mercoledì 22 novembre 2017

SOSTENIAMO LA BATTAGLIA DEI SINDACI PER L’ACQUA PUBBLICA!

Partiamo da un presupposto: un’impresa è tale se genera profitti. L’intento speculativo è proprio di chi svolge un’attività economica. E il guadagno è il metro con cui si misura il successo di un’impresa. Tutto questo in un’economia liberale non solo è legittimo, ma è fisiologico.
In una logica d’impresa tutto può divenire oggetto di commercio e di mercato. Tutto può essere fonte di guadagno e di speculazione. 
Alla logica del più forte, si sovrappone quella del più ricco: solo i più ricchi sopravvivranno. 
E gli altri?
Su questa domanda ognuno può rispondere e dire la sua. Ma non lasciamo la nostra coscienza in apnea o anestetizzata dal disimpegno.
Chi oggi gode dell’acqua pubblica non potrà dire lo stesso di domani.
La logica perversa della privatizzazione imperversa e vuole fagocitare i residui spazi che ancora impediscono di stringere il cappio su ciò che è essenziale e vitale per la popolazione. Per cosa?
Solo per il guadagno, per il superprofitto. Non c’è alcuna altra ragione.
Il “privato” approfitta delle disfunzioni del pubblico, della disattenzione degli amministratori e dei governanti per presentarsi come “efficiente” e solerte. Tutte boiate ipocrite. 
Quello che interessa è solo il guadagno, milioni e milioni di euro alla faccia del popolo bue.
Hanno sbagliato e sbagliano i nostri politucoli del cavolo, da Roma a Palermo, ad ignorare la volontà del popolo che vuole l’acqua pubblica e l’ha gridato con un referendum plebiscitario.
E sbagliamo noi a non appoggiare quotidianamente la lotta giusta e sacrosanta dei nostri sindaci che si battono per riconquistare l’acqua pubblica. È un dovere civico allontanare gli speculatori dal bene più prezioso che abbiamo per la nostra stessa sopravvivenza.
Vogliamo la risoluzione del contratto da Girgenti Acque senza se e senza ma. Vogliamo che l’acqua ritorni un bene pubblico, a gestione pubblica, senza sciacallaggi e senza rendite parassitarie.
In questi giorni si svolgerà davanti al TAR di Milano l’ennesimo scontro tra Girgenti Acque e l’ATI IDRICO, dopo che l’ATI IDRICO aveva ridotto le tariffe per il consumo di acqua con l’approvazione dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico.
Girgenti Acque, ovvio, ha impugnato gli atti davanti al Giudice, riservandosi – altrettanto ovvio – di chiedere il risarcimento dei danni.
L'ennesima dimostrazione della voglia di profitto di Girgenti acque: soldi, guadagno, profitto, con lo specchietto delle allodole della “corretta gestione”!
Chiediamo ( lo dobbiamo fare ognuno di noi nel nostro paese e città) a tutti i cittadini ed i Sindaci del territorio di farsi interpreti della volontà del popolo, lontani da clientelismi e compromessi e di sostenere la risoluzione IMMEDIATA del contratto con Girgenti Acque!
Chiediamo al nuovo Governo Regionale di rispettare la volontà del POPOLO e dare disposizioni normative chiare ed univoche per il ritorno a livello regionale della gestione pubblica dell’acqua!
NON SI SPECULA SULLA SETE DEI SICILIANI!
Coordinamento Agrigentino per l’Acqua Pubblica

Condivido e sottoscrivo.

