lunedì 29 ottobre 2012

ELEZIONI REGIONALI SICILIA. AFFLUENZA FERMA AL 47%: LA MAGGIORANZA DEI SICILIANI NON E' ANDATA A VOTARE!


Il dato è tanto triste ed angosciante quanto significativo: alle 22.00 di ieri sera, dati alla chiusura delle urne, la maggioranza dei siciliani non è andata a votare.
La lezione che dovrebbero trarne le centinaia di candidati e, sopratutto, la futura amministrazione regionale - quella che sarà - è sopratutto una: l'inganno è stato scoperto.
Le elezioni sono viste come una sorta di maxi-concorso, dove i candidati altro non sono che peones alla ricerca del posto privilegiato in uno scranno di Palazzo d'Orleans.
Così, la gente ha imparato a diffidare dalle vuote promesse e dalle palesi presi in giro fatte dal candidato di turno.
La politica è una cosa seria.
Una volta i partiti, prima di proporre un qualsiasi nominativo all'interno di una lista, valutavano la portata che quella candidatura poteva significare.
Si valutava la coerenza con il programma, con l'ideologia, il contato con la base.
E l'onorevole Tizio avrebbe rappresentato sempre quel simbolo, quel partito.
Il mandato elettorale era sempre quello. La base sapeva che il tale onorevole era il punto di riferimento del territorio e gli andavano a rompere le scatole se ritenevano che lui poteva fare qualcosa per quel territorio, per i suoi elettori.
Oggi tutto questo ha perso significato.
Nell'epoca del magna-magna tutti cercano di ottenere se non proprio un posto al sole, dato dalla lotteria delle urne, quanto meno un pezzettino di gloria, un posto di sottogoverno, un favore contraccambiato dal voto, una qualsiasi utilitas che giustifichi il gesto di alzarsi dalla poltrona la domenica, compiere qualche centinaio di metri ed apporre sulla fatidica scheda un paio di croci e scrivere un nome.
Altrimenti, come hanno detto in molti, non ne vale la pena.
Ma è davvero così?
Si è detto che un esempio vale più di mille parole.
Ed allora, l'invito, il migliore invito che possiamo fare alla squadra che andrà a guidare il Governo Regionale nella prossima legislatura è quello di svolgere bene il compito a cui sono stati demandati. Riscattare la figura del politico, effettuare quelle riforme che servano a risanare la politica, riducendo posti e privilegi, ma, sopratutto, perseguire l'obiettivo fondamentale della politeia, che i Greci hanno istituzionalizzato più di duemila anni fa: il bene del popolo.
M.

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