La legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici.
E' da sempre stato un principio assoluto del comandare politico. Un semplice corollario è quello che recita "noi siamo bravi, tutti gli altri no". Se sbaglia un amico si giustifica, se sbaglia un avversario si condanna.
Dal che una persistente ambiguità che si muove dietro le quinte del potere politico ed agita i fantasmi della corruzione e della truffa.
Sia ben chiaro, non sto attaccando i "cinquestelle" che sembrano siano diventati il nemico comune di tutti, né le mie parole sono rivolte esclusivamente a qualche navigato politico dei fronti di destra o di sinistra.
Credo, però, che in questo momento storico, la palude politica si stia prosciugando, che l'inganno e la doppiezza non possano ancora nascondersi nelle sabbie mobili di una ricercata riservatezza e di un comodo oblio.
Colpa dei social, di internet, della coscienza sociale, ormai l'ambiguità in politica non paga più, l'applicazione di una "doppia morale" è ancora peggio.
In politica il fango è dovunque e comunque. E' una tela in cui incappano mosche grandi e mosche piccole.
Credo che sarebbe meglio ammettere i propri errori ed allontanare, quale che sia lo schieramento, i corrotti, i truffatori e - perché no - i ladri dai partiti e dai movimenti.
Si comincia da lì a fare il "buon governo".
Nessuno è così ingenuo da credere che i buoni stanno tutti da una parte ed i cattivi dall'altra. I profittatori sono una razza trasversale che si nutre non dell'ideologia, ma del maltolto, dell'occasione ladra e della opportunità corrotta.
I movimenti civici, con il loro carico umano variegato e a volte improvvisato, sono divenuti anche loro preda di questi sciacalli e, credo, che scrollarseli di dosso non sarà facile. Assieme a loro ci sono i voltagabbana, i "surfisti", che cavalcano l'onda vincente con acrobazie olimpioniche ed i manipolatori occulti.
In questo tessuto malato è facile che ci si infetti e si rimanga macchiati.
Occorre una cura drastica, non vuote accuse o maldestre giustificazioni: fuori dalla politica, per dimissioni o espulsioni, chi sbaglia, chi non è onesto, chi non mantiene gli impegni.
In politica la coerenza vale quanto l'onestà. Più di ogni altra cosa.
Bisogna togliere la maschera a chi ama giocare con più mazzi di carte per vincere barando, per occupare posti a sbafo ed ottenere privilegi e prebende.
E' una medicina amara, ma è la sola e la più rapida, che può debellare il malcostume, recuperare la credibilità della classe politica e ricucire lo strappo fra chi si candida a governare la cosa pubblica ed il popolo ormai esasperato.
By Michele Barbera
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