sabato 6 agosto 2016

A MARSALA IL QUARTO SIMPOSIO DEI POETI, PUBBLICATA L’ANTOLOGIA


Grande evento culturale a Marsala, presso il Museo Mirabile fondato dal mecenate e poeta Totò Mirabile. 
Totò Mirabile 
All’evento hanno partecipato poeti provenienti da tutte le parti della Sicilia con la partecipazione straordinaria della scrittrice e poetessa Sarà Favarò, che ha brillantemente presentato e condotto la manifestazione, coinvolgendo il pubblico con raro spirito di cultura e di compartecipazione e le letture di Enzo Rinella, un attore dal profondo profilo umano e professionale.
I poeti partecipanti sono stati Gino Adamo, Angela Arresta, Michele Barbera, Nino Barone, Francesco Billeci, Gina Bonasera, Maria Casella, Maria Culcasi, Rosario Di Maio, Maria Grazia Di Palermo, la stessa Sara Favarò, Giovanna Fileccia, Luigina Giaccone, Gianni Grimaudo, Giuseppe La Rocca, Totò Mirabile, Mariella La Sala Caterina Mantia, Giovanni Martino, Emilia Merenda, Adele Milazzo, Vincenza Mistretta, Mimma Raspanti, Paolo Ruggirello, Josè Russotti, Maria Antonietta Sansalone, Antonino Stampa, Melchiorre Tamburello, Beatrice Torrente, Giuseppe Trapani, Sebastiano Vassallo, Vincenzo Vitale.
Nella gremitissima e splendida cornice del Museo, il recital delle poesie, in italiano ed in dialetto, ha suscitato nei presenti forti emozioni e profonda commozione.
Totò Mirabile, con la grande umiltà e generosità che lo contraddistingue, ha accolto tutti i poeti con ineguagliabile affetto.
Sentita ed appassionata la partecipazione di Francesco Billeci, iscritto all’Albo d’oro del Museo ed acclamato poeta del Simposio,  che, per la promozione dell’attività del Museo, ha donato a tutti i partecipanti un’artistica formella riproducente il profilo del Museo.
Nel corso della manifestazione il Museo Mirabile ha iscritto all'Albo d'oro e come Soci Onorari  le Poetesse Sara Favarò e Caterina Mantia. Il IV trofeo "Il tempio dei poeti" è stato assegnato al Poeta Francesco Billeci ed il “Premio Lontananza” al Poeta Josè Russotti di Malvagna (ME), mentre la famiglia Piccione ha consegnato il premio "Enrico Piccione" al Poeta Sebastiano Vassallo. Infine, nel corso dell'evento l’associazione culturale "La biglia verde" di Borgetto (PA), tramite il suo presidente Avv. Francesca Currieri ha consegnato due "Encomi", uno alla Presidente Rossella Mirabile ed uno all'artista Sara Favarò.
La manifestazione è stata impreziosita dall’ensemble musico-canoro “Vuci di sunatura” dei Maestri Tommaso Angieri, Giuseppe Porcelli e Giuseppe Angotta, accompagnati dalla voce intensa ed appassionata di Rossella Mirabile, solista del gruppo, oltre che Presidente del Museo Mirabile che ha interpretato con raffinata sensibilità numerosi brani musicali fra cui “Sicilia oh Sicilia” di Totò Mirabile, autore pure di “A Marsalisa” “Era suru amuri” di Josè Russotti, autore pure del brano “Terra di focu” e, per finire, la trascinante “Trapani mia” di Sebastiano Vassallo.
La Casa Editrice Drepanum di Nino Barone, per l’occasione, ha editato l’Antologia del Simposio, curata da Totò Mirabile, che ha raccolto le opere presentate dai poeti.
Nella dotta prefazione l’Avv. Rossella Mirabile ha avuto occasione di evidenziare che “Il Tempio dei Poeti” per il quarto anno consecutivo si consacra come luogo d’incontro per poeti ed artisti di vario genere, impegnati su diversi ambiti culturali, ma non solo, orientati allo scambio con il resto del mondo; è uno spazio aperto nell’universo del nostro domani in un secolo assai affascinante in cui l’uomo ha superato barriere ritenute invalicabili e corre verso nuove meravigliose scoperte ed invenzioni”.
I partecipanti sono stati accolti poi presso il Ristorante “Podere di Fossarunza” , gestito dalla famiglia Manzo, per un pranzo all’insegna della fraternità e della socialità.
Un sentito grazie a Totò, Enza, Rossella e Paola per la splendida occasione offerta all’eclettico mondo della poesia siciliana con l’Augurio di una poderosa e solida crescita della manifestazione negli anni a venire. 

