Il caso “GFOREX” che vede
centinaia di italiani colpiti nei loro risparmi da un crack da 30 milioni di
euro, si è arricchito in questi giorni di numerose novità che, speriamo,
possano essere di buon auspicio per la risoluzione del problema ed il recupero
dei risparmi.
Intanto, pare che finalmente la Banca Centrale di Dubai abbia
disposto il blocco dei conti correnti e delle ricchezze mobiliari del
fantomatico finanziere pakistano Mahmood Riaz negli Emirati. Si tratterebbe di
una somma pari a sedici milioni di euro in valuta. Un primo passo
importantissimo per il recupero all’attivo fallimentare di un sostanzioso
numerario. Crediamo che questa volta le Autorità di Dubai hanno posto la dovuta
attenzione alle manovre di Riaz che pare agisse sulle piattaforme finanziarie
degli Emirati senza avere le necessarie autorizzazioni.
I risparmiatori vittime del gioco
di Riaz, superato lo sgomento iniziale, in questi mesi hanno dato vita ad un
intenso scambio di informazioni, oltre che a rendersi parte attiva di inchieste
ed esposti alla Magistratura, al Ministero degli esteri, a numerosi
parlamentari ed agli Organi Fallimentari. Proprio dalle ricerche delle vittime
della truffa è risultato che la vicenda è molto più “internazionale” di quanto
si creda e i nodi che legano la figura di Di Fonzo (amministratore delegato di
“GFOREX”) a Riaz appaiono più stretti di quanto si poteva credere.
Le tracce di questo strano
connubio Di Fonzo-Riaz conducono direttamente allo studio notarile di Monsieur
H. Hellinckx, in Lussemburgo.
Proprio in questo studio il 29
gennaio 2010, gli italiani Fabio Griglio, Alessandro Spinardi e Claudio Di
Fonzo, assieme al canadese Marco Duquette ed al pakistano M. Riaz hanno dato vita
alla “EQUIS S.à.r.l.” con sede sociale in Lussemburgo, Rue Beatrix de Bourbon
n.11.
Secondo l’atto i nostri magnifici
cinque si sono fatti rappresentare tutti dallo stesso procuratore, il sig.
FILIPPO COMPARETTO, impiegato lussemburghese. Sarà prassi usuale, ma
sicuramente denota l’unità di intenti e l’armonia nel gruppetto dei fondatori!
La società ha per oggetto
l’acquisizione e la detenzione di partecipazioni nei fondi di investimento
specializzati, sotto forma di società in accomandita per azioni, qualificata
come società di investimenti a capitale variabile di diritto lussemburghese.
Il capitale sociale della società
di puro investimento finanziario, diviso in 500 quote, è ben diviso tra i soci
fondatori. Il nostro mitico Riaz ne sottoscrive il venti per cento.
La circostanza che mette in
sospetto è che, secondo la versione di Di Fonzo e secondo quello che è stato
accertato sino ad ora nelle indagini ufficiali, già nel 2010 i rapporti tra
Riaz e Di Fonzo (rectius tra GFOREX e GTL TRADING) erano già compromessi
dalla difficoltà di “recupero” dei soldi investiti in quel di Dubai.
Ma l’elenco dei partecipanti al board lussemburghese non lascia molti
dubbi: i due erano compagni di merende, ed a loro si aggiungono con toni forti
anche le figure di Spinardi e di Griglio che fino ad ora erano rimasti sullo
sfondo. Per non parlare del canadese Duquette, designato vice-presidente numero
due della società, direttamente sotto l’egida del manager torinese Spinardi,
designato quale Presidente del Consiglio di Amministrazione.
Ora nel gioco del
“chi-ha-truffato-chi” a muovere le pedine non può che essere la magistratura
inquirente che dovrà valorizzare anche queste nuove emergenze di caratura
internazionale.
Di Fonzo e compagni non possono
semplicemente atteggiarsi a vittime, visto che hanno fondato persino una
società di investimenti con il loro presunto carnefice. Sta a loro scegliere da
che parte stare, fornendo la massima collaborazione alle Autorità ed in piena
trasparenza, soprattutto sui flussi finanziari estero-su-estero che dalla
Svizzera portano direttamente a Dubai.
Insomma, sgombrato il campo dalla
pesante caligine degli equivoci societari, deve essere fatta chiarezza dei
singoli ruoli e, soprattutto, delle responsabilità dei protagonisti di questa
tristissima vicenda.
Intanto all’orizzonte insiste
sempre più la concreta possibilità che il tutto sfoci in una class action dei risparmiatori che
coinvolga oltre le società del gruppo Riaz-Di Fonzo anche gli organismi di
vigilanza italiani. Il tam-tam in questo senso si fa sempre più insistente.
Sono in molti, infatti, a
chiedersi come una società come la
GFOREX abbia potuto continuare ad agire nel limbo borsistico
italiano, rastrellando milioni di euro, soprattutto dopo che la stessa aveva avuto
importanti visite da parte degli Ispettori di Bankitalia che avevano pure mosso
rilievi all’operato di Di Fonzo e compagni.
Insomma, secondo chi scrive, la
questione, seppure non di pronta soluzione, pare che abbia assunto finalmente i
giusti profili e la necessaria tensione mediatica, per evitare che vicende come
quella della “GFOREX-GTL TRADING” possano avere dei cloni pericolosi e tossici,
magari in altre parti del mondo, come l’Australia dove sembra che Riaz con la
sua società abbia allungato le mani.
Ecco il link per accedere direttamente all'atto costitutivo della EQUIS sarl:
ATTO COSTITUTIVO DELLA EQUIS SARL (cliccare sul sommario della Gazzetta lussemburghese alla voce EQUIS sarl)
By M.