Michele Barbera 

lunedì 6 novembre 2017

ASTENSIONISMO? NO GRAZIE! 10 MOTIVI PER ANDARE A VOTARE


Anche per le Elezioni Regionali della Sicilia l'astensionismo ha vinto: più della metà degli elettori non sono andati a votare. Agevolando così la mala politica ed i furbetti dell'urna elettorale. 
Voglio darvi, in questa breve scheda 10 buoni motivi per andare a votare.
1. Voto perché esprimo la mia opinione. Siamo in democrazia e gli assenti, nella logica dei numeri, hanno sempre torto. Il nostro voto potrà non essere condiviso, ma rappresenta un'opinione libera e democratica. La nostra e di nessun altro.
2. Se non votiamo agevoliamo la mala politica. Non è vero che non andando a votare esprimiamo una "protesta". Semmai è vero il contrario. Agevoliamo gli affaristi della politica, facendo pesare di più i voti di chi si reca alle urne, che magari è influenzato dagli affaristi ed i furbetti della politica. 
3. Se non votiamo non possiamo pretendere cambiamenti. Il nostro voto orienta le scelte dei rappresentanti. Se un governo viene bocciato democraticamente alle urne, chi lo sostituisce è orientato a non ripetere gli errori del passato. Il popolo comanda se esprime la sua opinione, altrimenti è ostaggio dei politici.
4. Nel voto c'è il futuro nostro e dei nostri figli. Parliamo, discutiamo e condividiamo in famiglia il voto. Ci motiverà di più ed al contempo, la discussione responsabilizza noi ed i nostri figli. Le scelte politiche e legislative condizioneranno il futuro della nostra comunità. 
5. Votare significa eleggere i nostri rappresentanti. Nel diritto costituzionale ci si batte per il cosiddetto "mandato elettorale" che non può essere paragonato ad un negozio giuridico, ad un contratto, ma ha un significato più profondo. L'eletto deve farsi portatore delle idee della comunità che rappresenta. Dire la nostra su questa scelta, sia che venga eletto chi votiamo, oppure no, significa contribuire alla scelta delle idee e dei progetti, condividerli o contrastarli. Siamo una comunità ed ognuno ha un proprio "debito sociale", cioè deve dare il suo contributo alla vita sociale, anche con il voto. Solo così il politico renderà conto al suo territorio delle scelte e del lavoro che ha fatto.
6. Non votare oggi può essere una scelta, ma domani potrebbe essere una costrizione. Non c'è fenomeno più aberrante nella democrazia che privare i cittadini del diritto di voto. Ma l'astensionismo agevola ciò. Svuota il diritto di voto ed i governanti saranno sempre più orientati a svalutare il consenso elettorale. Se il popolo non vota diventa inutile. Altri meccanismi soppiantano la scelta elettorale (listini bloccati, incarichi di governo a soggetti non eletti, disattenzione per i programmi, etc...). Alla fine il voto può diventare inutile e favorire un'oligarchia ad instaurare il suo potere. 
7. Il voto è un giudizio sull'attività di chi ci governa. I primi ad avere interesse all'astensionismo sono i cattivi governanti. Fanno disinteressare il popolo per meglio pilotare l'esito elettorale e puntare alla salvaguardia dei propri privilegi. Esprimere un voto negativo, scegliendo alternative politiche, rappresenta un modo per "punire" chi ha governato in modo sbagliato e deleterio. Leggere i programmi e pretendere che vengano attuati è diritto e prerogativa degli elettori, altrimenti diventano solo vuoti proclami di principi.
8. Se non votiamo noi, altri penseranno a farlo. Che senso ha non votare se altri lo faranno? La nostra assenza diventa forza per gli altri, per chi trova il tempo ed interesse per recarsi al seggio. 
9. L'astensionismo non è una protesta. Chi si astiene dal voto non esprime alcuna opinione, né dà alcun giudizio. E' solo un assente, un inerte che subirà passivamente le scelte altrui. La sua non è una protesta, ma un involontario appoggio a chi manovra clientele elettorali. 
10. Voto perché esisto. Proprio così. Ho diritto di far valere la mia opinione, il mio giudizio. Esisto, vivo in una democrazia e ne faccio parte. Lo strumento che mi dà la Costituzione democratica è il voto, è il diritto di fare politica con le idee e con gli uomini, di polemizzare e di cercare il consenso. 
Chi vota non fa semplicemente il suo dovere di cittadino, ma esercita il diritto inderogabile di essere parte viva di una democrazia!
By Michele Barbera