By Michele Barbera 

domenica 31 luglio 2016

LA LUNA SCOMPARSA: IL MARESCIALLO INDAGA IN SICILIA


Un brutale omicidio conduce il maresciallo Massimo Liberti ad indagare a Furci Siculo, un tranquillo paesino della costa ionica siciliana. Ben presto, l’indagine svela una realtà parallela, un groviglio intricato di loschi traffici su cui si allunga un’ombra inquietante: è possibile che l’influsso funesto di Tanit, antica dea fenicia, determini  dopo secoli malefici effetti di morte? Il tempo diventa improvvisamente solo un sipario sospeso dietro cui si nasconde il male edil maresciallo Massimo Liberti precipita in un labirinto fitto di misteri,tra inspiegabili sparizioni ed omicidi insoluti, per scoprire la verità che si cela dietro il culto proteiforme alla dea della triplice luna. Il reticolo di indizi prende forma poco alla volta, mentre i colpi di scena si alternano, con sapiente dosaggio, a dubbi,risvolti inattesi e false certezze.
Una trama raffinata ed accattivante, immersa in una elettrizzante atmosfera di suspense che tiene il lettore con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, dove l’imprevisto è sempre in agguato.

Conosciamo il Maresciallo Liberti: 
Il Maresciallo Massimo Liberti fa la sua prima apparizione nel giallo Qualcosa di importante, pubblicato nei Gialli Mondadori n.3035, selezionato nel concorso “Carabinieri in Giallo”.
Il successo è immediato. La figura del giovane carabiniere, laureato in filosofia e dotato di uno spiccato intuito investigativo e di una intensa umanità, ha da subito appassionato i lettori che hanno reclamato un sequel. Nel 2015, viene così alla luce, per i tipi di Aulino Editore, Colpe apparenti, un intrigante giallo che coinvolge il lettore in una indagine complessa, con un finale a sorpresa.Nel romanzo il maresciallo Liberti conduce a modo suo l’indagine nei boschi nebbiosi di Roccapiana, una cittadina immaginata al centro degli Appenini umbro-marchigiani, che guarda all’uno e all’altro mare. Colpe apparenti, presentato al LetterandoInFest ed al Festival Multimediale intestato a Frank Capra, riscuote un ulteriore successo di pubblico e di critica, meritando il premio d’onore della Giuria degli Holmes Awards.
Ma il maresciallo incalza. Dopo Colpe apparenti, ecco per i lettori una nuova scommessa per Massimo Liberti: La luna scomparsa, una misteriosa indagine che lo riporterà indietro nel tempo, in una memorabile trasferta nella Sicilia dei Fenici.
Un romanzo che, da inedito, ha vinto il Gran Premio Nazionale per la Narrativa in Giallo “Finestra su Furci”.

 By Michele Barbera 

AGRICOLTURA SICILIANA, L’ECCELLENZA TRADITA: LA SPECULAZIONE SUL GRANO ED IL CRAC DEI CONSORZI DI BONIFICA


L’agricoltura siciliana è sicuramente il settore economico primario nell’isola. Essa ha costantemente sostenuto, con i sacrifici personali di migliaia di coltivatori diretti e di imprenditori, la qualità dell’economia isolana, fornendo fiato ad un territorio che in quanto a sviluppo economico e benessere fa acqua da tutte le parti.
E questo nonostante una classe politica priva di lungimiranza e pressoché straniata rispetto ai bisogni ed alle esigenze delle migliaia di imprese agricole nostrane.
Terminate le abbuffate con i soldi a pioggia ad una cooperazione che al di là di pochi baluardi è finita nel tritacarne politico, finite con la spending review forzata i finanziamenti inutili, gli appalti faraonici e le assunzioni elettorali, ora tocca tirare la cinghia.
A tirare, però, sono sempre loro gli agricoltori, vittime delle miopie politiche e di illogicità persistenti della classe dirigenziale.
Due soli esempi recenti: la speculazione del grano e il crac del sistema dei consorzi di bonifica.
Sul grano si è ora mobilitata la protesta dei contadini, protesta da molti vissuta con fastidio. Ma a rimetterci è stato e sarà chi coltiva la terra e produce uno dei migliori grani duri del mondo. La Sicilia fin dai temi dei Romani è stata conosciuta come il “granaio d’Italia”. Ebbene questo granaio sta lentamente morendo, soffocato sull’altare di un’Europa cannibale che ha via via innescato meccanismi di apertura di mercati che nuocciono in modo letale all’economia del grano siciliano. A ciò si sono aggiunti gli speculatori, ladri legalizzati e truffatori organizzati. 
Chi tutela l’agricoltore? Una classe politica disattenta o un sistema di associazioni di categoria del tutto disarmato e ingenuamente servo del potere costituito?
Per raccogliere il grano si vuole tutto un anno. L’agricoltore, pressato da un sistema fiscale perentorio, da costi di produzione che si moltiplicano esponenzialmente, soffoca tra le spire di gente che, sfruttando le falle del sistema di raccolta e di conservazione del grano, si approfitta ignobilmente della necessità di vendere il prodotto.
Sembra assurdo, ma è così. Si specula senza scrupoli sul lavoro di tutto un anno in modo indisturbato. Tanto prima o poi le manifestazioni di piazza finiranno. Ed i contadini non possono fare “sciopero” in campagna.
Ma non è finita qui.
L’andamento climatico di questo anno è stato siccitoso. Le precipitazioni sono diminuite nel loro complesso di circa il 50% in moltissime zone della Sicilia dove ci sono uliveti, vigneti e colture arboricole. Il bisogno di acqua è pressante.
L’irrigazione dei campi è stata garantita nel territorio dal sistema dei Consorzi obbligatori di bonifica. Un sistema senza dubbio malato, a volte ipertrofico, ma necessario se non vitale per l’agricoltura.
I consorzi di bonifica sono stati falcidiati economicamente e strutturalmente. Le passività, si parla di un fabbisogno complessivo che sfiora i cento milioni di euro, frutto di ataviche inefficienze, dovute alle indebite ingerenze politiche,  sono state ribaltate ancora una volta sugli agricoltori consorziati, accusati di chissà quale malefatte.
Risultato: il prezzo dell’acqua è salito a dismisura, con aggravio obbligatorio di pagamento imediato degli arretrati. Un mattone che è piombato tra capo e collo sull’agricoltura siciliana proprio in un’annata in cui il bisogno di acqua è essenziale.
Perché la riforma dei consorzi di bonifica non ha seguito quella di tanti enti in cui il “rimaneggiamento” finanziario è avvenuto gradualmente e non in modo traumatico? La Regione Siciliana si è resa drammaticamente assente in tutto ciò non pagando gli stipendi per mesi al personale dei consorzi, riducendo i finanziamenti in modo drastico e rifiutando pagamenti alle banche ed, alla fine, facendo crollare tutto il peso sulle gambe degli agricoltori bisognosi dell’irrigazione.
Questi due sono solo due esempi recenti, ma ne potremmo raccontare tanti altri. Dalle truffe merceologiche ai “colletti bianchi” che spremono per via delle loro cariche superstipendi da favola.
Chiediamo a gran voce per tutto il settore un’inversione di rotta: l’agricoltura siciliana ha bisogno di essere tutelata ed incentivata non truffata ed abbandonata!

