L’affaire “GFOREX”, dopo l’arresto di qualche giorno fa
dell’amministratore Di Fonzo, si arricchisce di un nuovo capitolo. Abbiamo
atteso da mesi che qualcosa di smuovesse e finalmente pare che per la tutela
dei 400 risparmiatori si sia giunti ad una svolta decisiva.
Ma la vicenda è ben lungi dall’essere conclusa.
Da ulteriori sviluppi dell’indagine l’interconnessione tra
Di Fonzo e le Società del gruppo di Riaz risultano ancora più strette di quanto
a prima vista sembrava.
Un ulteriore anello di congiunzione tra il pachistano RIAZ e
la GFOREX è
costituito da una scrittura privata di “prestito” (settlement & loan
agreement) , redatta – a quanto sembra – nel maggio del 2010 tra la GFOREX e la GLOBAL TRADEWAVES LTD,
l’ennesima società di Riaz con sede nelle Isole Vergini Britanniche e
sottoscritta pure da GLOBAL TRADEWAVES con sede in Svizzera e da GLOBAL TRADING
DMCC, con sede negli Emirati Arabi Uniti. Inutile dire che tutte le Società
sono evidentemente riconducibili a Riaz.
Per quanto è dato sapere, nella scrittura la GLOBAL TRADEWAVES
(Riaz) “a seguito di certe operazioni”, non meglio specificate, si dichiara debitrice della GFOREX del
notevole importo di venti milioni di dollari.
Questa sarebbe la prova provata che Riaz (tramite la GTL) si è infine appropriato
di queste somme ed ha riconosciuto il debito nei confronti della GFOREX s.p.a..
La cosa assai strana (per la verità di “stranezze” ve ne
sono fin troppe in questa vicenda) è che la GFOREX s.p.a. non poteva certo “prestare” i soldi
dei risparmiatori a chicchessia.
Ancora più strano è che questo “prestito” viene in pratica
fatto sulla parola, senza – cioè – che Riaz o le sue società offrano la benché
minima garanzia reale o fideiussoria circa la restituzione del prestito. E
stiamo parlando di venti milioni di dollari!
Anzi, viene riconosciuto loro espressamente da GFOREX il
diritto di continuare l’attività in modo da ripagare il prestito.
Né appare chiaro il riferimento ad altri “creditori” delle
società di Riaz che avrebbero dovuto partecipare alla ripartizione degli utili
di Riaz e delle sue società.
In ultima analisi, è evidente che fin dal 2010 la GFOREX è rimasta “incagliata”
con le società di Riaz perdendo dallo stesso anno la somma riconosciuta e
documentata di venti milioni di dollari.
Due altre clausole vale la pena evidenziare che
risulterebbero fare parte del contratto: l’una di assoluta riservatezza sui
contenuti del contratto, l’altra è che Riaz a seguito della sottoscrizione del
prestito si sarebbe dimesso dal consiglio di amministrazione di GFOREX,
obbligandosi a trasferire le sue azioni ad una terza persona designata da Di
Fonzo.
Certo non deve aver fatto molti sforzi Riaz, dopo essersi
impossessato di venti milioni di dollari, a dimettersi dal board di GFOREX ed a
cedere le sue azioni ad un terzo soggetto!
Meno male, comunque, che il contratto è sottoposto alla
giurisdizione italiana. Il che spiegherebbe i tentativi di Riaz (o meglio della
GTL) tramite un avvocato di Roma di contattare la Curatela del Fallimento
per proporre una transazione.
Secondo chi scrive, se il contratto di prestito è
effettivamente conforme a quello che risulta nel suo testo, la Curatela ha ampie possibilità
di realizzare il credito puntando ad un’azione di recupero anche internazionale
che colpisca le società di Riaz e lui medesimo, atteso che essere destinatari
di un provvedimento cautelare restrittivo, automaticamente fa cadere lo schermo
legale delle società a responsabilità limitata. Fermo restando che dovrebbe
farsi luce a pieno sulla condotta di Riaz in merito ai venti milioni di dollari
documentati.
Una nota a margine. Nei quotidiani dove è stata diffusa la
notizia dell’arresto di Riaz è stata paventata a mò di gossip un’ipotesi
investigativa che mirerebbe ad accertare la giustificatezza degli investimenti
e la legittimità dei risparmi.
E’ senz’altro lecito che la Procura di Milano o la Guardia di Finanza
investighino su tutte le ipotesi di reato possibili ed immaginabili. Ma è anche
vero che non si può confondere il risparmiatore che confidando nella proposta
di investimento fatta da un promotore finanziario con tanto di carte e
documenti, gli affida il denaro con chi, come gli amministratori di GFOREX o il
Riaz hanno utilizzato detto denaro in modo anomalo, appropriandosene e
spogliandone i titolari.
Del resto, da quel che sembra agli atti, è stato agevole
ricostruire i passaggi, tramite i versamenti ed i bonifici che dal singolo risparmiatore
conducono a GFOREX e che si sono conclusi – in atto – con l’ammissione allo
stato passivo dei singoli risparmiatori.
Quello che è stato arduo, defatigante e, talvolta adombrato
di mistero, è stato ed è sapere che fine ha fatto realmente il denaro affidato alla
GFOREX, anche se gli sforzi investigativi della Procura di Milano ogni giorno
sembrano svelare sempre più quello che, anziché un sapiente gioco di alchimia
finanziaria, risulta essere un maldestro marchingegno per appropriarsi dei
soldi altrui, carpendo la buona fede di tante famiglie.
Come sempre ho voluto utilizzare il mio blog, nato per tutt’altri
fini, per dare il giusto rilievo mediatico e di trasparente informazione a
questi eventi che hanno colpito anche persone a me vicine.
Invito tutti i lettori a rappresentare la propria disavventura
in modo pubblico, reclamando di fronte alla Procura della Repubblica la giusta
sollecitudine nelle indagini al fine di recuperare quanto più presto possibile
il denaro dei risparmiatori GFOREX e
facendo valere i propri diritti di persone offese davanti le Autorità.