L’appellativo di “bamboccioni”, coniato da
quei bacucchi di Monti e della Fornero (che viceversa iperviziavano i loro figli con posti fissi e stipendi da
super-raccomandati) deve averli fatti incazzare.
E così i Millennials, ragazzi e giovani
nati a cavallo del millennio, sfregiati da una crisi mondiale con pochi
precedenti, si stanno prendendo la loro brava e giusta rivincita.
Cresciuti a pane ed ipad, allevati all’agonismo
spinto di X-Factor e GF, hanno capito che la vita non regalerà loro niente. Sono
abituati alla competizione, poco importa se virtuale o reale. A dare il meglio
di loro stessi, senza risparmiarsi, sulle strade e nei talent-show.
Viaggiano tanto, ma non sono
sprovveduti. Sanno pianificare il futuro, ma mettono in conto errori, fallimenti ed imprevisti.
Studiano tantissimo, preparano i loro progetti di
vita a volte politicamente scorretti, a volte folli o visionari, ma perseguiti
con costanza e tenacia invidiabile. Ma non studiano solo o necessariamente a
scuola, talvolta da loro stessi definita nozionistica, asfittica e
deludente. Sono affamati di novità ed affascinati dalla tecnologia.
Il genio americano dei bitcoin, Erik Finman, 19 anni e un
patrimonio personale di 4 milioni di dollari, aveva scommesso con i genitori
che se fosse divenuto milionario all’età di 18 anni non avrebbe frequentato l’università.
Ed ha vinto. Con scorno evidente di padre e madre (entrambi dottori di ricerca alla
Stanford University)
Tutto il contrario di Davide Fioranelli,
29 anni, italiano e patron di una società a Londra che vale 21 milioni di
sterline. Lui, dopo la laurea in finanza internazionale in Italia, ha fatto un
master a Shangai. Un solido percorso formativo che ha saputo mettere a
profitto.
L’anglo-indiano Akshay Ruparelia, a soli
19 anni è titolare di un patrimonio personale di 16 milioni di sterline, raggiunto
sfruttando un suo personale progetto nel campo delle compravendite immobiliari.
Ma i figli dei boomers (li chiamano così
i genitori di questa generazione, “colpevoli” di aver vissuto i boom degli anni
’80) non hanno in testa solo soldi e profitto.
È la storia di Boyan Slat, olandese,
classe 1994, che ha fondato un ente no-profit, The Ocean clean-up, ed ha raccolto oltre 2 milioni di dollari per
realizzare un progetto tecnologico che serve a ripulire gli oceani dall’inquinamento
di plastiche.
Uno dei principali Millennials di
successo, è il cinese Zhang Yiming, giunto alla “veneranda” età di 35 anni con
un patrimonio personale di 4 miliardi di dollari. Zhang ha fondato una
piattaforma di applicazioni (le famigerate “app”), ma ha anche una sua
filosofia di vita, che trasmette ai suoi collaboratori e fan: (1) essere curiosi; (2) rimanere ottimisti
di fronte all’incertezza; (3) non accontentarsi di essere mediocri; (4) essere
umili; (5) pensare a lungo termine.
Noi degli “anta” forse non ci siamo
abituati, ma dovremmo ascoltarli di più questi “vecchi” giovani maestri, che
della paghetta non sanno che farsene, non hanno paura di fare sacrifici e di
mettersi in gioco per le loro idee. Un giorno, sempre più vicino, il mondo sarà
loro.
By Michele Barbera
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