mercoledì 18 gennaio 2012

MONTI, IL MAL DELL’EURO E LA RIVOLTA DELLA SICILIA: IL MOVIMENTO DEI FORCONI


  VS. 

L’errore più grave di Monti è stato quello di considerare la recessione come una crisi esclusivamente dal punto di vista “finanziario”. Sì è vero il premier si è ammantato di rigorismo, di austerità. Ma forse era proprio quello che non doveva fare.
La drammaticità con cui ha affrontato il problema, nel silenzio tombale dell’incapacità di quei signori che siedono e mangiano a ufo nelle camere del parlamento, ha consentito a Monti la piena libertà di azione, sfalciando e rincarando secondo le esigenze del momento.
Ma la finanza, quella stessa finanza a cui lui teneva e su cui contava, la finanza delle speculazioni, la finanza dei gruppi economici di pressione lo ha tradito. Lo ha strumentalizzato, speriamo in buona fede, e poi ha tirato i remi in barca
Di conseguenza in Italia si è verificato: 
- abbattimento dei consumi con conseguente calo dell’offerta e della produzione;
- freno sulle economie di scala, cioè sul contenimento dei prezzi che derivano proporzionalmente alla ingente quantità di merce prodotta e commercializzata;
- minori risorse economiche;
- pressione fiscale progressivamente sempre più stringente e soffocante, atteso che i “numeri” debbono essere rispettati.
In breve, siamo entrati in un circolo vizioso di “stagflazione”. Una mefistofelica situazione di assoluta negatività per l'economia: un circuito in cui aumentano i prezzi e diminuisce la produzione ed il denaro.
E la finanza, assetata di liquidità, è piombata su quella preda facile facile che è l’Italia, speculando sui titoli di stato.
Già a luglio scorso ci siamo occupati dell'euro ed abbiamo spiegato (ma certi economisti inascoltati lo predicano da anni) perchè non funziona e quali sono le sue storture. Non ripeteremo quello che è stato detto e che potete leggere nel relativo post.
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Con Monti lo spread Italia-Germania non è diminuito.
Anzi, il divario reale fra l’economia italiana e l’economia tedesca è aumentato irrimediabilmente.
Gli economisti lo sanno che una situazione come questa agevola paradossalmente la Germania rispetto all’Italia. La Germania, infatti, potrà produrre a pieno ritmo, potrà permettersi di abbassare le tasse, potrà incentivare la produzione ed avvantaggiarsi di una migliore competitività e... vendere la propria merce agli italiani
E a noi cosa tocca?
Tocca solo di pagare il maggior peso degli interessi sul debito pubblico. E fare arricchire le banche. Anche quelle tedesche.
Nel frattempo il divario sociale aumenta: pochi, pochissimi ricchi e una stragrande maggioranza di poveri o “nuovi” poveri.
La rivolta degli autotrasportatori siciliani, beffati, anzi “cornuti e mazziati”, o dei taxisti non è che la punta dell’iceberg. Ne vedremo delle belle.
L’unica vera mancanza del malgoverno Berlusconi e dei governetti che lo hanno preceduto è stata la mancanza di una vera politica economica che rafforzasse le infrastrutture, che potenziasse la rete produttiva e che valorizzasse le risorse comunitarie.
Monti non poteva far miracoli, ma almeno poteva risparmiarsi di sbagliare ancora.
E, per favore, i Ministri del Governo non piangano quando frustano e dissanguano gli italiani.
Sono lacrime di coccodrillo. Non siamo stupidi.
Il pianto, almeno quello, non toglietecelo.
Amaramente, by M.
Questa bellissima immagine (rende bene l'idea no?) è frutto dell'inventiva di Luca Caruso e degli altri amici di "neronera.com - design and communication". Visitate il loro sito!

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