giovedì 14 luglio 2011

IL DENARO

Il denaro può comprare una casa,
ma non una famiglia.
Il denaro può comprare un orologio,
però non il tempo.
Il denaro può comprare un letto,
ma non il sonno.
Il denaro può comprare un libro,
però non la conoscenza.
Il denaro può pagare un medico,
ma non la salute.
Il denaro può comprare una posizione ,
però non il rispetto.
Il denaro può comprare il sangue,
ma non la vita.
Il denaro può comprare sesso,
però non l’amore.
Il denaro è utile
ci aiuta a soddisfare i nostri bisogni materiali
ma non compensa
e non può comprare i sentimenti più profondi.
Trattiamolo sì, rispettando il suo valore
nelle nostre tasche,
senza dimenticare però il nostro, di valore,
che è vivere la vita.

(P.S.: Non è mia ma circola sul WEB ed è bellissima e fa riflettere)
Saluti by M.



martedì 12 luglio 2011

GIUSTIZIA SOLO PER I RICCHI

Nell'Italia della vergogna quotidiana non possiamo rimanere inerti di fronte ad una infamante iniziativa del governo che nel giro di un paio di anni, dopo avere introdotto la "mediaconciliazione"  ha aumentato in modo vertiginoso le spese di giustizia per le cause civili, addirittura introducendone di nuove.
Ed il tutto con il massimo silenzio.
Vergogna.
Ora, per di più i Tribunali sub-provinciali sono stati privati, con l'infamante decreto del 2011 (manovra finanziaria) delle competenze in materia di lavoro e previdenza.
Vaglielo a spiegare a chi è stato ingiustamente licenziato o a chi da invalido aspetta la pensione che dovrà farsi in alcuni casi quasi duecento chilometri tra andata e ritorno per assistere all'udienza. Il tutto condito dal nuovo balzello che la mirabile accoppiata Berlusca-Tremonti ha ideato e scodellato.
Molti pensano che tanto questi oneri saranno pagati dagli avvocati.
Niente di più sbagliato: saranno pagati dagli ignari contribuenti che avranno (ahiloro) necessità di ricorrere alla giustizia contro un datore di lavoro arrogante o per ottenere un loro diritto da invalidi ingiustamente negato.
Vergogna! ! !
M.

