Le multinazionali sono come il diavolo: il loro più grande inganno è
quello di far credere che non esistono. La nostra indagine sull’acqua siciliana
inizia proprio dove dovrebbe finire. In questo post denunceremo come due
pericolosissime multinazionali si sono infiltrate come un virus maligno
nell’acqua siciliana da Siciliacque alla famigerata Girgenti Acque. E sono
ancora lì come coccodrilli affamati in attesa di poter dare il colpo mortale
con la connivenza corrotta di funzionari e politici. Voglio dare subito questa
notizia proprio per tagliare la testa al coccodrillo, impedire che mentre alla
base si combatte una lotta tra disperati, a monte c’è già chi si spartisce la
torta.
Sembra quasi un paradosso che le multinazionali si accaniscano contro
una regione secolarmente siccitosa e scarsa d’acqua. Non è così. Per loro vale
la regola che dove c’è più bisogno, maggiore è il profitto.
In Sicilia c’era una volta l’EAS, pachidermico carrozzone
politico-burocratico, cronicamente ammalato di “appalticismo”, oltre che di
apatica inefficienza. L’ipocrisia politica, anziché migliorare l’EAS ne ha
fatto merce di svendita: è subentrata SICILIACQUE s.p.a., presentata come modello
di efficienza e di economicità. In breve, ha sdoganato l’ingresso dei privati
nel business dell’acqua in Sicilia.
Fatemi il favore di vedere la composizione di SICILIACQUE: solo il 25%
è di proprietà della Regione Siciliana. Insomma, capitelo bene: SICILIACQUE E’
UNA SOCIETA’ PRIVATA IN MANO A PRIVATI. E l’altro 75%? A seguire i passaggi di
quote sociali nell’ultimo quinquennio c’è da farsi venire il mal di capo. Di
fatto l’azionista che ha acquisito quote su quote nell’ultimo periodo, con una
scalata silenziosa, ha un solo nome “finale”: VEOLIA, ipertrofica ed avida multinazionale
francese di monopolio delle acque. E’
lei l’azionista di riferimento di SICILIACQUE s.p.a. E’ lei di fatto la padrona della
maggior parte delle risorse idriche in Sicilia.
VEOLIA è un nome che sembra quello di un assorbente femminile. Non vi
ingannate. E’ il coccodrillo. VEOLIA ha origini dalla società lionese delle
acque, ma, come una massa tumorale, si è ipertrofizzata.
Andate a controllare il sito dell’organizzazione in Italia di VEOLIA,
troverete almeno NOVE società che si incastrano fra loro, fra cui la Veolia
Acqua Compagnia Generale delle Acque s.r.l., “holding del gruppo in Italia”
“incaricata di diffondere i valori
del Gruppo”, la famigerata SIBA s.p.a, appaltatrice di opere idrauliche, la
SAGIDEP s.p.a. gestore delle acque nel nord-ovest italiano, sino a noi: la
SICILIACQUE s.p.a., definita nel sito “operativa
in Sicilia per la gestione dell’acqua all’ingrosso”.
Sì, proprio così all’ingrosso. L’acqua siciliana è finita come una
merce nella vetrina di una multinazionale. Non gliene fotte niente della gente,
degli impianti, dell’economia, dell’efficienza o di altro. Gli interessa
l’acqua. All’ingrosso.
E al dettaglio? E’ giusto. Al dettaglio in Sicilia troviamo un’altra
multinazionale, implacabile e silenziosa come una malattia letale: AQUALIA, il
nome che ricorda quello di uno shampoo alle alghe. Infida e pericolosa come un
serpente. AQUALIA è di origini spagnole, ma – brava lei – ha ramificazioni in
Portogallo, Cecoslovacchia, etcc… E l’Italia? Massì, ci siamo anche noi nella
vetrina di questa compagnia. Con Caltanissetta e precisamente con “CALTACQUA”,
assegnataria degli impianti nel nisseno. CALTACQUA è nelle solide mani della
multinazionale spagnola. AQUALIA è fra i soci di ACOSET s.p.a., famigerata
società privata che gestisce l’acqua dei catanesi (ahiloro!). ACOSET è azionista di riferimento di
GIRGENTI ACQUE (25% alle penultime statistiche). E finalmente ci siamo. Amministratore
delegato, cariche tecniche: sono in mano a gente designata dall’ACOSET s.p.a.. Voi
pensate che dietro GIRGENTI ACQUE s.p.a. ci sia solo qualche onusto
imprenditore agrigentino e la solita “carrettata” di amici politicamente orientati?
Forse, ma loro sono lì a sgranocchiare qualche ossicino di scarto. Guardate
oltre. Il coccodrillo. Sotto il pelo dell’acqua. Dorme, pare dormire, ma ha le
fauci spalancate, i denti sporchi di sangue.
