Ho letto il romanzo del giornalista e scrittore agrigentino
Sandro La Rosa con il gusto che riservo alle occasioni speciali. Mi sono ritagliato
un pomeriggio di questo freddo inverno ed ho assaporato ad una ad una le pagine
de “Un problema di lusso”. Il tono del romanzo è leggero, lo stile scorrevole,
sciolto, con cadenze tipiche e proprie della “sicilianità”. Ho notato una certa
raffinatezza nelle descrizioni che si riverbera nel tratteggio a tutto tondo
dei personaggi che agiscono e non solo di quelli principali. La vicenda si
snoda sui binari di un dialogo intergenerazionale che ha
protagonisti forti e decisi, basti pensare alla sagace figura del principe
Malabotta o della vispa professoressa Lo Tempio. Si intravede, fra le righe,
una profondità prospettica della trama che un’ironia lieve vorrebbe nascondere.
Il nodo gordiano del romanzo, la morte “sospetta” di un anziano, scivola e si
nasconde nelle pieghe delle vicende familiari del protagonista, un mite e quasi
pacioccone professore Di Giovanni, che intervallano e depistano il lettore.
Senza volere svelare la soluzione, davvero inusuale per un “giallo”, l’opera di
La Rosa va al di là del semplice romanzo
di genere ed affronta con una prospettiva leggera e penetrante il problema
(serio) della qualità della vita, non solo degli anziani, e di come la
coscienza a volte imponga delle scelte particolarmente difficili e renda la
vita stessa un problema. Di lusso, per l’appunto.
By Michele Barbera
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