venerdì 30 marzo 2018

TROPPO SPESSO CI DIMENTICHIAMO...


Quante volte ci dimentichiamo di essere cristiani, 
battezzati nella Fede e nel Credo fondato 
sulla redenzione della nostra fragile umanità? 
Quante volte. Quante volte distogliamo il volto dalla Croce,
in nome della tolleranza, che diventa paura di testimoniare, 
in nome della "cultura" che spinge ad essere blasfemi e superbi. 
Quante volte ci rifugiamo nella cattiva discrezione, 
nella colpevole omissione, nella falsa condiscendenza,
per timore della irrisione o di "disturbare" gli altri,
che sono intolleranti e superbi 
nella loro intransigenza vuota e dannata.
Gli "altri", a cui dovremmo dare testimonianza ed, invece, 
di cui diventiamo complici nella loro ignavia e nel loro errore. 
Di cosa abbiamo bisogno per essere noi stessi? 
Quando getteremo la maschera dell'ipocrisia che ottunde la coscienza?
Gli altri hanno bisogno di vederci credere, di saperci cristiani, 
di additare loro la via dell'unica salvezza. 
Il cristianesimo è storia dell'incontro fra umano e divino. 
E' storia d'amore, è verità eterna, è salvezza.
Se oltre duecento miracoli eucaristici non sono bastati nella storia 
per rendere vivo e tangibile agli increduli 
il sacrificio redentore della Croce, 
di cosa avremo mai bisogno per credere? 
Perché seguire falsi profeti e le loro fragili bugie
che recano divisioni, guerre, carestie e violenze 
e non fare fiorire la pace nel nostro cuore?
Uomo, di cosa hai bisogno per credere?
(P. Mil., De Ch. Red.)

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