By Michele Barbera

sabato 18 giugno 2016

LETTERANDO IN FEST 2016: PRESENTAZIONE "LA LUNA SCOMPARSA"


Grande Evento al Letterando in Fest 2016 
Badia Grande - Sciacca 

Il romanzo "La luna scomparsa" sarà eccezionalmente presentato dal celebre scrittore Domenico Cacopardo, Ad accompagnare la nostra conversazione le magnifiche letture di Franco Bruno. Un momento unico nella splendida cornice del LetterandoInFest a Sciacca. Vi aspetto tutti alla Badia Grande il 25 giugno. Non mancate!
By Michele Barbera 

giovedì 9 giugno 2016

IN SICILIA SI MUORE PRIMA CHE NEL RESTO D’ITALIA


Metti che l’ISTAT verifica l’aspettativa di vita nel Paese. Metti che un neonato veneto o marchigiano ha circa due anni in più di “aspettativa di vita” rispetto al neonato siculo. Metti che un sessantacinquenne lombardo ha in media un anno e tre mesi in più di vita rispetto al coetaneo siciliano.
Siamo in coda all’Italia. Per dirla senza portare troppo sfiga, chi nasce (e vive) in Sicilia statisticamente passa a miglior vita circa due anni prima che i fortunelli delle regioni settentrionali.
Di chi è la colpa? Della mafia? Del “troopppooo sole e caldo”? Dei malefici influssi di un misterioso stregone voodoo leghista? Dell’Etna che non si è tolto il vizio del fumo?
Molto più prosaicamente e cinicamente, i siciliani ci curiamo di meno. Rinunciamo a curarci. Leggo l’articolo-inchiesta di Giusi Spica su Repubblica, che riprende le statistiche dell’ISTAT 2015, e mi si accappona la pelle. Medicine che costano troppo, turni eterni per le visite, servizi scadenti ed inesistenti. Ed il siciliano rinuncia.
Italiani di serie B, mi viene da dire. Forse. Ma questo non cancella i servizi che non ci sono, farmaci cari, sanità scadente e barbina, scudisci che flagellano la (mala)salute isolana.
In Sicilia, la culla del mediterraneo, l’ombelico del mondo, tempio di civiltà si muore prima. E non di inquinamento e neanche di lupara. Semplicemente perché il siciliano ha una sanità più scadente nel resto di Italia. Ed i nostri medici, i migliori, fuggono. Ed il nord non cessa di essere meta dei viaggi della speranza. E chi non ha soldi?
Peggio per lui.
Da noi, in Sicilia, vige da sempre il detto: “la liggi è uguali pi tutti, e cu avi la rana si ni futti”. I quattro ricconzoli isolani, di bene o cattiva sorte, non hanno preoccupazione. Al limite al limite, se proprio dobbiamo farne una questione anagrafica, spostano la residenza in qualche loft milanese o in Val Brembana o, magari, per i lungodegenti in qualche clinicozza elvetica. Il popolino, gregge di pecoroni, che non ha mai contato che crepi pure. E chi se ne fotte delle statistiche.
Amara verità. Amarissima.

Soprattutto per chi ama questa terra e vorrebbe viverci… il più a lungo possibile.
By Michele Barbera