Un "Grazie!" di tutto cuore e con il punto esclamativo all’amico Enzo Leone,
critico e giornalista, per la bellissima, entusiasta e personale recensione de
“La luna scomparsa”:
E’
veramente piacevole ritrovare, nelle nostre letture, dopo “Qualcosa di
importante” nei “Gialli” di Mondadori e “Colpe apparenti”, il maresciallo
Massimo Liberti nuovamente all’opera.
Liberti
ha un posto a sé nella letteratura giallistica e non ha bisogno di termini di
paragone, forse perché li coinvolge e li abbraccia virtualmente tutti: dalle ombreggiature
intimistiche di certi Maigret, alle paranomalie pseudogotiche di un Dylan Dog.
Con Liberti si passa agevolmente dai colori vivaci del camilleriano Montalbano
alla sagacia esistenzialista di un Pepe Carvalho, o, perché no, alle deduzioni
razionaliste di un moderno Sherlock Holmes.
Le
indagini sono sempre condotte con un ritmo narrativo serrato, che intriga il
lettore e fa volare via le pagine, ma vi è sempre spazio per le deduzioni
distillate: il reticolo di indizi prende forma poco alla volta, i dubbi si
scontrano con le ipotesi e, quel che non guasta, tra le righe sfugge un
umorismo impertinente ad alleggerire la suspense.
Enzo Leone |
Il
maresciallo cerca la complicità del lettore e lo rende partecipe passo passo
nella ricerca ascetica e caparbia del
colpevole. Non ci sono dogmi investigativi o tesi privilegiate, ma solo
ricostruzioni realisticamente sofferte e intuizioni ponderate.
Le
trame raffinate e complesse dell’Autore sono un innegabile riflesso della sua
capacità narrativa, coinvolgente ed accattivante, che appaga chi legge,
tenendolo con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, dove l’imprevisto è
sempre in agguato.
In
questo romanzo, il maresciallo Liberti ci conduce in un viaggio diacronico dove
storie antiche e nuove si intrecciano sullo sfondo di un angolo di Sicilia
meraviglioso e ricco di storia. Lì dovrà indagare ricomponendo abilmente le
tessere di un mosaico in cui l’unica verità si nasconde dietro il volto
proteiforme di una oscura divinità fenicia.
Accomodatevi,
direbbe a questo punto l'immancabile maggiordomo: il delitto è servito.
By Michele Barbera
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