martedì 17 settembre 2013

INCONTRI RAVVICINATI DI… PIPA


Capita anche questo.
Capita, cioè, che sei invitato ad una serata culturale. Che è una bellissima sera d’estate. Che dopo un interessante dibattito senti il bisogno di cinque minuti di relax. Che approfitti della pausa, ti allontani dalla sala, peschi dall’auto una bella pipa curva, la carichi di un trinciato dolce e speziato e cerchi un posto appartato dove goderti in santa pace la tua fumata solitaria.
E mentre pensi che sei solo, che nessuno possa vederti con la pipa e, additandoti come una bestia rara, chiamarti Sherlock Holmes, o, peggio, commissario Maigret, o, peggio del peggio, Perry Mason… e mentre ti stai gustando i primi sbuffi di fumo… ti accorgi che a pochi passi da te c’è… qualcuno.
Istintivamente togli la pipa di bocca. Ma poi ti accorgi che è un fumatore anche lui. Che anche lui ha smesso improvvisamente di fumare. Forse perché si è accorto di te.
Diffidenti, ambedue cerchiamo di capire chi è l’altro. E che cosa nasconde con la mano.
Poi ci guardiamo in faccia e sorridiamo. Lui è il giornalista “di città”, anche lui ospite del dibattito. Anche lui ha avuto bisogno di una pausa e… anche lui fuma la pipa. A quel punto il ghiaccio si scioglie e ogni diffidenza crolla.
I pipatori, razza nobile e generosa, in Italia sono ormai in estinzione.
Sopraffatti e soffocati dalle fanterie delle sigarette, dalle cavallerie dei sigari e dalle artiglierie del fumo elettronico.
E, forse, è l’unica razza in estinzione priva di ogni tutela, abbandonata a se stessa.
Così quando due pipatori veraci si incontrano è sempre una gioia. Chi fuma la pipa lo sa. La degustazione del tabacco è, forse, l’ultima cosa. Prima viene la pipa come oggetto, come cultura, come storia: la marca, il tipo, con o senza filtro, italiana o straniera, industriale o artigianale e così via… Poi è d’obbligo la disquisizione sui tabacchi: le mixtures inglesi, i latakia di Cipro o siriani, gli scozzesi, i danesi, gli americani… il perique… alla fine c’è spazio pure per il dignitosissimo trinciato “Italia”, con fughe timorose verso il “Trinciato Comune” o il “Forte”. Magari, se si è fortunati, c’è lo scambio delle miscele sul campo.
Il tempo passa mentre parli ed, alla fine, non ti accorgi che la pausa è finita. Il dibattito sta per ricominciare. Io e il mio nuovo amico, come due vecchi soldati, ci stringiamo la mano e ci accorgiamo che non abbiamo avuto neanche il tempo di fumarle, le nostre pipe.
Ma, si sa, con la pipa succede anche questo. Di volerla fumare, ma di non riuscirci ed essere lo stesso contenti ed appagati della bella chiacchierata. E, forse, anche questo è in via d’estinzione…

By Michele Barbera

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