lunedì 3 novembre 2025

EURO DIGITALE: I PERICOLI, COS’È E A CHI CONVIENE

 


È notizia di questi giorni: tra poco i cittadini europei potranno accedere all’ “euro digitale”. Se ne parla da anni, ma la BCE ha dato notizia dell’avvio nella pratica quotidiana solo da poco.

Di che si tratta?

È una moneta digitale, cioè, non fisica, un equivalente elettronico del contante. Pressappoco come una carta ricaricabile che i cittadini potranno utilizzare in alternativa al contante. Dovrebbe avere il tetto massimo di 3.000,00 euro ed essere senza commissioni, cioè i pagamenti sia per chi li fa che per chi li riceve avverrebbero a costo zero, senza commissioni o costi di gestione. Il condizionale è d’obbligo.

A chi conviene?

La BCE pensa al grande pubblico dei consumatori. Potrebbe sembrare utile per evitare gli odiosi costi che puntualmente le banche ci rifilano per le carte di credito o i bancomat che possediamo. Ma l’obiettivo ultimo, non dichiarato, è la ferrea volontà di fare sparire il denaro contante dalla circolazione.

Ci sono pericoli?

L’euro digitale, al di là delle pompose dichiarazioni sulla sicurezza, risente della intrinseca debolezza del mondo digitale: basta un hackeraggio, un malfunzionamento del sistema, un furto di dati e l’intero circuito va in tilt.

Non parliamo poi della mancata percezione della spesa e dei c.d. acquisti compulsivi (o impulsivi): si spende digitalmente senza avere una corretta percezione della incidenza dell’acquisto sui propri risparmi, con il risultato che, magari, si fanno acquisti superflui o al di là della propria capacità di spesa.

In realtà, anche oggi l’unico pagamento che assicura certezza ed affidabilità di disporre delle proprie risorse in ogni condizione è il denaro contante, checché se ne voglia dire: se uno ha i soldi compra, se non ha i soldi dovrebbe rinunciare o acquistare beni più economici.

Vi sono poi le conseguenze secondarie. Già quando utilizziamo le carte avviene la c.d. “profilatura”: i gestori e le banche sanno quando spendiamo, dove e perché (li autorizziamo noi quando chiediamo le carte). Poi c’è l’ossessione dei Governi per i controlli fiscali sulla spesa dei privati, anche al fine di monitorare eventuali “riciclaggi” di denaro o movimentazioni in nero.

Siamo sempre di più sulla via di essere controllati in tutto quello che facciamo, che consumiamo e dove andiamo. Che questo porti ad un miglioramento della qualità della vita, sinceramente, ne dubito.

Piuttosto, l’ingabbiamento digitale sempre più ferrato sui soldi dei cittadini, unito alla crescente manipolazione del consumatore (con pubblicità ingannevoli o induttive all’acquisto) riduce il cittadino-consumatore ad una condizione di schiavitù non solo mentale, ma anche fisica, con l’induzione all’acquisto di determinati beni piuttosto che di altri, grazie all’azione subdola degli algoritmi “suggeritori” del web ed a una pubblicità sempre più mirata.

Si tratta di una vera e propria limitazione della libertà che dovrebbe fare riflettere seriamente. Ma, oggi, come si sa, i mass media, i governi e i potentati economici non vogliono cervelli pensanti, ma solo masse facilmente controllabili, senza capacità critica e deboli intellettualmente, pronti a ubbidire alle leggi invisibili di un mercato globale e ai dettami ineludibili di meccanismi economici imposti dalle multinazionali.

By Michele Barbera


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