Gli agricoltori hanno detto basta. Sull’onda di un movimento che ha
ripercussioni e repliche in tutta Europa, anche a Sciacca, con la
partecipazione degli agricoltori del circondario, soprattutto di Menfi, questa
mattina si è svolta la protesta del mondo agricolo.
Dopo il corteo dei giorni scorsi sulla Palermo-Sciacca, oggi decine di trattori di altrettanti imprenditori agricoli si sono radunati a Sciacca in contrada Perriera nello spazio davanti l’isola ecologica e, successivamente hanno proceduto ad un corteo per le vie cittadine e poi sullo scorrimento sino a Menfi.
Chiare e condivise le ragioni della protesta: la mortificazione politica dell’agricoltura italiana, la sua penalizzazione sia dal punto di vista fiscale che commerciale, le regole assurde imposte dall’Unione Europea ad un settore che da sempre fornisce prodotti di eccellenza ed è vitale per il Made in Italy.
Oggi l’imprenditore agricolo deve subire una regolamentazione a tre livelli: regionale, nazionale ed europeo. Un labirinto di norme e prescrizioni che diventano penalizzanti ed asfissianti per chi vuole coltivare i terreni e produrre in modo economicamente accettabile.
Non solo, ma mentre i costi sono in “libera ascesa”, con aumenti a raffica, dai carburanti, ai concimi, alle sementi, ai fitofarmaci, il rendimento dei prodotti segue un costante declino, con l’eccezione dell’olio EVO che ha avuto quest’anno un’impennata del prezzo di mercato, dovuta – però – in gran parte alla diminuzione della produzione nazionale.
Gli agricoltori del comprensorio di Sciacca vivono in questi giorni una ulteriore e pressante emergenza: il mancato accesso alle acque irrigue degli invasi del Lago Arancio e della Diga Garcia.
La presenza nel lago Arancio da diversi mesi di alga rossa e di altri
organismi inquinanti, infatti, ed opere di manutenzione sulla Garcia hanno
impedito che le acque degli invasi potessero essere adibite ad uso irriguo con
gravissimo danno per le colture, in un inverno tra i più siccitosi degli ultimi
anni.
Il comparto agricolo è in allarme, anche perché si sono susseguiti da diversi mesi analisi e sopralluoghi da parte degli uffici regionali e comprensoriali, con il consueto elenco di promesse non mantenute.
Le inadempienze degli uffici e le difficoltà economiche del comparto del comprensorio di Sciacca rendono la protesta più viva che mai di fronte a risposte e soluzioni che non arrivano dagli Enti.
Gli agricoltori rinnovano l’invito a sostenere il comparto agricolo e zootecnico quale strategico per tutta la Nazione italiana ed in particolare per la Regione Sicilia e promettono di non arrendersi di fronte all’inerzia delle amministrazioni.
Aspettiamoci altre e più clamorose proteste.
By M.B.
Dopo il corteo dei giorni scorsi sulla Palermo-Sciacca, oggi decine di trattori di altrettanti imprenditori agricoli si sono radunati a Sciacca in contrada Perriera nello spazio davanti l’isola ecologica e, successivamente hanno proceduto ad un corteo per le vie cittadine e poi sullo scorrimento sino a Menfi.
Chiare e condivise le ragioni della protesta: la mortificazione politica dell’agricoltura italiana, la sua penalizzazione sia dal punto di vista fiscale che commerciale, le regole assurde imposte dall’Unione Europea ad un settore che da sempre fornisce prodotti di eccellenza ed è vitale per il Made in Italy.
Oggi l’imprenditore agricolo deve subire una regolamentazione a tre livelli: regionale, nazionale ed europeo. Un labirinto di norme e prescrizioni che diventano penalizzanti ed asfissianti per chi vuole coltivare i terreni e produrre in modo economicamente accettabile.
Non solo, ma mentre i costi sono in “libera ascesa”, con aumenti a raffica, dai carburanti, ai concimi, alle sementi, ai fitofarmaci, il rendimento dei prodotti segue un costante declino, con l’eccezione dell’olio EVO che ha avuto quest’anno un’impennata del prezzo di mercato, dovuta – però – in gran parte alla diminuzione della produzione nazionale.
Gli agricoltori del comprensorio di Sciacca vivono in questi giorni una ulteriore e pressante emergenza: il mancato accesso alle acque irrigue degli invasi del Lago Arancio e della Diga Garcia.
Il comparto agricolo è in allarme, anche perché si sono susseguiti da diversi mesi analisi e sopralluoghi da parte degli uffici regionali e comprensoriali, con il consueto elenco di promesse non mantenute.
Le inadempienze degli uffici e le difficoltà economiche del comparto del comprensorio di Sciacca rendono la protesta più viva che mai di fronte a risposte e soluzioni che non arrivano dagli Enti.
Gli agricoltori rinnovano l’invito a sostenere il comparto agricolo e zootecnico quale strategico per tutta la Nazione italiana ed in particolare per la Regione Sicilia e promettono di non arrendersi di fronte all’inerzia delle amministrazioni.
Aspettiamoci altre e più clamorose proteste.
By M.B.