Sembra impossibile, ma così è stato. Nella nostra Italietta dei mille
problemi, dagli immigrati clandestini, alla disoccupazione, dalla delinquenza, alla povertà dilagante della
cosiddetta middle class è caduto– come la manna dal cielo – lo scandalo delle auguste
chiappe nude di classica memoria.
D’un tratto tutto è passato in secondo piano:
le banche fallite, la stagnazione industriale, i delitti di vattelapesca. L’opinione
pubblica è stata calamitata dalle scatole messe a bella posta per coprire le “infami”
nudità che avrebbero potuto offendere il munifico presidente iraniano che, come
un americano post-guerra è venuto con le tasche piene di petrodollari a promettere benessere e felicità. E lì
tutti a fare salamelecchi ed inchini, stando attenti a non ledere di profano
olezzo le auguste narici del’iraniano. Al quale, probabilmente, non è fregato
de meno.
Ma a noi no. Ti pareva. Lo scandalo c’è stato e tutti a cercare il
colpevole.
I manager che hanno fatto fallire mezza Italia che prendono prebende
astronomiche, direttamente proporzionali alla loro incapacità sono lì a
sorridere beoti sprofondati nelle loro beneamate ed "incollate" poltrone ed, invece, l’ “eccesso di zelo” di qualche malcapitato
funzionario, magari male indirizzato, alimenta appetiti ghigliottineschi: “tagliamogli
la testa!”
No. Non la testa. Semmai il principesco stipendio ed assieme a lui a
tutti quelli che godono di posizioni di privilegio grazie agli ammanicamenti ed
intrallazzi vari, per non dire leccaculismi.
Ma tutto questo è servito. Almeno temporaneamente. E’ servito ad obnubilare le coscienze, ad
intorpidire il sacro sdegno di una società allo sbando che naviga nel buio di
una politica infetta.
Tutto serve in questa Italietta per depistare e disinformare. Anche il
falso scandalo delle tette marmoree di una statua incolpevole. E gli
apprendisti stregoni della disinformazione politica lo hanno imparato bene.
By Michele Barbera