Impossibile tacere di fronte a quello che sta succedendo in Africa. Ma quello che mi lascia più sgomento è il sentimento di paura (direi terrore) che serpeggia nell'Europa. Si temono invasioni di orde africane, centinaia di migliaia di profughi che invadono la "tranquillità" del mondo occidentale. Ma in fin dei conti, non l'abbiamo provocato noi tutto questo? Con l'offrire falsi modelli di progresso e di benessere, illudendo gli "altri" (africani in primis) che stanno peggio di noi che bastava solo imitarci, per essere come noi. Ora, il paese delle "meraviglie" attira inevitabilmente tutti quelli che, schiacciati ed oppressi dal peso delle varie tirannie hanno avuto il coraggio di tirarsene fuori.
Ma perchè non valorizzare ciò che di bello ha tutto questo? E cioè che molti paesi africani hanno finalmente l'opportunità di vivere la democrazia di essere padroni di se stessi, di uscire dal tunnel dell'oppressione e della miseria. E' di tutto questo una gran parte di merito va al WEB che, una volta tanto, non è teatro di pedofilia, criminalità o terrorismo, ma canale di energie positive e di valori che, forse, abbiamo dimenticato...(ve lo ricordate il nostro Risorgimento?).
Tutti si lamentano del fatto che Gheddafi ha un patrimonio di miliardi di dollari sparso per il mondo... Ma a chi appartengono questi soldi? AL POPOLO LIBICO. Cominciamo da lì. Restituiamo al popolo libico la montagna di soldi che Gheddafi ha accumulato sul sangue e sul sudore dei suoi concittadini...
Abbiamo il dovere di aiutare questi popoli a riscattarsi... E poi state tranquilli che non ci sarà nessuna invasione selvaggia.
Diceva mio nonno che chi ha pane a casa sua non va a cercarlo nella tasca degli altri. Una briciola di saggezza che, però, deve farci riflettere.
A questo proposito vi linko un bell'articolo che ho trovato su un blog. Parla della figura di uno dei tanti "africani" che, però, aveva visto giusto ed al solito è stato bistrattato e dimenticato: si tratta di Thomas Sankara: http://insolitanotizia.blogspot.com/2011/02/thomas-sankara-e-la-rivoluzione.html
Leggetelo e fatemi sapere.
M.
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