Girgenti Acque agisce con i crismi del profitto e del potere, anche
mediatico. La lobby delle società sull’acqua cresce di giorno in giorno in
parallelo con la debolezza del potere pubblico. E ciò nonostante già in Italia
si contano a decine gli scandali con le società concessionarie dei servizi
sull’acqua tesi a massimizzare i profitti. Sono questi i “valori” che dicono di
propagare con i loro affari milionari? O è solo il morso del coccodrillo?
Da noi tutto questo è stato consentito dalla Regione Siciliana. I
nostri governanti si sono messi il cappio al collo da soli. E le multinazionali
non temono le pastoie burocratiche, i ritardi, le lungaggini e sanno aspettare,
negoziare, tentare. Ricordate: con il diavolo non si scende a compromessi, per
buttarlo fuori, ci vuole l’esorcismo, per quanto doloroso possa essere. Per riconquistare l’acqua pubblica, la
Regione dovrebbe iniziare da lì: buttiamo fuori i privati da SICILIACQUE s.p.a.,
frutto di un patto scellerato consumato alle spalle dei siciliani.
E per favore, non credete ai bilanci “in rosso” di società come Girgenti
Acque: sono lacrime… di coccodrillo. L’imprenditore se vede che l’affare va
male, abbandona, non moltiplica la sua partecipazione nella società.
QUALCHE DATO?
(dal provv.to n.14107 dell'AGCM):
COMPAGNIE GÉNÉRALE DES EAUX SCA (di seguito, CGE) è una società in accomandita che opera a livello europeo, nel
settore della gestione del ciclo idrico integrato. CGE è la holding della divisione Acqua di Veolia Environnement, società
di diritto francese attiva nei settori dell’energia, dell’acqua, dei rifiuti e dei trasporti; la divisione Acqua è operativa
anche nel trattamento delle acque reflue, nonché nella progettazione di soluzioni tecnologiche e nella realizzazione di
infrastrutture. Nel 2003 il gruppo Veolia ha realizzato un fatturato consolidato a livello mondiale di circa 29 miliardi di
euro, di cui 23 miliardi negli Stati membri dell’Unione Europea e 585 milioni in Italia.
ENEL HYDRO S.p.A. (di seguito, Enel Hydro) è una società attiva nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture
idriche e nella gestione del servizio idrico integrato. L’intero capitale sociale di Enel Hydro è detenuto da Enel S.p.A. (di
seguito Enel), il principale operatore nazionale del settore elettrico, che svolge attività di produzione, trasmissione,
distribuzione e vendita di energia elettrica. Enel è anche presente nei settori delle telecomunicazioni, dell'engineering,
del contracting immobiliare, idrico e della distribuzione del gas metano. Il fatturato consolidato, realizzato in Italia da
Enel Hydro, nel 2003, è stato di circa 30 milioni di euro.
IDROSICILIA S.p.A. (di seguito, Idrosicilia) è una società costituita nel 2003 tra le società del raggruppamento
temporaneo di imprese che hanno partecipato alla gara indetta dalla Regione Sicilia per individuare il socio privato di
Sicilacque S.p.A., società mista partecipata dall’Ente Acquedotti Siciliani e dalla Regione Sicilia per la gestione
dell’adduzione a circa un terzo della popolazione siciliana. Idrosicilia detiene il 75% del capitale sociale di Sicilacque.
Idrosicilia è controllata congiuntamente da Enel, da un lato, e da un pool di investitori (COMPAGNIE GÉNÉRALE DES
EAUX SCA, 5%; Acqua S.p.A., 10%; Siba S.p.A., 5%; Emit S.p.A., 5%; PT S.r.l., 5%; Amitech Spain S.A., 10%). Nel
2003, Idrosicilia, anno della sua costituzione, non ha dichiarato alcun fatturato, pur disponendo di investimenti milionari.
SICILIACQUE s.p.a. fa bella mostra anche nella controllata di VEOLIA, la società SIBA, ecco la news direttamente dal sito di quest'ultima società:
Siciliacque Spa. La società, in seguito all’aggiudicazione di una gara, è concessionaria fino all’anno 2043 della Regione Sicilia per la gestione del solo servizio di grande adduzione consegnando ai serbatoi di circa 130 comuni acqua potabile; inoltre serve più di 2000 utenze commerciali, industriali, domestiche e di servizio dislocate lungo il tracciato degli acquedotti. Le utenze in questione sono indicate come esterne, per evidenziare la differenza dalle utenze interne ai centri urbani, servite dal gestore della rete interna. La partecipazione di SIBA è del 75% esprimendo altresì la figura dell’Amministratore Delegato.
VERGOGNA!!!
grazie per aver pubblicato questo articolo....sono sincera non ne sapevo niente. ma d´altronde tutte queste notizie sono scomode se escono e se la gente ne viene a conoscenza....per fortuna che esistono dei blog del genere che vanno contro tendenza e che riescono a distruggere le catene della censura.
RispondiEliminaDettagliata ed illuminante descrizione, frutto di minuziosa ricerca. Hai tutta la mia stima.
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