domenica 15 settembre 2013

IL PIACERE DI LEGGERE: STORIE E LEGGENDE DI SICILIA di LUIGI NATOLI


Luigi Natoli (che scriveva con lo pseudonimo di William Galt) è stato un grande affabulatore, o, forse, uno dei grandi scrittori storici che la Sicilia abbia mai avuto. E’ famoso per il suoi “Beati Paoli”, ovvero la narrazione di quella setta segreta che a Palermo amministrava una giustizia rapida, feroce e violenta. A volte in contrapposizione con la giustizia ufficiale o per riparare i torti e le prepotenze dei signorotti di turno.
Ma Natoli, che oserei definire “pittore storico”, oltre a tracciare grandi affreschi, si è dedicato anche a “ritratti storici” che sono poi piccole e grandi vicende che, non meritando magari la prospettiva profonda di un romanzo, sono stati colti nella loro essenza, nel loro spirito in racconti brevi.
Così definisco il volume di Natoli “Storie e Leggende di Sicilia”, un luogo di incontro tra realtà e fantasia, tra mito e storia, che copre il lungo arco di circa sei secoli, dove capita di incontrare creature e personaggi che, magari, in epoche più recenti hanno avuto blasoni più reclamizzati (vedi ad esempio la storia di Zosimo, incoronato Re di Girgenti, ripresa da Andrea Camilleri in un suo romanzo).
E di Luigi Natoli credo che siano (anzi siamo) debitori molti scrittori, poeti e narratori contemporanei, che fanno propria, studiano ed analizzano la “sicilitudine”, ovvero quel complesso di comportamenti, caratteri, forme e metodi che nel tempo e nei secoli hanno plasmato la civiltà siciliana.
A differenza dei grandi storici e studiosi della civiltà siciliana, i quali hanno ritratto “in laboratorio” e registrato asetticamente i modi e le usanze del popolo siciliano, Natoli a quelle stesse usanze, tradizioni, leggende, miti, narrazioni, prigioniere talvolta di una “oralità” angusta e deformante, ha dato nobili vesti letterarie, romanzandone i contorni e rendendole più “sugose” (alla maniera di Manzoni) e più avvincenti.

By Michele Barbera 

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