PERCHE’ L’EURO E’ STATO UN ERRORE

E’ venuto il momento di fare una riflessione seria.
Da tempo ormai assistiamo impotenti ad un balletto che coinvolge nazioni, potentati economici e finanziari e, purtroppo, intere popolazioni.
Dal 2001 in poi nel mondo è cambiata un’epoca.
Con l’attentato alle Torri Gemelle, ispirato da chi e cosa non importa, si è innescata una catena a reazione che speriamo possa fermarsi.
Con l’introduzione dell’euro nel 2002 i politicanti europei (scusate il termine dispregiativo) volevano raggiungere alcuni importanti e positivi obiettivi:
a)                  la stabilità monetaria ed impedire la fluttuazione del valore del denaro;
b)                  l’organicità degli scambi infracomunitari;
c)                  l’aumento di prestigio monetario dell’area euro nel mondo;
d)                  il pagamento della bolletta energetica (=petrolio) in valuta propria e non più in “petrodollari”;
e)                  una crescita costante e comune a tutta l’Europa del benessere economico.
Pii desideri rimasti tali e obiettivi miseramente falliti.
Ho raccolto materiale in questi anni che viene da mettersi le mani nei capelli e che dimostra, via via il progressivo decadimento dagli obiettivi primari ed, invece, mette in mostra la degenerazione di questo virus infettivo che è diventato l’euro.
Ed infatti:
1)                  non c’è stata alcuna stabilità monetaria, l’euro ha condotto una lotta fratricida e cannibalistica con il dollaro in cui ha avuto la peggio il dollaro, ma senza alcun reale vantaggio per l’euro. Anzi, diverse fonti attestano che l’indebolimento del dollaro, dovuto all’avanzare dell’euro ha destabilizzato i mercati mondiali che ora speculano in modo indiscriminato sull’euro;
2)                  gli scambi comunitari, sebbene nominalmente avvantaggiati dalla moneta unica, non solo non sono aumentati, ma risentono di una valuta forte che impedisce l’adeguamento ai parametri finanziari locali: l’Europa, comunque sia, non è uguale, e l’uniformità monetaria forzata ha generato e genera disfunzioni che si riflettono inevitabilmente sulle economie reali dei singoli paesi;
3)                  il prestigio dell’euro lo ha reso una preda appetibile per gli appetiti speculativi del mondo. L’economica cinese ed altri potentati stanno rastrellando euro per aumentare il proprio peso sui sistemi economici europei. Lì sta uno dei grossi rischi dell’economia mondiale:
4)                  il miglioramento della bolletta energetica è stato un flop mostruoso. L’energia o in dollari, o in euro, o in lire si pagava prima e si paga adesso. In difetto di una politica energetica propria che tenda all’autosufficienza il tentare di gabbare i paesi produttori con una moneta nuova è stato totalmente inutile, tanto è vero che il prezzo della benzina (solo per fare uno squallido esempio) è schizzato alle stelle;
5)                  i risultati sulla crescita del “benessere economico” sono sotto gli occhi di tutti. La Grecia, la Spagna, il Portogallo, etc.. etc… sono state le aree più deboli ad essere colpite dal virus dell’euro.
Il difetto maggiore dell’euro è stato quello di non essere collegato ad una economia sovrana, cioè ad uno stato. Nella differenza delle varie economie locali ed in assenza di una politica economica reale e seria oltre che uniforme e costrittiva i vari governi  locali sono andati ognuno per la sua strada non tenendo conto dei riflessi complessivi e facendo pagare agli altri le cambiali che ciascuno firmava.
Non solo, ma mentre prima le singole economie, collegate ai singoli stati, consentivano un monitoraggio reale dei singoli sistemi economici con l’applicazione in tempo reale di parametri inflazionistici e svalutativi, ora l’euro ha anestetizzato i meccanismi inflattivi ed i sistemi di allarme delle singole economie, rimettendo il tutto alla valutazione di organi europei sopranazionali privi di concreto potere costrittivo sulle singole economie.
Non solo, ma i singoli stati europei, privi dello schermo valutario che fungeva da protezione, nulla possono contro le speculazioni finanziarie che si insinuano nelle pieghe dei mercati finanziari dell’area euro più deboli, ed anzi sono costretti a subire le negatività di un sistema borsistico che ha troppe variabili da controllare.
E’ come quando uno ha un cancro ma lo scopre troppo tardi.
Con le devastanti conseguenze che ciò comporta.
Molti politici ed economisti si rendono conto di quanto vi ho detto, ma tutti hanno paura di ammetterlo.
E’ vero che il ritorno dall’euro alle monete nazionali (cioè collegate ad uno Stato sovrano) comporterebbe dei sacrifici, ma essi sarebbero di gran lunga assai inferiori rispetto allo spettro di quello che l’euro potrà causare negli anni a venire. E lo sanno tutti che ritornare alla pluralità di monete è l’unica via per sconfiggere il cancro. E’ una terapia dura, ma è l’unica, a meno che non si vogliano azzerare tutti i governi europei e rimettere tutto in mano al governo unico di Bruxelles.
Saluti, M.

domenica 10 luglio 2011

PUBBLICATO DA MONDADORI IL RACCONTO GIALLO "QUALCOSA DI IMPORTANTE"

Cari amici che affettuosamente mi seguite, gli eventi si susseguono a ritmo vertiginoso. Stiamo pensando in questi giorni alla prima distribuzione di ESAME INCROCIATO, quando mi giunge (festosa) notizia che in edicola è stato distribuito il volume "Carabinieri in Giallo 4" con il mio racconto "Qualcosa di importante". Le indagini sono condotte dal maresciallo Massimo Liberti, prossimo protagonista di una serie di indagini investigative. 
Ecco la copertina del volume e la quarta:

Il volume ha ricevuto un editing accurato ed i racconti contenuti a me sono parsi tutti di un buon livello narrativo. Non dimentichiamo che la Giuria del concorso era presieduta nientepopodimenoché dall'illustre Giancarlo De Cataldo e composta da nomi dell'editoria e del cinema di tutto rispetto.
Alla prossima! ! !
Vs. M.

