sabato 1 aprile 2017

LA GUERRA MONDIALE 3.0: BATTAGLIE CIBERNETICHE ED IL VANTAGGIO DELLA RUSSIA

Un fantastico Risiko virtuale: dove le battaglie corrono sul filo del web, le “truppe” percorrono migliaia di chilometri nei fasci di fibre ottiche, per creare confusione mediatica, spiare, depistare, sconvolgere assetti finanziari, economici, politici. Non conviene troppo scandalizzarsi, se non per il fatto che queste “battaglie” virtuali hanno effetti molto, ma molto reali. E sono vere, purtroppo.
Date agli USA un Presidente come Trump ed avrete conquistato l’America. Un presidente come Ciuffone Trump, cocciuto come un asino ed acuto come una talpa miope, è il massimo che Faina Putin, dall’altro lato del tavolo da gioco, poteva chiedere. Un presidente che sicuramente ha contribuito a far eleggere, sconfessando tutte le previsioni.
Putin, freddo, glaciale, gerarca nazionalista ed assolutista sino al midollo, stratega senza scrupoli né remore, da quando è al potere ha allargato la Russia e non soltanto come sfera di influenza, ma fisicamente, come territorio. Basti pensare all’Ucraina, alla Siria. E da tempo ha fatto un pensierino pure sulla Turchia.
Putin ha compreso che i tempi sono cambiati e le guerre non si fanno e non si vincono solo con gli eserciti. Occorre qualcosa di più. Bisogna insinuarsi nel sistema informatico del nemico, deviare opinioni, creare consensi, suscitare scandalo. Veicolare informazioni fasulle, hackerare banche dati e sistemi di corrispondenza. Per poi colpire al momento opportuno.
Destabilizzazione. Questa è la parola chiave. Che Ciuffone Trump, tutto preso a mostrarsi i muscoli allo specchio, non ha capito.
Putin non vuole invadere l’America. Perché l’ha già fatto. Se i suoi servizi informatici sono in grado di influenzare le opinioni politiche della maggioranza (o quasi) degli americani, il gioco è fatto. Il gigante americano ha iniziato a corrodersi dall’interno.
E Putin è là che aspetta. Pronto a rinfocolare la guerriglia nel Medio Oriente o finti colpi di stato in Turchia, per poi presentarsi come pacificatore, alleato, tutore. Ed il gioco sta tutto dalla parte della Russia.
È una guerra fatta di bombe invisibili, ma non per questo meno spietata, di cannonate informatiche, ma gli effetti sono reali, verissimi, concreti: crisi economiche, consenso deviato, invasioni con pseudo-aiuti di territorio, formazioni terroristiche che colpiscono in modo randomizzato l’Occidente. Il vecchio continente diviso ed in fibrillazione. I movimenti populisti grassi di convinzioni e frasi fatte che, da imbecilli patentati e falliti nella vita reale, osannano le loro idee da “nano-cervelli”, pronti a governare con la loro presunzione da razzisti incapaci per prendere il posto a classi politiche da circo, fatte da imbroglioni, bugiardi ladri e parassiti.
Ed, in questo momento, Ciuffone Trump è quanto di peggio gli Stati Uniti ed il mondo occidentale potevano avere: l’uomo sbagliato, al posto sbagliato, al momento sbagliato.

By Michele Barbera 

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