È storia nota che la
Sicilia, da sempre, ha dovuto soffrire le decisioni di altri, in politica, economia e non.
Dopo la nascita della Repubblica, lo Statuto Siciliano e l’autonomia, sono stati per decenni, lo specchietto delle allodole, con cui rabbonire ogni scatto d’orgoglio ed ogni iniziativa non "coordinata” con il Governo centrale o, peggio, con i diktat europeistici. E quando la politica sovraregionale non faceva leva sul guinzaglio degli “aiuti” economici, l’argomento con cui zittire i siciliani è stata sempre la mafia: si veda, da ultimo, cosa è successo con i media tedeschi che ritengono giusto negare gli aiuti d’Europa alla Sicilia perché finiscono in mano alla mafia.
Dopo la nascita della Repubblica, lo Statuto Siciliano e l’autonomia, sono stati per decenni, lo specchietto delle allodole, con cui rabbonire ogni scatto d’orgoglio ed ogni iniziativa non "coordinata” con il Governo centrale o, peggio, con i diktat europeistici. E quando la politica sovraregionale non faceva leva sul guinzaglio degli “aiuti” economici, l’argomento con cui zittire i siciliani è stata sempre la mafia: si veda, da ultimo, cosa è successo con i media tedeschi che ritengono giusto negare gli aiuti d’Europa alla Sicilia perché finiscono in mano alla mafia.
È un perverso
circolo vizioso, che penalizza la Sicilia onesta, che vuole produrre ed
investire. Non solo, ma fa diventare la Sicilia terra di “colonialismo finanziario”,
dove gli investimenti leciti e da promuovere, costi quel che costi, sono sempre
quelli che vengono “da fuori”. Il che produce devianze e distorsioni nel
tessuto economico.
Mai ciò è stato vero
come di questi tempi.
La Sicilia (e i
siciliani) sono stati tacciati, da certi media, di “nullafacentismo”, tanto che
se il virus “COVID-19” non ha devastato e decimato gli abitanti dell’Isola, ciò
è dovuto al fatto che al Sud non si lavora e, quindi, la gente sta a casa!
Lo sciovinismo
settentrionalista ripete il clichet. Salvo dimenticare che l’ossatura delle
catene di montaggio del nord è fatta di operai meridionali, che il Regno delle
Due Sicilie aveva riserve auree incommensurabilmente maggiori rispetto al regno
piemontese, che se ne appropriò inopinatamente, che l’emigrazione intellettuale
dall’Isola ha fornito al Nord cervelli di prim’ordine, etc..
Il fatto, però, è
proprio qui: si è creata una “questione meridionale”, infarcita di falsità
storiche e sociali, proprio allo scopo di inculcare al Sud, Sicilia in testa,
una subcultura assistenzialista, da ruota di scorta del sistema produttivo
italiano.
Prof. Massimo Costa |
Per fortuna, le
migliori risorse dell’Isola non si rassegnano a questo stato di cose. Emergono,
in modo multidisciplinare, iniziative e progettualità tese allo sviluppo
complessivo dell’Isola, come “Sistema Sicilia”.
Prof. Sergio Bossone |
Un'interessante
proposta viene da autorevoli personalità del mondo accademico ed economico, fra
cui il prof. Massimo Costa, Docente di Economia all’UNIPA ed il prof. Sergio
Bossone, top manager bancario che ha svolto anche la funzione di Ragioniere
Generale della Regione Sicilia. Il progetto è stato supportato dal movimento
politico “Siciliani Liberi”, con il Segretario Nazionale Prof. Arch. Ciro Lomonte, che ne ha condiviso le finalità e la praticabilità, oltre che l'urgenza nell'applicazione.
Prof. Ciro Lomonte |
Il progetto si fonda
sull’applicazione effettiva dello Statuto Siciliano che all’art.41 autorizza il
Governo regionale ad emettere “prestiti interni”, che cioè abbiano “circolazione”
solo all’interno del territorio regionale.
In concreto, il progetto prevede l'emissione da parte della
Regione di un titolo di prestito pari a 12 miliardi di euro che verrebbe acquistato
dall’IRFIS Sicilia.
L’IRFIS, a sua
volta, distribuisce e suddivide il numerario in “moneta elettronica” (carte) o
anche “titoli” (carta moneta o similari) spendibili all’interno della Regione
Sicilia, il che avrebbe come effetto immediato una potentissima ed efficace
iniezione di liquidità (12 miliardi di euro) nel sistema produttivo e
commerciale siciliano e solo all’interno
di questo.
L’esperienza non è
nuova (la Regione Sardegna da tempo ha adottato il “sardex”) E FUNZIONA.
Infatti, in un
macrosistema economico più il denaro circola, più – in modo esponenziale – crea
beni, servizi e ricchezza, oltre a stimolare la capacità produttiva ed
allineare domanda ed offerta.
Il sistema
distributivo della Carta Moneta Siciliana richiama quello dell’helicopter money, in cui le risorse,
proprio per evitare disparità o discriminare gli utenti, vengono distribuiti in
modo egualitario tra tutti i possibili fruitori, sia imprenditori, lavoratori
dipendenti ed autonomi, che comuni cittadini, con criteri che possono variare
dalla sussidiarietà sociale, all’incentivo economico.
Il sistema dell’“helicopter money” garantisce una pronta
fruibilità del denaro, svincolato da formalità e rendicontazione, ma la spesa
sarebbe comunque garantita all’interno della Regione Siciliana, in modo che a
beneficiare dell’effetto “moltiplicatore” siano gli operatori economici e le
famiglie che risiedono nella Regione Sicilia.
Peraltro, proprio a
motivo della pandemia in atto, i patti di stabilità sono sospesi e, dunque, un’operazione
come quella proposta da un lato attutirebbe gli effetti negativi della crisi
economica dovuta al coronavirus, dall’altro segnerebbe una politica economica
espansiva dal forte impatto sul circuito economico siciliano, senza conseguenze negative sulle politiche di bilancio.
Come diceva quel
saggio, da ogni difficoltà bisogna saper trarre un’opportunità. Il che, in
tempi di coronavirus, non può che fare riflettere.
By Michele Barbera
Noi siciliani dobbiamo finirla di piangerci addosso e dobbiamo avere il coraggio una volta per tutte di difendere i nostri diritti!
RispondiEliminaFederico 72
è anche vero che la mafia esiste e ci soffoca... non dimentichiamolo...
RispondiEliminaMi permetto di fare due considerazioni:
RispondiEliminaa) da chi dipende azionare i nostri diritti? Da noi, così come da noi dipende contrastare chi questi diritti li calpesta!
b) nessuno sta dicendo che la mafia non esiste, ma che talvolta diventa un handicap strumentale per boicottare ed etichettare i siciliani. La mafia si combatte anche e sopratutto con il buon governo e con lo sviluppo economico legittimo.
Grazie, Michele
La mafia è l’effetto e non la causa dei mali Siciliani!
RispondiEliminaSe avessimo avuto un buon governo la mafia sarebbe già stata distrutta. Purtroppo connivenza , corruzione , egoismi , mancanza di coraggio e tanto altro frenano qualunque iniziativa.
RispondiEliminaLa Sicilia potrebbe essere il punto di partenza per un progetto di rinascita economica e sociale che coinvolga tutto il meridione e non solo potrebbe ritornare ad essere il centro economico e del mediterraneo. Ma per far questo occorre una nuova forza politica che governi energicamente la Regione Siciliana.
RispondiElimina