Domina la costa di Porto Palo di Menfi da tempo immemorabile. Tutti, menfitani e non, la considerano il vero simbolo di una borgata che svetta su una spiaggia meravigliosa. Quest'estate è stata al centro di una polemica assurda e pirandelliana.
Adesso, però, la "Vecchia Signora" è stata ferita gravemente, e questa volta di chiacchiere ne possiamo ( e dovremmo) fare pochissime.
L'attività urbanistica degli ultimi decenni ha vissuto ed è passata dribblando tante "carte", revisioni, adattamenti di PRG ed altre pianificazioni che, al solito, hanno danneggiato molti e privilegiato pochi, ingrassando solo l'Agenzia delle Entrate che è piombata come un avvoltoio sui trasferimenti della misteriosa zona "T" di lotaniana memoria che ha miracolosamente trasformato a fini fiscali i terreni agricoli in terreni "potenzialmente" edificabili e, perciò, sottoponibili ad una bruciante e fantozziana tassa di registrazione.
Al di là delle barzellette (che fanno piangere), i guasti alla pianificazione urbanistica si sono visti nelle successive esigenze di modifiche dei piani, mai giusti, mai adeguati, mai...tutto.
Viceversa, a parte gli spendaccioni (ed a volte inutili) interventi buttati qua e là sul territorio, secondo il vento dei finanziamenti, delle buone intenzioni è rimasto poco o quasi nulla.
Sono rimaste vittime illustri le strade, bucherellate e sfasciate in modo equo per tutto il territorio, vittima le opere pubbliche, vittima gli spazi pubblici a volte usurpati e piegati a logiche private.
Investimenti? Quali? Tutto ciò che poteva rilanciare il territorio è stato sapientemente bocciato, denigrato, vilipeso ed alla fine devitalizzato.
Ma ritorniamo alla Torre.
Nessun intervento negli scorsi decenni. Neanche quando i soldi c'erano. Colpa di chi? Boh.
E' dai tempi dei Regi Decreti che le autorità (con la "a" minuscola) impongono divieti e vincoli sulla zona di Porto Palo.
Mai una volta, però, che si fossero decisi ad intervenire per il consolidamento del costone.
Oggi tutti a piangere e tremare per il crollo della Torre che non è quella di Pisa e, state tranquilli, poco ci vuole (questione di baricentro mi spiegava un ingegnere) e potrebbe venir giù.
Gli interventi? Importanti, necessari e urgenti mi diceva quell'ingegnere che ama Menfi, un tipo pratico (forse per questo inviso alla burocrazia nostrana): palificazioni, riempimenti, etc...
Invece, si parla di sopralluoghi, poi di incarichi, poi di progettazione, poi di finanziamenti... poi, poi, poi... L'incubo delle carte. Già.
Ma una somma urgenza? E di chi del Genio Civile? E la Sovrintendenza? I beni artistici, la Regione, il P.A.I. idrogeologico, la forestale....Come la mettiamo? E se poi qualcuno fa qualche denuncia alla Procura? Le carte debbono essere a posto.
Carte, carte ed ancora carte.
Non penso che la Vecchia Signora abbia ancora voglia di aspettare. O, forse, siamo noi che non la meritiamo per non averla saputa tutelare, proteggere a tempo debito.
Poi il colpo di genio.
Qualcuno propone di lasciarla andare giù e di sostituirla con una gigantografia...di carta: UNA GRANDE FOTOGRAFIA di com'era la Torre. Bella, antisimica, vuota e... piatta, come l'elettroencefalo di qualcuno.
By Michele Barbera