Ringrazio la Professoressa Pina D'Alatri per la raffinata recensione de "La luna scomparsa", pubblicata ne "Il Giornale del Ricordo", un meraviglioso sito di letteratura, attualità e memoria.
Quella di Pina è una lettura attenta del romanzo, della quale anche il "nostro" Massimo Liberti, schivo per natura, è rimasto piacevolmente sorpreso. In questi giorni ferragostani, avventuratevi sulla costa di Furci o nell'entroterra di Grotte. Magari lo incontrerete di persona...
Prof.ssa Pina D'Alatri |
Da Roccapiana (località
immaginaria tra Marche ed Abruzzo) dove svolge il suo incarico, Liberti viene
mandato in missione in Sicilia per far luce su un caso complesso.
Il suo
impatto con questa terra è difficile:
qui si trova avviluppato in mondo di luci e ombre dove la verità è parvenza e
la finzione realtà. La conoscenza della
filosofia gli viene in aiuto ,suggerendogli un metodo giusto per interpretare i
fatti e per svelare gli infingimenti della mente che si mascherano sovente
dietro le parole. Tombeur de femme galante ma sempre rispettoso e delicato, trova
in Annamaria Moretti,affascinante archeologa, una gradevolissima “spalla”per
risolvere il caso.
Busto della dea Tanit |
Tuttavia
la location straordinaria, dove la suspense raggiunge il culmine, è la contrada
di Grotte, luogo dalla selvatica bellezza,
appena toccato dal trascorrere
dei secoli. Qui avviene lo scioglimento della vicenda, cui apporta un notevole
contributo la furbesca monelleria del piccolo Totuccio. Il testo si presenta
raffinato nella scrittura, con il sapiente utilizzo di termini ed espressioni del
parlato siciliano che contribuiscono a creare un misurato folklore. La
scorrevolezza del dettato, l’interessante tematica e l’intrigo ben dosato garantiscono una
piacevole lettura.
Ancora Grazie a Pina D'Alatri!
By Michele Barbera
By Michele Barbera
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