere il nostro briefing in tutta serenità.
E tutto questo mentre si svolgevano i normali servizi bibliotecari
all’utenza.
Dico: non eravamo a New York o in qualche città-modello del Nord
Italia, ma in un piccolo paese, al centro della Sicilia più aspra, in un
territorio in cui ancora si respira l’aria del tempo che fu.
Piccolo miracolo di una biblioteca che funziona, che diventa centro
vitale di interessi per la comunità.
Sono uscito dalla Biblioteca di Alessandria con una sgargiante tessera
di socio e con il mio bravo libro in prestito. Per curiosità ho letto il numero
della mia tessera: 1404. Su una comunità di circa tremila abitanti. Non male.
By Michele Barbera
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