martedì 14 aprile 2020

LA SICILIA VUOLE RIPARTIRE: LIQUIDITA’ E CARTA MONETA PARALLELA PER IL RILANCIO ECONOMICO



È storia nota che la Sicilia, da sempre, ha dovuto soffrire le decisioni di altri, in politica, economia e non. 
Dopo la nascita della Repubblica, lo Statuto Siciliano e l’autonomia, sono stati per decenni, lo specchietto delle allodole, con cui rabbonire ogni scatto d’orgoglio ed ogni iniziativa non "coordinata” con il Governo centrale o, peggio, con i diktat europeistici. E quando la politica sovraregionale non faceva leva sul guinzaglio degli “aiuti” economici, l’argomento con cui zittire i siciliani è stata sempre la mafia: si veda, da ultimo, cosa è successo con i media tedeschi che ritengono giusto negare gli aiuti d’Europa alla Sicilia perché finiscono in mano alla mafia.
È un perverso circolo vizioso, che penalizza la Sicilia onesta, che vuole produrre ed investire. Non solo, ma fa diventare la Sicilia terra di “colonialismo finanziario”, dove gli investimenti leciti e da promuovere, costi quel che costi, sono sempre quelli che vengono “da fuori”. Il che produce devianze e distorsioni nel tessuto economico.
Mai ciò è stato vero come di questi tempi.
La Sicilia (e i siciliani) sono stati tacciati, da certi media, di “nullafacentismo”, tanto che se il virus “COVID-19” non ha devastato e decimato gli abitanti dell’Isola, ciò è dovuto al fatto che al Sud non si lavora e, quindi, la gente sta a casa!
Lo sciovinismo settentrionalista ripete il clichet. Salvo dimenticare che l’ossatura delle catene di montaggio del nord è fatta di operai meridionali, che il Regno delle Due Sicilie aveva riserve auree incommensurabilmente maggiori rispetto al regno piemontese, che se ne appropriò inopinatamente, che l’emigrazione intellettuale dall’Isola ha fornito al Nord cervelli di prim’ordine, etc..
Il fatto, però, è proprio qui: si è creata una “questione meridionale”, infarcita di falsità storiche e sociali, proprio allo scopo di inculcare al Sud, Sicilia in testa, una subcultura assistenzialista, da ruota di scorta del sistema produttivo italiano.
Prof. Massimo Costa
Per fortuna, le migliori risorse dell’Isola non si rassegnano a questo stato di cose. Emergono, in modo multidisciplinare, iniziative e progettualità tese allo sviluppo complessivo dell’Isola, come “Sistema Sicilia”.
Prof. Sergio Bossone
Un'interessante proposta viene da autorevoli personalità del mondo accademico ed economico, fra cui il prof. Massimo Costa, Docente di Economia all’UNIPA ed il prof. Sergio Bossone, top manager bancario che ha svolto anche la funzione di Ragioniere Generale della Regione Sicilia. Il progetto è stato supportato dal movimento politico “Siciliani Liberi”, con il Segretario Nazionale Prof. Arch. Ciro Lomonte, che ne ha condiviso le finalità e la praticabilità, oltre che l'urgenza nell'applicazione.
Prof. Ciro Lomonte
Il progetto si fonda sull’applicazione effettiva dello Statuto Siciliano che all’art.41 autorizza il Governo regionale ad emettere “prestiti interni”, che cioè abbiano “circolazione” solo all’interno del territorio regionale.
In concreto, il progetto prevede l'emissione da parte della Regione di un titolo di prestito pari a 12 miliardi di euro che verrebbe acquistato dall’IRFIS Sicilia.
L’IRFIS, a sua volta, distribuisce e suddivide il numerario in “moneta elettronica” (carte) o anche “titoli” (carta moneta o similari) spendibili all’interno della Regione Sicilia, il che avrebbe come effetto immediato una potentissima ed efficace iniezione di liquidità (12 miliardi di euro) nel sistema produttivo e commerciale siciliano e solo all’interno di questo.
L’esperienza non è nuova (la Regione Sardegna da tempo ha adottato il “sardex”) E FUNZIONA.
Infatti, in un macrosistema economico più il denaro circola, più – in modo esponenziale – crea beni, servizi e ricchezza, oltre a stimolare la capacità produttiva ed allineare domanda ed offerta.
Il sistema distributivo della Carta Moneta Siciliana richiama quello dell’helicopter money, in cui le risorse, proprio per evitare disparità o discriminare gli utenti, vengono distribuiti in modo egualitario tra tutti i possibili fruitori, sia imprenditori, lavoratori dipendenti ed autonomi, che comuni cittadini, con criteri che possono variare dalla sussidiarietà sociale, all’incentivo economico.
Il sistema dell’“helicopter money” garantisce una pronta fruibilità del denaro, svincolato da formalità e rendicontazione, ma la spesa sarebbe comunque garantita all’interno della Regione Siciliana, in modo che a beneficiare dell’effetto “moltiplicatore” siano gli operatori economici e le famiglie che risiedono nella Regione Sicilia.
Peraltro, proprio a motivo della pandemia in atto, i patti di stabilità sono sospesi e, dunque, un’operazione come quella proposta da un lato attutirebbe gli effetti negativi della crisi economica dovuta al coronavirus, dall’altro segnerebbe una politica economica espansiva dal forte impatto sul circuito economico siciliano, senza conseguenze negative sulle politiche di bilancio.
Come diceva quel saggio, da ogni difficoltà bisogna saper trarre un’opportunità. Il che, in tempi di coronavirus, non può che fare riflettere.
By Michele Barbera

6 commenti:

  1. Noi siciliani dobbiamo finirla di piangerci addosso e dobbiamo avere il coraggio una volta per tutte di difendere i nostri diritti!
    Federico 72

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  2. è anche vero che la mafia esiste e ci soffoca... non dimentichiamolo...

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  3. Mi permetto di fare due considerazioni:
    a) da chi dipende azionare i nostri diritti? Da noi, così come da noi dipende contrastare chi questi diritti li calpesta!
    b) nessuno sta dicendo che la mafia non esiste, ma che talvolta diventa un handicap strumentale per boicottare ed etichettare i siciliani. La mafia si combatte anche e sopratutto con il buon governo e con lo sviluppo economico legittimo.
    Grazie, Michele

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  4. La mafia è l’effetto e non la causa dei mali Siciliani!

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  5. Se avessimo avuto un buon governo la mafia sarebbe già stata distrutta. Purtroppo connivenza , corruzione , egoismi , mancanza di coraggio e tanto altro frenano qualunque iniziativa.

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  6. La Sicilia potrebbe essere il punto di partenza per un progetto di rinascita economica e sociale che coinvolga tutto il meridione e non solo potrebbe ritornare ad essere il centro economico e del mediterraneo. Ma per far questo occorre una nuova forza politica che governi energicamente la Regione Siciliana.

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