L’esito delle elezioni
europee lo ha dimostrato. Esiste nel corpo elettorale attivo (quelli cioè che
vanno a votare), in misura del venti per cento, una massa che vota non per
appartenenza, ma per convenienza, anzi, per “contingenza”, secondo il momento, l'istinto o anche l'affezione transitoria.
Se ne sono
avvantaggiati (e ne hanno fatto le spese) Forza Italia, l'Italia dei Valori, lo stesso Partito
Democratico, i Cinque Stelle, sino ad arrivare alla Lega.
Tutto l'arco politico costituzionale ha prima o poi fatto i conti con questa di massa di elettori, e non chiamateli "indecisi". Sarebbe da ingenui o, peggio, da stupidi.
Il partito dell’opinione,
disilluso da ideologie e/o appartenenze di tessera, vota secondo l’analisi del
momento, guarda in faccia chi meglio può incarnare lo status della coscienza
collettiva.
In questo momento
storico, l’immigrazione, la sicurezza, la precarietà economica, il mancato
sviluppo, i no ai cantieri, l'assenza di una politica di investimenti, la paura di una Europa matrigna hanno eviscerato il ventre politico
degli italiani.
Messi di lato i Cinque Stelle,
vittime delle loro stesse false promesse-utopie, archiviato il diktat berlusconiano
dell’anticomunismo istituzionale, gli italiani hanno mostrato sopratutto interesse verso
il decisionismo, verso la sicurezza, verso un Salvini che non ha avuto paura di
scontrarsi contro chicchessia, sfidando leggi e pregiudizi con le sue
convinzioni e con la promessa di un cambiamento “per gli italiani” che arrivi
sino a Bruxelles.
Il tempo sarà giusto giudice.
Ma è chiaro, ed i fatti lo dimostrano, che il partito dell’opinione non
dimentica. Sa attendere, ed – al momento giusto – premierà o punirà gli illusionisti
del consenso facile, abbattendo con la scure a due cifre, il profitto elettorale.
Si potrà tacciare di
qualunquismo la massa degli opinionisti, ma non è così. Chiedono, e a giusto
titolo, che chi si è impegnato mantenga la parola. E le bugie elettorali hanno
sempre le gambe corte, dato che sempre più gli italiani hanno la digestione
difficile e sono intolleranti alle chiacchiere ad alto tasso di minchionaggine.
Ciò tanto più che le maschere ideologiche sono cadute e l’alibi del “non è
colpa nostra” non regge più.
Gli italiani, da tempo,
vogliono una classe politica affidabile, capace, coerente ed il più possibile
onesta.
Ma, forse, chiedono
troppo.
By Michele Barbera
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