lunedì 4 luglio 2011

INTERVISTA A "LA SFIDA" SU ESAME INCROCIATO

L'amico Dino mi ha ospitato con una gradevolissima intervista sul sito internettiano de "LA SFIDA". Colgo l'occasione per congratularmi con cui per il milione quasi e mezzo di contatti che il sito sta avendo.
Grazie Dino!
Ecco il testo dell'intervista:



Intervista a “LA SFIDA”
Scritto da Dino Chiruzzi   
ESAME INCROCIATO: il nuovo romanzo di Michele Barbera
Caro Michele, permettimi di darti giornalisticamente del “tu”. Ed allora, dopo NERI DI SICILIA, come nasce quest’ultima fatica letteraria?
Ad essere precisi, ESAME INCROCIATO, cronologicamente, è nato prima di NERI DI SICILIA. Ne avevo abbozzato la trama diverse estati orsono. Poi, trattandosi di un progetto abbastanza impegnativo (la trama si snoda per circa cinquecento pagine) lo avevo un po’ trascurato. Comunque, è vero, che dopo NERI DI SICILIA ho ritrovato lo slancio per completarlo e presentarlo ad una realtà editoriale attiva quale LA ZISA di Palermo.
ESAME INCROCIATO e non solo… Ho visto, sbirciando sul tuo blog, che negli ultimi due anni ti sei dato da fare, ottenendo pure diversi riconoscimenti…
Non ti sfugge niente, eh? Diciamo che ho ritagliato maggiori momenti per questa passione dello scrivere, non più in forma giornalistica, come avevo fatto per INSIEME PER MENFI e diverse altri periodici locali, ma in forma narrativa. Ho mandato qualcosa a diversi concorsi e selezioni, più per il piacere di confrontarmi con gli altri che per la selezione in sé. Naturalmente, arrivare fra i primi, o, comunque, essere selezionati per una pubblicazione è qualcosa che gratifica moltissimo e ti incentiva allo scrivere. Consiglio sempre, agli aspiranti “scrittori” di partecipare a questo tipo di manifestazioni. Ci si incontra, anche virtualmente, con tanti altri bravi autori e si pongono a confronto stili ed espressioni. Ma sempre come passione.
Perché come semplice “passione”? Eppure ci sono scrittori che hanno avuto notevoli riscontri economici, volgarmente parlando, si sono arricchiti…
Purtroppo, almeno per la quasi totalità di scrittori italiani, debbo smentirti. La realtà editoriale è molto dura. Non è un problema di selezione o di bravura. La vera questione è il dato commerciale. Tira di più il libro scritto da una velina o da un conduttore televisivo di passaggio, anche se tratta del colore delle calzette della nonna, piuttosto di un romanzo valido scritto da un bravo autore, ahilui, sconosciuto. Senza parlare che per le opere prime farsi pubblicare da un editore importante è quasi impossibile. L’importante è non demordere mai, facendo comunque tesoro dei suggerimenti e dei consigli degli altri. L’umiltà e la tenacia credo siano le virtù più importanti di chi vuole affermarsi in campo editoriale.
Ora parliamo di ESAME INCROCIATO. Un legal thriller alla maniera americana? 
Sì e no. Di americano c’è poco o niente, se non, come mi ha suggerito qualcuno una certa dinamica di tipo cinematografico. La trama è italianissima. Anzi, siciliana. Ma affrontata con gli occhi di un protagonista inusuale, un giovane avvocato alle prese con problemi reali, quotidiani, proiettato, però, all’improvviso in un contesto che lo coinvolge, sino a sconvolgerlo, mi si perdoni il gioco di parole.
La giustizia italiana è sinonimo di lentezza e di pesantezza burocratica e, pare, mal si adatti a riduzioni di tipo romanzesco. E’ così?
No. Non credo. Il rito penale accusatorio, questo sì, di ispirazione americana, ha spostato il baricentro dalla fase investigativa alla fase dibattimentale. Per questo, oggi è importante per un avvocato penalista sapere condurre bene il dibattimento. Ed, in fondo, il romanzo legal americano è indissolubilmente legato all’aula di udienza, al processo in sé. ESAME INCROCIATO si incentra sul processo e sui suoi protagonisti, non dimenticando, però, quello che avviene “fuori” dall’aula di udienza. Che spesso è importante tanto, se non di più, di quello che avviene dentro.
Cinquecento pagine non ti sembrano troppe?
Ahi, temevo questa domanda. Se vuoi saperlo, all’origine erano pure qualcosa in più. L’accurato editing che ho svolto nell’arco di circa otto mesi con gli esperti della casa editrice, ha portato ad una revisione totale del romanzo, con rimaneggiamenti e snellimenti, il tutto per rendere scorrevole la lettura e non annoiarla. Comunque, se vuoi saperlo, c’è un “record”, ed è quello di Maurizio Rizza, un editor di LA ZISA che ha letto il romanzo in prima battuta in un solo giorno!
Perché “ESAME INCROCIATO”?
Beh, nel processo penale americano cross examination, traduzione letterale di esame incrociato, è, forse, il momento culmine del processo ed indica il modo di condurre l’esame del teste da parte di accusa e difesa. Un esame, per l’appunto, incrociato. In realtà, il titolo mi è piaciuto perché metaforicamente si riallaccia a più livelli di percezione della narrazione. Nel romanzo si incrociano e si intrecciano, anche in modo conflittuale, sentimenti e situazioni, sia a livello personale che relazionale tra i protagonisti del romanzo stesso.
Una domanda è d’obbligo: progetti per il futuro, editorialmente parlando?
Tanti. Ma tendo sempre ad essere prudente ed a frenarmi. A luglio uscirà pure un giallo, in un’antologia pubblicata da Mondadori con protagonista il maresciallo Liberti. E’ un bel personaggio che ho ideato per una serie di gialli. Poi vedremo. Ho idee forti su un altro romanzo e, quasi sicuramente, sarà un giallo con forti connotazioni thriller.
Le ultime parole famose?
Sicuramente quelle con cui chiudo la pagina dei ringraziamenti del libro: spero che i lettori di ESAME INCROCIATO si divertano a leggere il romanzo, tanto quanto a me è piaciuto scriverlo. 

