Con decreto del 18/07/2019 il Ministro della Giustizia Bonafede ha statuito la cessazione del funzionamento del Giudice di Pace di Menfi. Ufficio soppresso. Amen.
Si può dire "cronaca di una morte annunciata".
Già nel recente passato, prima durante la sindacatura Botta e poi con Lotà, ci siamo battuti - nell'interesse pubblico - affinché l'Ufficio venisse mantenuto.
Si era parlato del trasferimento dell'Ufficio in Piazza Vittorio Emanuele e della intitolazione dell'aula delle udienze alla memoria del Giudice di Pace Peppino Rotolo che rivestì con merito le funzioni.
Tutte chiacchiere.
E che dire di fronte all'ignavia, alla superficialità ed al disinteresse non solo delle Amministrazioni comunali di Menfi, ma anche di quelle facenti parte dell'Unione dei Comuni?
Agghiacciante il contenuto della nota del 30/01/2019, citata nella motivazione del decreto, con cui il Sindaco del Comune di Menfi ha comunicato al Ministro che "il Comune non è nelle condizioni di poter garantire una efficiente ed efficace funzionalità dell'ufficio del giudice di pace per carenza di risorse umane, considerato che non è pervenuta disponibilità da parte dei Comuni di Santa Margherita Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia al trasferimento di unità di personale".
Il Ministro ha preso atto ed ha chiuso l'ufficio. Punto.
Inutile ripetere e spiegare le funzioni pubbliche e la necessità di un presidio giudiziario di prossimità.
Inutile quando ad ascoltare non c'è nessuno dei potenti, di quelli che siedono nella stanza dei bottoni.
Menfi e la deprecabile ed assopita "Unione dei Comuni" perde un centro di vitale interesse per il pubblico e la cittadinanza dei quattro Comuni.
Le ragioni di questa miopia amministrativa sono evidenti.
Così in un silenzio fragoroso, un pezzo delle istituzioni va via dal territorio belicino. E tutto passa sotto un velo di ipocrisia istituzionale all'insegna del "non vedo, non sento e non parlo".
Ogni ulteriore commento è superfluo.
By Michele Barbera