Foto del "campo profughi", ovvero la spiaggia di Porto Palo nel ferragosto del 2011
La notizia l’avevano ampiamente riportata quotidiani e
televisioni: quest’anno “tolleranza zero” sui falò nella notte tra il 14 ed il
15 agosto.
Le recentissime morti di due giovani ad Agrigento, investiti
da un ubriaco, aveva segnato di ulteriore drammaticità il problema: droga ed
alcol pongono sempre più in pericolo la vita non soltanto di coloro che ne
abusano, ma anche di quelli che stanno attorno.
Eppure ieri pomeriggio sulla spiaggia i preparativi fervevano.
Come ogni anno negli ultimi dieci, la spiaggia di Porto Palo
è stata invasa da giovani con il carico di bottiglie di birra (ed accessori) a
testimonianza che il falò di mezzanotte altro non è se non l’occasione di
cercarsi un ulteriore “sballo” all’ennesima potenza.
Già verso le diciotto di pomeriggio giovanissimi (credo non
più di quindici anni) giravano palesemente ubriachi per la spiaggia, vomitando
in mare, utilizzato dai più anche come “gabinetto di fortuna” in attesa della
notte per dare ulteriore slancio alla trasgressione ad un “auto-suicidio di
massa”.
Queste occasioni sono un po’ come la roulette russa: tutti
sono a rischio della propria vita e la vecchia signora con la falce ogni tanto
ne estrae uno o due a sorte. A capriccio.
Che cosa spinga poi questi adolescenti a buttarsi strafatti
nelle braccia del pericolo alla guida di uno scooter o di una macchina è
questione che ancor prima degli psicologi interessa le singole famiglie.
Naturalmente, ma questa è solo una nota a margine, questi
falò non c’entrano nulla con i quattro pezzi di legno accesi da un gruppetto di
amici con la chitarra o con la radio a batteria che attendevano la notte di
ferragosto per gustare la gioia romantica (perché no) di una notte d’estate
sulla spiaggia pressoché deserta.
Provateci voi oggi a trovare un angolo di spiaggia “deserta”!!!
Ieri, alcuni intraprendenti lottizzatori, a mò di uomini
delle caverne, erano riusciti in modo rozzo sin’anche a delimitare le aree “auto-assegnate”
con cordoni, canne riservandosi ampie aree a “dispense” portatili dove
ritrovare di tutto: dalla Coca-cola alle pizze tabische, alla salsiccia, alle
costine, passando per i liquori, vino e poi birra, birra… tanta birra.
Insomma, i falò di ferragosto sino ad ieri (lo posso dire) erano
diventati l’occasione di uno sballo di massa, per ubriacarsi senza vergogna, maxigrigliatone
formato famiglia gigante del tipo “tié zitto e mangia anche se ti fa schifo), ridurre
la spiaggia una discarica a cielo aperto, fumare chissà cosa, impasticcarsi ed attentare
alla verginità della fidanzatina (meglio se brilla e più arrendevole) nella buia
complicità delle “tendine”, il tutto condito da risse, urla, insulti, ed ogni
tanto l’urlo di qualche ambulanza sfrecciante a soccorrere il sofferente di
turno, etc…
Ed i malcapitati bagnanti?
Il silenzio è d’obbligo ma la risposta è esplicita.
Quest’anno, da un primissimo bilancio ( non sono andato
ancora in spiaggia), il risultato dovrebbe essere positivo.
Nonostante tutto.
Il servizio d’ordine c’era e funzionava.
Fiamme di fuoco se ne sono viste veramente pochissime e
dalla spiaggia non si sentivano provenire urla disumane o olezzi poco
rassicuranti.
C’erano sempre le birre e le cataste di cibo ammonticchiate
dal pomeriggio precedente sulla spiaggia. Ma i professionisti della “griglia a
cielo aperto” non devono avere avuto vita facile.
Dispiace per i ragazzi ubriachi e dementi che girovagavano
come “zombie” nella oscurità più totale (di testa ed esterna).
No, questi non sono più falò di ferragosto. E’ una
degenerazione che non va e che cozza contro ogni regola di buon senso e di
divertimento. E’ una manifestazione orgiastica che molti giovani fanno quasi per
“dovere”, perché “tutti lo fanno”. Un altro inutile rito per avere lo sballo,
la trasgressione, come la discoteca, come lo spinello.
No, ragazzi, così non va.
Un plauso alle forze dell’ordine ed alle istituzioni che
stanno cercando attivamente di porre il dovuto freno a condotte che sforano
ogni parametro di legittimità ed attentano seriamente alla incolumità propria
ed altrui.
Stamattina debbo ancora scendere in spiaggia per sentire
le ultime novità. Spero di non dovere fare il solito slalom tra tende, corpi di ragazzi in "coma", bottiglie
rotte, preservativi e resti di cibo e che il mare, nella sua infinità e
paziente bontà, abbia metabolizzato gli escrementi prodotti da una folla invasata ed insensata, restituendoci il mare da “Bandiera blu” a cui siamo abituati.
Per l’intanto… incrocio le dita.
By M.