venerdì 1 luglio 2011

E' ARRIVATO: ESAME INCROCIATO

Michele Barbera, Esame incrociato, La Zisa

Michele Barbera

Esame incrociato     

NARRATIVA     
 La Zisa
Collana:       La linea gialla 1
Pagine:        464
Prezzo:        € 19,50
ISBN:                   978-88-95709-98-7
Anno:                   2011

Cos'è più difficile: accettare l'uccisione del proprio migliore amico o assumere la difesa del suo assassino? Marco Billemi, giovane avvocato penalista, dovrà affrontare una lotta che non si svolgerà solo nelle aule di giustizia. Scoprirà ben presto che il processo cui partecipa come difensore lo coinvolge a livelli più profondi, sino a mettere in crisi la sua coscienza di avvocato e di uomo. L'omicidio del giudice BeppeMaisano diventa un crocevia di emozioni e di situazioni trascinanti in cui le rigide regole processuali si piegano di fronte alla ineluttabilità degli eventi ed all'impeto di forze che trascendono il singolo individuo e tentano di condizionare non solo la sentenza, ma anche l'esistenza stessa dei protagonisti. Quando il confronto tra accusa e difesa metterà a fuoco un verdetto di condanna che si preannuncia fin troppo scontato, Marco, con lucida determinatezza, affronterà ciò che un destino cinico e violento ha seminato sul suo cammino, anche a costo di perdere gli affetti e di rischiare la propria vita per salvaguardare una verità che molti preferiscono rimanga nascosta. Dalle atmosfere ovattate di un elegante studio legale sino alle aspre campagne dell'entroterra siciliano, passando per le fredde aule dei palazzi di giustizia: un legal thriller che non può che essere metafora della stessa esistenza umana, in cui la crudeltà del male può essere sconfitta solo dalla tenacia del bene.

Michele Barbera è nato a Castelvetrano (TP) nel 1969, fa l'avvocato e collabora con diversi periodici e siti web con i suoi racconti noir, gialli e horror. Nel 2009 ha pubblicato Neri di Sicilia e nel 2011 ha vinto il premio nazionale NeroBrand con il racconto In punto di morte. Sempre nel 2011, il giallo Qualcosa di importante è stato pubblicato in un'antologia edita da Mondadori e dedicata alle investigazioni dell'Arma dei Carabinieri.