Emozioni e sentimenti, che si alternano in un sapiente e ben dosato
gioco di luci ed ombre e che scatenano nel lettore emotività ancestrali.
La
vicenda di Sara, pittrice ma soprattutto donna, è una storia intrisa di dolore
e di sofferenza, ma anche di rabbia e di voglia di riscatto. Nessuno e niente
riesce a piegare questa eroina nelle sue mille battaglie quotidiane, perduta
tra il desiderio di lottare e vincere e la tentazione di cedere a compromessi.
Non è una esistenza semplice quella di Sara, la protagonista del romanzo, che
ha una sua dimensione magica nell’arte, quell’arte che “non si può insegnare, né imparare”, in cui gli oggetti che si
dipingono “sono creature informi che
nascono dentro di te, le realizzi con le mani, ma le crei col cuore. E’ il
potere straordinario di visione che è in noi a far assumere forme concrete alle
astrazioni”. E’ l’arte in cui Sara si rifugia a renderla impermeabile al male di vivere, l’orrore che si nasconde
nella banalità del quotidiano che ha lasciato su di lei cicatrici difficili a
rimarginarsi. Sara è tutta se stessa anche quando combatte chi vuole
mercificare la sua arte e lei stessa e
chi si è approfittato dei suoi sentimenti.
Il lettore accompagnerà Sara fin nei suoi abissi esistenziali, ed al
contempo si solleverà con lei in quei momenti, rari, in cui la nostra eroina
recupera il dono prezioso della serenità, quella che l’autrice definisce il tormento della gioia.
La scrittura, raffinata e piacevolmente scorrevole di Nicoletta Bona,
si tinge di liricità pura quando “dipinge” i sentimenti – tutti al femminile –
di Sara, le sue pulsioni, i suoi ideali nei quali crede profondamente e che la
sorreggono in un vissuto che arriva a mettere in crisi il rapporto con il padre
e con la madre, figure che si nutrono di astrazione, ma che – al contempo -
sono terribilmente concreti.
Non vi sono mezze misure nella prosa di Nicoletta Bona che è capace di
tirare fuori dall’animo del lettore una profonda empatia per Sara, vittima, suo
malgrado, di eventi che la colpiscono con violenza nel suo intimo essere di
donna.
Il messaggio ultimo del romanzo, declinato tutto al femminile, è,
però, profondamente positivo, pieno di speranza, di riscatto, della voglia di
cambiare, se non il passato, che ormai ha scavato il suo solco di dolore, di
sicuro il presente, un presente solidamente in mano a Sara, intimamente e
fortissimamente donna.
By Michele Barbera