Questo post non vuole essere contro nessuno. Né vuole
protestare “localismi” o “campalinismi”.
E’ solo una semplice constatazione di fatto.
Per fortuna non tutto è perduto e gli errori sono
rimediabili.
Basta un tratto di penna.
Cosa Nostra ha combattuto per decenni per l’autonomia del
suo territorio dalle briglie dello Stato.
E’ un territorio particolare: grosso modo si tratta di un triangolo
che racchiude la parte centrale delle province di Palermo, Trapani ed
Agrigento. E’ un territorio isolato, privo di adeguate vie di comunicazione. Lontano
dai grossi centri abitati e dalle città. Aspro e forte.
E’ il territorio dei Bagarella, Brusca, Messina Denaro,
Riina, Greco, etc….
Questo territorio è stato bagnato dal sangue di innocenti ed
eroiche vittime della mafia. Tante, troppe per poterle elencare tutte. Ve ne
sono di tutti i tipi: carabinieri, politici, avvocati, braccianti agricoli,
casalinghe,…
Ecco il territorio in questione, tristemente noto alle
cronache come il triangolo della mafia:
Questo territorio,
oggi, grazie alla sciagurata revisione delle circoscrizioni giudiziarie E’
PRIVO DI PRESIDI GIUDIZIARI!!!
Sembra assurdo ma così è.
In questo territorio, dimenticato dalla ministro Severino, l’unico Tribunale con Procura annessa è
quello di SCIACCA che l’inerzia politica, il disinteresse e la mancanza forse di adeguate
raccomandazioni (o peggio di ingannevole collusione con Cosa
Nostra?) ha condannato ad essere cancellato, così come le Sezioni staccate di
Castelvetrano, Partanna, Corleone, etc....
Il territorio di
SCIACCA è sottoposto alla “cura” amorevole e sanguinaria delle cosche facenti capo al boss Messina
Denaro ed alle sue “figliolanze” di Sambuca di Sicilia, Sciacca, Burgio, Villafranca Sicula, Ribera, sino ad
arrivare ad Agrigento.
Lo Stato ha combattuto per decenni una guerra truce e
sanguinolenta per difendere questo territorio, per riappropriarsene. Ci sono
state vittime eccellenti, uomini e donne che si sono sacrificati sull’altare
della legalità: magistrati, carabinieri, poliziotti, casalinghe, politici.
Ci sono stati i “Vespri Siciliani”, l’esercito per
presidiare questa terra e rendere visibile ed intransigente la presenza dello
stato!
La Palermo-Sciacca, bloccata da decenni dalla mafia, è stata
battezzata “La strada della Liberazione” dall’allora Ministro Di Pietro che
venne ad inaugurare di persona l’ultimo tratto!
Ci sarà un motivo ed una logica in tutto questo?
La mafia non vuole tribunali, non vuole caserme, non vuole
procure, non vuole giudici o avvocati. Non vuole strade, non vuole televisioni.
Non vuole giornali.
Vuole starsene tranquilla, per i fatti suoi, isolata ed
indisturbata, tenendo sotto il feroce tallone della paura la popolazione.
Per allentare la morsa dello Stato, Riina e compagni si
sono dovute inventare le “stragi”, poi il “papello”, poi le trattative segrete
con apparati deviati e politici corrotti.
Niente. Nessun risultato concreto. Lo Stato si era difeso ed
aveva difeso il territorio. Metro per metro. Città per città.
E’ bastata una sciagurata riforma, partorita da qualche
mente malata, che non conosce in alcun modo il territorio siciliano, che non ha
mai partecipato alla guerra per la legalità per cancellare i risultati di
decenni di lotta alla mafia.
C’è gente in galera per molto meno.
Di cosa dovrebbe rispondere un ministro che intende cancellare
i presidi giudiziari dai territori di mafia? Concorso esterno? Collusione? Associazione?
Fate voi!
Una volta in Sicilia, le persone oneste, per non subire le
angherie e le vendette delle “coppole storte” si fingevano pazzi per potere
dire apertamente no alla mafia, mentre il popolino li derideva e li insultava.
Oggi, mutatis mutandis, mentre in Sicilia ci si danna per
riscattare le coscienze da un giogo criminale, a Roma basta qualche parola in
più o in meno, un numero in più o in meno su un decreto per condannare un
popolo.
E noi siamo diventati i “pazzi”, che in nome del localismo,
gridiamo la verità a governanti sordi.
Non chiamatela Italia.
Falcone, Borsellino, Guazzelli, Lipari, Saetta, Cassarà, La Torre, Morvillo, etcc…. quanto
sangue dobbiamo sbattere in faccia a questo governo che deve per forza comprendere
che il territorio non si abbandona? Che non esiste alcuna valida ragione perché
lo Stato abbandoni a se stessa una popolazione che ha dimostrato con il proprio
sangue di non volere condividere le logiche mafiose?
Eh già, ma noi siamo “pazzi”. Pazzi e campanilisti. Anzi, “localistici”.
Vi facciamo ridere nel chiuso dei vostri palazzi romani da milioni di euro e
nel morbido delle vostre poltrone.
Baciamo le mani,
Donna Severino!
Lei con questa riforma, non solo ha cancellato la giustizia
dalla Sicilia Occidentale, ma, di fronte ai mafiosi è diventata honoris causa “Capobastone”. Con lode e con il massimo “rispetto”.
Ha fatto capire a Cosa Nostra che non bisogna fare “scruscio”,
rumore. Vale più una penna che cento lupare.
E’ la logica dei nuovi boss. Di Messina Denaro: “le cose si
accordano, non si sfasciano”.
Le spetta il posto d’onore con tanto di coppola.
Forse le faranno pure i “santini”, così le nuove leve di
Cosa Nostra la benediranno e si pungeranno le dita sulla sua immagine. E il
sangue di questi giovani deviati le macchierà il viso. Altro sangue. Che
ricadrà sulla coscienza di chi vuole questa scellerata riforma.
In nome dei martiri della Repubblica, il cui eroismo ha difeso
la terra siciliana La invito a fare un solenne passo indietro sulla inutile e
dannosa riforma delle circoscrizioni giudiziarie in Sicilia, mantenendo il Tribunale di Sciacca con la Procura della Repubblica
ed i presidi giudiziari locali nei territori di mafia, che – anzi – hanno bisogno
di essere potenziati ed incrementati!!!
Non è localismo, né pazzia, ma solo voglia di legalità.
Quella stessa legalità che Lei come ministro della Repubblica
deve far rispettare.
Si strappi con disgusto la coppola nera che già le hanno
messo sulla testa e non consenta a Cosa Nostra di prosperare sul territorio,
impunita ed incontrollata. Non diventi serva sciocca dei poteri deviati collusi con
Cosa Nostra.
Si ricordi che la mafia nasce in Sicilia, che i grossi
latitanti stanno nascosti in Sicilia e che più la mafia è impunita a casa sua,
più si sente potente ed in grado di esportare mezzi ed uomini in tutta Italia
per imporre la sua logica di violenza e di sangue.
Non diventi il ministro che ha fatto il maggior favore ai mafiosi nella storia italiana e non si faccia ricordare
nella storia come colei che ha cancellato quanto di buono lo stato italiano
aveva fatto in Sicilia in 150 anni dopo tante lotte e tanto sangue.
Sono fiducioso nella sua intelligenza e nella sua onestà, nelle quali ripongo la massima fiducia, assieme a milioni di siciliani
Michele Barbera