Solo
lo 0,001
per cento della massa acquea presente sul nostro
pianeta è di buona qualità e facilmente accessibile. Di contro
tutte le attività umane hanno bisogno dell'acqua. La crescita della
popolazione ha innalzato in modo esponenziale il bisogno di
sfruttamento delle risorse idriche che, invece, hanno subito un
depauperamento per via dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici.
L'acqua ha così
interessato progressivamente gli appetiti dei grossi investitori,
multinazionali alla ricerca del profitto, a cui il petrolio, le
guerre, la fame, l'iperconsumismo NON bastano più.
Cercano nuove fonti di
guadagno e da tempo commissionano studi statistici e di fattibilità sulla gestione speculativa delle risorse idriche.
Politici caproni,
ignoranti e corrotti hanno aiutato ed aiutano queste multinazionali
che si trincerano dietro motivazioni apparenti sulla bontà ed efficienza della
“gestione privata” dell'acqua. Dietro le apparenze gli squali della finanza mondiale muovono le logiche della corruzione e del denaro per allungare le mani sulle fonti idriche.
Sì la battaglia dei
prossimi anni (non secoli, non decenni) si svolgerà lì, sull' “oro
blu”.
I nuovi speculatori non
hanno bisogno di gestire e fomentare guerre, inventarsi nuove
politiche consumistiche, speculare sull'energia o spingere sul bottone
del progresso per spremere soldi dalla gente. Il loro business è sotto
gli occhi di tutti: basta solo arrivare prima, saperne approfittare.
Ho litigato l'altro
giorno con un sedicente ambientalista che mi parlava delle “balene”
e della “caccia” e del “carbone” (alla faccia di Ciuffone
Trump, il disgraziato presidente degli ancora più disgraziati stati
uniti – con la lettera minuscola).
Ho litigato non perché
io sia un cacciatore o sia a favore dell'utilizzo del carbone. Tutt'altro. Ho litigato perché non ci si rende
conto che ogni giorno perdiamo la battaglia contro le multinazionali
dell'acqua. E nelle “stanze che contano” nessuno fa una piega.
Sembra quasi che non importi a nessuno.
Il vero crimine del
secolo è questo: chi diventerà padrone dell'acqua, governerà il
mondo. Senza se e senza ma.
Le multinazionali hanno
interesse a che le risorse diventino “rare” per poi poterci
speculare sopra.
Basti pensare, dalle nostre parti, alle reti
idriche finite in mano a società private, con i conseguenti rincari
e le repentine interruzioni di servizio: i padroni sono loro e fanno
quello che vogliono. I politici e gli amministratori diventano solo dei fantocci,
burattini corrotti ed incapaci.
L'uomo può fare a meno
dell'auto, dell'energia elettrica, di internet e di tutte le altre
cavolate. Ma non potrà mai fare a meno dell'acqua. Niente potrà
sostituirla.
Quindi, per chi si
impegna nell'ambiente, per il vero progresso sociale, per l'umanità
la priorità è questa: salvare la proprietà pubblica dell'acqua.
Prima che sia troppo
tardi.
By Michele Barbera