sabato 14 settembre 2013

L’UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI MENFI CHIUDE I BATTENTI: BLACK OUT DELL’AMMINISTRAZIONE LOTA’





“…il loro cervel Dio lo riposi,
in tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato…”
I versi famosi del poeta Giusti appaiono calzare a pennello per commentare una tristissima vicenda su cui è calato il sipario. A nulla sono valsi gli sforzi e la mobilitazione che aveva sensibilizzato la precedente amministrazione comunale al problema della paventata chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Menfi.
In un silenzio che fa paura, nell’immobilismo più assoluto da parte dell’amministrazione attuale, cosa che dispiace veramente, si è consumato l’ultimo alito di speranza che poteva tenere in vita l’Ufficio del Giudice di Pace di Menfi.
Nonostante nei giorni scorsi si era parlato di conferire con il sindaco, visto e considerato che in consiglio comunale siedono ben cinque avvocati menfitani (La Placa, Mistretta, Pellegrino, Viviani, Lanzarone e scusate se ne ho dimenticato qualcuno), ci si aspettava che qualche barlume di protesta, un comunicato stampa, un’istanza al Ministero, una conferenza di servizi con il Presidente del Tribunale, insomma, qualcosa smuovesse il civico consesso e l’amministrazione, quantomeno “per occhio di popolo”.
Niente di tutto questo.
La cosa è passata e passerà sotto silenzio.
Se ne accorgeranno le centinaia di cittadini che debbono, per esigenze di giustizia (testimonianze, interrogatori, cause civili e penali) frequentare il Giudice di Pace che, arrendendosi all’evidenza, dovranno andare e venire da Sciacca. Se ne accorgeranno anche i consulenti tecnici, nonché i vari geometri, architetti ed ingegneri che dovranno giurare perizie.
Cui prodest? A chi giova che Menfi venga spogliato di questo ufficio?
Non lo so. Veramente. Altrove per difendere i presidii giudiziari si sono avuti gesti eclatanti (blocco di strade, consegna di fasce al Prefetto, occupazione locali). A Menfi niente.

Si vede che abbiamo altro per la testa. 
By Michele Barbera 

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