Partiamo da un presupposto: un’impresa è tale se genera profitti. L’intento
speculativo è proprio di chi svolge un’attività economica. E il guadagno è il
metro con cui si misura il successo di un’impresa. Tutto questo in un’economia
liberale non solo è legittimo, ma è fisiologico.
In una logica d’impresa tutto può divenire oggetto di commercio e di
mercato. Tutto può essere fonte di guadagno e di speculazione.
Alla logica del
più forte, si sovrappone quella del più ricco: solo i più ricchi
sopravvivranno.
E gli altri?
Su questa domanda ognuno può rispondere e dire la sua. Ma non lasciamo
la nostra coscienza in apnea o anestetizzata dal disimpegno.
Chi oggi gode dell’acqua pubblica non potrà dire lo stesso di domani.
La logica perversa della privatizzazione imperversa e vuole fagocitare
i residui spazi che ancora impediscono di stringere il cappio su ciò che è
essenziale e vitale per la popolazione. Per cosa?
Solo per il guadagno, per il superprofitto. Non c’è alcuna altra
ragione.
Il “privato” approfitta delle disfunzioni del pubblico, della
disattenzione degli amministratori e dei governanti per presentarsi come “efficiente”
e solerte. Tutte boiate ipocrite.
Quello che interessa è solo il guadagno, milioni e
milioni di euro alla faccia del popolo bue.
Hanno sbagliato e sbagliano i nostri politucoli del cavolo, da Roma a
Palermo, ad ignorare la volontà del popolo che vuole l’acqua pubblica e l’ha
gridato con un referendum plebiscitario.
E sbagliamo noi a non
appoggiare quotidianamente la lotta giusta e sacrosanta dei nostri sindaci che
si battono per riconquistare l’acqua pubblica. È un dovere civico
allontanare gli speculatori dal bene più prezioso che abbiamo per la nostra
stessa sopravvivenza.
Vogliamo la risoluzione del contratto da Girgenti Acque senza se e
senza ma. Vogliamo che l’acqua ritorni un bene pubblico, a gestione pubblica, senza sciacallaggi e senza rendite parassitarie.
In questi giorni si svolgerà
davanti al TAR di Milano l’ennesimo scontro tra Girgenti Acque e l’ATI IDRICO,
dopo che l’ATI IDRICO aveva ridotto le tariffe per il consumo di acqua con l’approvazione
dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico.
Girgenti Acque, ovvio, ha
impugnato gli atti davanti al Giudice, riservandosi – altrettanto ovvio – di
chiedere il risarcimento dei danni.
L'ennesima dimostrazione della voglia di profitto di Girgenti acque: soldi, guadagno, profitto, con lo specchietto delle allodole della “corretta
gestione”!
Chiediamo ( lo dobbiamo fare ognuno
di noi nel nostro paese e città) a tutti i cittadini ed i Sindaci del
territorio di farsi interpreti della volontà del popolo, lontani da
clientelismi e compromessi e di sostenere la risoluzione IMMEDIATA del
contratto con Girgenti Acque!
Chiediamo al nuovo Governo Regionale
di rispettare la volontà del POPOLO e dare disposizioni normative chiare ed
univoche per il ritorno a livello regionale della gestione pubblica dell’acqua!
NON SI SPECULA SULLA SETE DEI
SICILIANI!
Coordinamento
Agrigentino per l’Acqua Pubblica
Condivido e sottoscrivo.
Michele Barbera
L'acqua è la linfa della vita. Appropriarsene è un delitto contro l'umanità.
RispondiElimina