Guardiamoci
attorno. Siamo circondati dalle “carte dei diritti”. I diritti dell’uomo, della
donna, del bambino… ma anche quelli del cane, del criceto, del malato, dell’
“utente” (parola sibillina ed assai insidiosa) e così via in un’insopprimibile
corsa all’esercizio del “diritto” (nostro). E sembra quasi assurdo, ma c’è
quasi una nietzschiana “ volontà di potenza” che si esprime in questo esercizio
del diritto del tipo storicamente noto: il cielo me l’ha dato e guai a chi me
lo tocca (con il notevole corollario: “faccio quel che mi pare e degli altri me
ne fotto”).
Così penso
che anche a Porto Palo di Menfi, tradizionale spiaggia che serve un bacino di
utenza (comprendente anche il Lido Fiori) di oltre centomila persone equamente
divise tra le province di Agrigento, Palermo e Trapani, vi sia una qualche
“carta dei diritti” nascosta, che inalberi e faccia ringalluzzire il popolo
(sì, va chiamato così non “orda” come qualcuno poco rispettoso suggerisce) dei
bagnanti. Ecco perché quando vado a Porto Palo, blasonato lido, giunto a
non-so-quante bandiere blu, sto zitto ed osservo gli altri, i quali
evidentemente più consci di me dei loro “diritti”, li esercitano al meglio
della potenza.
E così
domenica scorsa, prima vera giornata di benevolo assalto alla spiaggia di Porto
Palo, in un gremitissimo e rutilante parterre umano, si potevano facilmente
constatare le “tracce” dell’esercizio di questi “diritti”. Scusate, ma ve ne
voglio evidenziare i più “simpatici”, quelli che probabilmente vi lasceranno
qualche traccia addosso, come dermatiti o, se siete fortunati, qualche piccola
infezione. In primo luogo le defecazioni a mare. Senza giri di parole e fuor di
metafora, domenica scorsa a Porto Palo gli stronzi galleggiavano. I quali,
tuttavia, non avevano vita facile perché dovevano battersi, per il primato di
rifiuto più zozzo, con gli assorbenti intimi che vezzose fanciulle o mature
signore affidavano alle onde del mare. In misura minore vi erano avanzi di
cibo, buste, bicchieri, pezzi di plastica e le immancabili chiazze oleose “rilasciate”
dai corpi dei bagnanti bisunti che ne avevano usato in abbondanza, con una
strana mescolanza di odori vomitevoli e dolciastri che andavano dal “cocco” ai
“frutti tropicali”.
In spiaggia
la facevano da padrone le immancabili “cicche” di sigarette, seguite a ruota da
accessori rotti o inservibili, cacche di
cani degli “amici degli animali” ma non dell’uomo. E che! Anche i cani in
spiaggia hanno il loro sacrosanto diritto di defecare. Qualcuno ce li porta
apposta.
E questo, a
parte la lottizzazione dell’arenile ad opera dei volenterosi dell’ombrellone
“fisso” o del palo rivestito con le foglie di palme secche che sta ad indicare
l’esercizio rudimentale del diritto di “proprietà” di quell’angolo di spiaggia,
il “diritto” di qualche ente di non pulire i fossati che “sfociano” a mare dai
canneti, topi, ratti, bisce, zanzare di specie sconosciuta che li hanno
colonizzati, senza contare che tali fossati sono utili a mascherare all’occasione
gli scarichi “abusivi” di qualche
furbetto, che da decenni esercita il “diritto” di scaricare a mare i propri
escrementi (quasi se ne sentisse il bisogno).
E la
bandiera blu?
Tutto questo
non c’entra con la bandiera blu. Sono “diritti”. E guai a chi parla e chi li
tocca. Chi se la sente, li esercita, certo del fatto che gli altri o non
parlano o, se parlano, vengono facilmente messi a tacere da validi argomenti
giuridici ( ma se lo fanno gli altri, perché io no?). A parte, si è sentita
pure questa, di chi inzozzando e cacando allegramente, dice che lo fa alla
faccia di chi si godrà la spiaggia nei prossimi giorni mentre lui deve tornare
a lavorare.
E, nel
frattempo, penso con angoscia che verrà un'altra domenica…e, con qualche
brivido, che tra poco è ferragosto, periodo di massimo esercizio dei “diritti”,
anche di quello di scopare durante la “mitica” notte in spiaggia. E chissà, se
siete fortunati, l’indomani, tra la sabbia, oltre a tutto il resto, potrete
anche trovare preservativi pieni di sperma. Non criticate, in fondo lo fanno
per evitare l’AIDS.
E pazientate
per le vostre dermatiti e le vostre infezioni: anche lo stafilococco ha i suoi
diritti.
By Michele Barbera
Ahi, ahi, ahi, avvocato, mi sa che ti debbo dare ragione. Stamattina, la spiaggia sembra un campo profughi...
RispondiEliminaSaro
Per fortuna che ieri hanno passato la spiaggia con la ruspa ed il trattore. Hanno fatto un buon lavoro. Cmq la notte del 14 è stata devastante!
RispondiEliminaRosy